Prevenzione osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia sistemica caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un’alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico, che diventa più fragile e più esposto ad un rischio di fratture spontanee o per traumi di lieve entità. La frattura si realizza quando il carico che grava sull’osso supera la sua capacità di resistenza. Le regioni più colpite dalle fratture da fragilità sono il collo del femore, la colonna vertebrale toracica e lombare, il polso e la spalla. Tali fratture hanno rilevanti conseguenze sia in termini di mortalità che di disabilità motoria.  Sebbene sia una malattia molto insidiosa, che può rimanere latente anche per molti anni, l’osteoporosi è facilmente diagnosticabile mediante l’impiego della M.O.C, un esame non invasivo e accurato, con il quale i medici sono in grado di valutare il rischio di frattura, monitorare la progressione della malattia e la risposta al trattamento di cura. Prevenire l’osteoporosi è possibile, innanzitutto attraverso una dieta equilibrata e corretta, ricca di calcio e vitamina D: fondamentale, quindi, assumere quotidianamente alimenti ricchi di questa sostanza, come latte e formaggi, frutta secca, cereali, legumi, verdure a foglia verde, carne e pesce azzurro (sardine e acciughe). Bisognerebbe inoltre non fumare o non bere bevande alcoliche e praticare regolare attività fisica.

Oggi la Dott.ssa Francesca Michelacci, Biologa nutrizionista, Specialista in Scienza dell’Alimentazione, presso il Santagostino di Bologna, ci parlerà di osteoporosi, dei fattori di rischio, della diagnosi di questa malattia e di quali comportamenti di prevenzione mettere in atto.

A che età occorre fare attenzione?

I sintomi dell’osteoporosi tendono a comparire dopo i 50 anni di età. Nelle donne in particolare questo coincide con la menopausa, poiché il calo degli estrogeni è collegato a una rapida perdita della massa ossea. Tuttavia, la salute delle ossa non si costruisce dopo i 50 anni, anzi: una crescita ossea non ottimale durante l’infanzia e l’adolescenza può essere una causa dello sviluppo dell’osteoporosi in età senile.

Quali sono le persone più a rischio?

L’80% delle persone con osteoporosi sono donne in post-menopausa. Tra i fattori di rischio principali per l’osteoporosi troviamo:

  • L’età
  • il genere femminile
  • la familiarità con osteoporosi
  • l’assunzione di farmaci che contribuiscono alla perdita di massa ossea
  • uno stile di vita non sano (fumo di sigaretta, consumo di alcolici, alimentazione non equilibrata)
  • alcune patologie endocrine
  • magrezza eccessiva
  • immobilità protratta

Come diagnosticare l’osteoporosi?

L’osteoporosi si diagnostica attraverso la densitometria ossea computerizzata (moc), un esame in grado di rilevare la densità minerale del nostro scheletro. La moc serve sia a diagnosticare l’osteoporosi che a monitorarne l’evoluzione nel tempo. L’esame richiede pochi minuti e non è né invasivo né doloroso e l’esito è disponibile in pochi giorni lavorativi.

Perché è importante la prevenzione?

La massa ossea tende a ridursi con l’età. Per evitarlo bisogna agire fin dall’adolescenza, perché il picco si raggiunge tra i 20 e i 25 anni. Va quindi prestata particolare attenzione in caso di DCA o alimentazione estremamente restrittiva.

Dato che la prevenzione dell’osteoporosi è legata a un corretto sviluppo della massa ossea. È importante seguire sin da piccoli una dieta che fornisca il giusto apporto di calcio e di vitamina D e fare esercizio fisico regolarmente, soprattutto all’aria aperta.

Quale tipo di alimentazione seguire per prevenire l’osteoporosi?

In generale, è importante assicurarsi un corretto introito di minerali, in primis calcio e magnesio. Ricordandosi che i latticini non sono le uniche fonti di calcio, e nemmeno le migliori. Le crucifere (broccolo, cavolfiore, cappuccio, verza…), la rucola, le mandorle, erbe aromatiche come la salvia, il basilico, timo, origano ne contengono una quantità inferiore ma più biodisponibile. Ciò significa che l’organismo la assimila con più facilità. Oltretutto, il calcio c’è anche nelle apposite acque minerali (tenore in calcio > 150 ml/L). Per l’assorbimento dei micro e macronutrienti, il microbiota deve essere in ottime condizioni.

I due fattori chiave per la salute delle ossa sono il calcio e la vitamina D. Il calcio infatti è la componente strutturale principale del tessuto osseo e il suo assorbimento dipende in gran parte dalla vitamina D. Le fonti principali di calcio sono:

  • latte e derivati (yogurt e formaggi), da consumare sempre all’interno di una dieta bilanciata
  • verdure come broccoli, carciofi, cavoli, cicoria, bieta e rucola
  • erbe aromatiche come salvia, rosmarino, basilico, prezzemolo e menta
  • pesce, soprattutto sardine, alici, cozze, polpo, calamari e gamberi
  • frutta, frutta secca e semi
  • prodotti a base di soia e addizionati di calcio (tofu e latte di soia)

Anche l’acqua minerale è un’ottima fonte di calcio, soprattutto l’acqua bicarbonato-calcica, ovvero quella che in etichetta riporta un tenore in calcio >150 mg/l.

Gran parte della sintesi della vitamina D dipende invece da un’adeguata esposizione solare, anche solo di 30 minuti al giorno. Tuttavia, la nostra latitudine permette la conversione della vitamina in forma attiva solo per un limitato periodo dell’anno, tanto che la carenza di vitamina D è molto comune ed è spesso necessaria un’integrazione.

Le fonti alimentari di vitamina D, anche se molto limitate, sono grassi di origine animale:

  • pesci grassi non da allevamento (come salmone, aringhe, alici, sgombro e tonno)
  • funghi
  • tuorlo delle uova
  • olio di fegato di merluzzo

Oltre a questo, è fondamentale un adeguato introito di proteine (anche vegetali) e di magnesio, oltre che una regolare attività fisica.

Si può curare l’osteoporosi?

Sì, già da molti anni sono disponibili numerosi farmaci utili a ripristinare la massa ossea. Questi farmaci vengono soprattutto utilizzati in caso di malattia avanzata, nei pazienti anziani e a rischio fratture. Nei casi più severi di osteoporosi è quindi importante rivolgersi a un’équipe multidisciplinare, che comprenda un endocrinologo, un fisiatra o un ortopedico e anche un nutrizionista o un dietista per assicurare un apporto bilanciato di nutrienti.

trevaini50Silvia Trevaini

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