Riprendendo l’argomento già toccato in precedenza, credo sia opportuno approfondire il rapporto che intercorre tra alimentazione e psiche. Non voglio in questa occasione parlare di bulimia, anoressia ed altri disturbi del comportamento alimentare, argomenti che trovano ampio spazio spesso a sproposito, sia sui social network che sulla carta stampata; se sarà il caso potremmo approfondire anche questi punti in un momento successivo.
Vorrei invece porre, e far porre, ora l’attenzione su un fenomeno assai più diffuso ed in forte via di espansione: il salutismo alimentare. Affrontiamo questo argomento insieme al Dott. Bertoli del Centro Medico Visconti di Modrone, vediamo cosa ci ha raccontato….
“È indiscutibile l’importanza di una corretta alimentazione ma quando ciò si trasforma in atteggiamenti addirittura ossessivi tali da condizionare le scelte di vita, il risultato può essere catastrofico. In primo luogo è necessario osservare come da sempre si dica che l’industria, attraverso la pubblicità, influenzi le scelte. Io credo invece che ad oggi il discorso possa essere molto spesso ribaltato: il mercato si adegua alle necessità del pubblico, ovvero l’offerta è influenzata dalla richiesta. Il limite tra le due condizioni è estremamente sottile per cui è difficile a volte distinguere la vittima dal carnefice. In pratica ciò che il pubblico richiede in questo nuovo anno mille buio, ansiogeno e privo di contenuti, è una sola cosa: la fede.
La costante riduzione di influenza di argomenti aggreganti quali religione, politica e, date le condizioni attuali, economia, ha determinato la ricerca di nuovi punti di riferimento in cui credere e a cui dedicarsi.
Da sempre sappiamo che la religione e l’alimentazione sono state unite a doppio filo e in momenti così difficili non è strano che questi aspetti riemergano dalla nostra memoria ancestrale. Fino a che la polarizzazione su una corretta alimentazione si limita alla ricerca del prodotto migliore, eventualmente “biologico”, “OGM free” e quant’altro, non possiamo avere nulla da ridire perché credo che ognuno abbia il diritto-dovere di impostare la propria vita secondo i propri convincimenti. Quando però sulla base di questi presupposti si ha la pretesa di influenzare anche soltanto psicologicamente il comportamento altrui, questo diventa una forma di violenza indiretta, si creano atteggiamenti settari che, se da una parte risultano aggreganti, dall’altra rappresentano motivo di contrasti. Per essere più chiari, diretti ed espliciti, si può essere, a mio parere, vegani a casa propria, con i propri amici, ma diventa una forma di violenza psicologica aggredire verbalmente il prossimo che non la pensa nello stesso modo.
Trovo inoltre assai sconveniente che emeriti luminari più che ottuagenari sfruttino la loro influenza mediatica lanciando affermazioni/anatemi attraverso i media (e quindi non nelle sedi adeguate)che ben poco riscontro hanno sotto il profilo fisiologico, biochimico e clinico.
Quando poi si parla apertamente di cancro per dare maggiore valore alle proprie affermazioni, vengo pervaso da un tenero istinto assassino.
Pensando male (e facendo peccato…) mi chiedo se questi atteggiamenti drastici ed aggressivi non siano il frutto di una lotta volta non tanto al bene del prossimo, quanto a meri interessi di bottega; in questi anni si sono succedute campagne denigratorie riguardo a tanti alimenti, le quali, oltre ad essere spesso in aperto contrasto tra di loro, si sono rivelate il più delle volte, dei fuochi di paglia. Ognuno di questi eventi ha però lasciato una traccia significativa nella mente del consumatore. Ne consegue che il risultato finale altro non è che una profonda confusione ed una manipolabilità dell’opinione pubblica alla quale si può dire contemporaneamente tutto e il contrario di tutto mentre essa, paradossalmente, è convinta di avere in mano gli strumenti per poter scegliere in autonomia.
Concludendo, credo che purtroppo non sia interesse di nessuno chiarire realmente le idee al pubblico e temo, viste le prime avvisaglie, che anche il prossimo EXPO in cui tanto si parlerà di alimentazione, non farà altro che tradursi nella solita saga del luogo comune: spero proprio di sbagliarmi!
Mi piacerebbe, dopo queste considerazioni, dare qualche indicazione concreta e, se me ne sarà data l’occasione, lo farò in futuro.