Masticazione e postura

Istockphoto

Hai mai pensato che mal di testa, mal di schiena, difetti di postura possano nascere dalla tua bocca? La gnatologia si occupa dello studio e della cura delle patologie a carico delle mascelle e di tutto quanto è a loro connesso: denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli della masticazione e sistema nervoso. Si tratta di una branca dell’odontoiatria piuttosto recente. La gnatologia studia propriamente la fisiopatologia dell’occlusione dentale e le funzioni a essa correlate: masticazione, deglutizione, postura mandibolare, fonazione, respirazione.

Esamina l’occlusione, in sostanza, il rapporto tra i denti superiori (mascellari) e quelli inferiori (mandibolari), e i relativi legami che questa ha con le altre parti del corpo, in particolare, orecchio, occhio, collo e bocca stessa. Grazie alla gnatologia si possono curare patologie a carico delle articolazioni e dei muscoli della bocca e di tutte le strutture a esse connesse: dal bruxismo diurno o notturno (digrignamento dei denti), al blocco della mandibola con difficoltà alla masticazione e fonazione, dalla cefalea muscolo tensiva agli acufeni, dalle cervicalgie ai dolori al viso e al collo, sino alle vertigini e all’instabilità posturale. Si tratta di patologie di diversa natura, sostanzialmente croniche, che però possono manifestarsi con un esordio acuto. La psoriasi, per esempio è una malattia tipicamente dermatologica, che presenta, nel 30 per cento circa dei casi, un interessamento articolare per questioni immunologiche; in questi casi, e solo in bassissima percentuale, si ha un coinvolgimento proprio dell’articolazione temporo- mandibolare di cui la gnatologia si occupa.

La gnatologia ha avuto una grande evoluzione culturale tra gli anni 70 e 80, in poco meno di vent’anni si è passati da una iniziale concezione meccanicistica a una visione medica più ampia e onnicomprensiva, che ha permesso di considerare la bocca e l’occlusione in un contesto di unicità con il corpo umano. Le patologie che si possono curare interessano un po’ tutti, sia pazienti giovani, anche adolescenti, sia più maturi e anziani. La forbice d’età è molto ampia: dalla fascia legata al post sviluppo come quella adolescenziale, appunto, sino a quella dell’anziano affetto da artrosi che non riesce più a mangiare. La fascia d’età più colpita resta comunque quella tra i 20 e i 40 anni, con netta prevalenza del sesso femminile. In ambito pediatrico, invece, si trattano solo casi particolari, per lo più pazienti affetti da patologie immunologiche invalidanti che possono colpire le articolazioni temporo-mandibolari, come l’artrite giovanile. Da ricordare i casi meno frequenti, ma che purtroppo esistono e che spesso faticano a trovare una struttura che li possa curare: parliamo dei pazienti con malattie genetiche, tumorali, pazienti post – chirurgici e post radioterapici. Al di là del primo periodo di cura, generalmente più intenso e della durata mediamente di qualche mese, una volta che il paziente è sostanzialmente stabilizzato (nei casi più seri ci vuole circa un anno), dovrà sottoporsi semplicemente a un controllo semestrale e annuale.

Gli strumenti utilizzati per la diagnosi delle problematiche gnatologiche sono molteplici proprio perché l’apparato stomatognatico è complesso, essendo responsabile del coordinamento di differenti funzioni. L’approccio è sempre semiologico (si basa cioè sull’osservazione dei segni). Una buona visita con manovre che andranno a verificare la forma e funzione del distretto indirizza alla diagnosi delle problematiche maggiori. In seguito, gli esami radiologici, che forniscono una prima valutazione sulla forma e posizione dei distretti ossei, e la risonanza magnetica, specifica per i tessuti molli e in grado di evidenziare problematiche funzionali intra ed extra articolari, dettagliano la problematica. Per quanto riguarda i sintomi, la sintomatologia è molto variabile. Il paziente può presentarsi con rumori articolari più o meno intensi durante i movimenti di apertura e chiusura della bocca. La sintomatologia dolorosa è abbastanza diffusa e varia: dalla cefalea di origine muscolare alla nevralgia articolare da alterato movimento e ai dolori cervicali. Se il problema è di tipo meccanico la terapia si basa sulla ripresa della funzionalità articolare tramite auto fisioterapia o con l’utilizzo di apparecchiature funzionali (bite) decompressivi fisioterapici e/o riposanti. Per le problematiche occlusomuscolari, invece, occorre ricercare la giusta posizione ed equilibrio occlusale e tramite terapie conservativo/ protesiche riportare il giusto ingranaggio dentale con conseguente ribilanciamento muscolare.

 

trevaini50Silvia Trevaini

VideoNews

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *