
Ci sono notti che sembrano non finire mai. Ore passate a fissare il soffitto, ad ascoltare il silenzio che fa rumore, a contare pecore o ricordi. Per molti, il momento in cui il mondo si spegne dovrebbe coincidere con un abbraccio di pace e rigenerazione. Eppure, per un numero sempre crescente di persone, la notte è tutto fuorché riposo. È un terreno di scontro tra corpo e mente, tra la stanchezza e l’incapacità di lasciarsi andare. In Italia, secondo l’AIMS – Associazione Italiana Medicina del Sonno – circa 13,4 milioni di persone dormono male. Numeri che si sono impennati dopo la pandemia da Covid, che ha scardinato abitudini, aumentato i livelli di stress e alterato i ritmi fisiologici. Le donne sembrano essere le più colpite, con una percentuale che arriva al 60%, ma anche bambini e adolescenti iniziano sempre più spesso a manifestare disturbi del sonno. L’insonnia, nella sua forma più comune, può apparire come un semplice fastidio. Ma in realtà è un segnale: un campanello d’allarme che indica un disequilibrio profondo, spesso legato ad ansia, stress, disordini emotivi o condizioni mediche sottostanti. Non è solo una questione di quantità di sonno, ma soprattutto di qualità. Quando il riposo non è rigenerante, ne risentono la concentrazione, l’umore, il metabolismo e persino il sistema immunitario. Affrontare l’insonnia richiede quindi un approccio globale, che vada oltre il sintomo e indaghi le cause. Farmaci, piante officinali, oli essenziali, tecniche di rilassamento: esistono strumenti diversi, più o meno naturali, più o meno immediati, ma tutti possono giocare un ruolo se integrati con consapevolezza. Perché dormire bene non è un lusso. È una necessità biologica e un diritto del corpo.
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