Per tutti coloro che praticano sport e si allenano con costanza, il periodo delle feste natalizie è sempre un momento critico. Si mangia molto, si beve alcol e non ci si allena come di consueto. Aumentano infatti, calorie assunte, peso, liquidi trattenuti e diminuiscono il tono muscolare e la resistenza all’allenamento. Rispettare le solite routine alimentari e di allenamento non è possibile durante il periodo delle feste natalizie in quanto non si va in palestra per molti giorni e le abbuffate di pranzi, cenoni e situazioni in famiglia, non aiutano di certo. Dopo questi giorni di festa sorge così un problema comune a tutti noi: la ripresa delle nostre routine normali. Una delle cose più difficili da recuperare, è tra l’altro, proprio la voglia di ricominciare ad allenarsi. Tornare ad allenarsi a pieno regime risulta dunque più faticoso. Non che per due allenamenti perdiamo totalmente tutti i progressi fatti nell’ultimo periodo, per quelli servirebbe uno stop molto più lungo, ma potremmo giustamente fare più fatica. Ti potrebbe risultare molto difficile anche solo pensare di riprendere in mano i tuoi pesi o di rimetterti ai piedi le tue scarpe da corsa. In questi casi la sola idea di sudare e faticare rischia di mettere da parte il desiderio di rimettersi in forma. Potresti cadere nel tranello della procrastinazione, rimandando sempre al giorno dopo l’inizio dei tuoi allenamenti. Insieme al Dott. Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro. vediamo alcuni consigli utili per riprendere al meglio l’allenamento dopo le feste.
Perché è importante ripartire con gradualità?
Perché il motore dei nostri comportamenti è la gratificazione e non la punizione quindi se esageriamo e a livello conscio o subconscio percepiamo quel regime come punitivo, finiremo con il boicottarlo, per esempio, trovando le solite scuse. La gradualità evita queste resistenze e trasforma la ripresa di una routine in un piacere.
Cosa s’intende per dose minima per cambiare un’abitudine?
Le neuroscienze ci stanno dando molte spiegazioni su come si formano le abitudini e su quali strategie adottare per cambiarle. Il concetto della dose minima si comprende meglio con un esempio. Se una persona sedentaria volesse iniziare a camminare sarebbe portata subito a puntare su una “dose” di camminata funzionale ad ottenere dei benefici sulla salute. Informandosi scoprirebbe che deve camminare almeno 45-60 minuti al giorno. Facendo leva sulla sua forza di volontà proverebbe subito a raggiunge quella dose e magari ci riuscirebbe per qualche giorno. Poi preso dalla stanchezza e magari da un giorno di pioggia inizierebbe a saltare e ogni volta partirebbe da capo. La strategia migliore invece è di iniziare con una dose minima che non è finalizzata a dare risultati in termini fisiologici ma solo a far attecchire l’abitudine. Per esempio, può bastare camminare 10-15 minuti al giorno per i primi 2-3 mesi ma non saltare assolutamente mai. Così stiamo allenando non le gambe e il cuore ma il cervello. Una volta acquisita l’abitudine si può facilmente iniziare ad aumentare la dose.
Quanto il “divertirsi” aiuta a stabilizzare un’abitudine?
Molto perché il divertimento è una delle maggiori gratificazioni. Quando c’è il divertimento ogni comportamento risulta più facile da adottare. Al contrario se invece il comportamento suscita noia o perfino un senso di sacrificio e rinuncia, prima o poi verrà abbandonata. Chi si allena regolarmente non lo fa per disciplina ma semplicemente perché si diverte!
Quando è importante pianificare un programma di ripresa?
Lo è nella misura in cui il piano non rimane solo sulla carta. È chiaro che se inserisco il mio programma nel calendario e lo prendo come un vero appuntamento con me stesso, allora può essere più utile.
Qual è il ruolo dell’alimentazione?
Sappiamo che attività fisica e alimentazione sono un binomio imprescindibile. Nella persona adulta e matura l’alimentazione ha un peso perfino maggiore rispetto allo sport sulla salute e sulla forma. È del tutto sbagliato pensare che lo sport compensi gli errori alimentari. Occorre lavorare su entrambi i fronti.
Silvia Trevaini
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