Le patologie anali non riguardano solo le emorroidi, anche se sicuramente è la prima malattia che viene in mente. Devono essere incluse tra i problemi più comuni la fistola e la ragade anale. Queste sono le tre patologie più frequenti che un proctologo affronta: si calcola infatti che circa il 40% della popolazione ha una qualche malattia all’ano. Ne parliamo con il Dott. Pietro Muselli, specialista in Chirurgia Generale-Coloproctologia del Centro Medico Visconti di Modrone.
LE FISTOLE PERIANALI
Le fistole perianali sono comunicazioni tra la cute intorno all’ano (cute perianale) e l’interno del canale anale. Spesso precedute dalla formazione di un ascesso (ovvero dalla suppurazione della cute perianale) hanno cause non completamente chiare di patogenesi. L’ipotesi principale deriva dall’infiammazione delle ghiandole del canale anale che comporta una successiva ascessualizzazione nel tessuto perianale con sviluppo del tramite fistoloso quale risposta alla necessità di autodrenaggio dell’ascesso stesso. Il paziente avverte un dolore in sede anale che aumenta gradatamente. Successivamente si sviluppa, vicino all’ano, una zona arrossata, dura e molto dolente accompagnata quasi sempre da febbre alta. Altre manifestazioni cliniche possono essere rappresentate da: secrezione di sangue, pus o materiale fecaloide da un piccolo orifizio nella cute perianale. La possibilità di guarigione senza intervento chirurgico risulta possibile ma altamente improbabile (10-15 % dei casi). I trattamenti chirurgici proposti per le fistole perianali sono molteplici poichè, a tutt’oggi, non esiste un trattamento standard. L’utilizzo di tecniche mininvasive che permettono l’assenza di danno ai muscoli sfinteriali ha permesso di ridurre notevolmente i tassi di complicanze nel trattamento di queste patologie. L’avvento di materiali biologici, altamente biocompatibili, è un atro vantaggio che permette guarigione associando maggior comfort del paziente a tassi di dolore pressochè nulli.
TECNICHE CHIRURGICHE PROPOSTE
- fistulectomia/fistulotomia
- LIFT
- riempimento della fistola con materiale biologico.
LA RAGADE
La ragade anale è una ferita del bordo anale che nelle fasi iniziali può provocare lievi fastidi come prurito o sanguinamento. È frequente in persone che soffrono di stitichezza con espulsione di feci dure. Nella fase cronica della malattia il dolore si fa sempre più intenso con esacerbazione nel periodo post-defecazione. Alla base sembra esservi uno spasmo riflesso dello sfintere dell’ano che il paziente mette in atto per difendersi dal fastidio. Il soggetto affetto da ragade procrastina l’evacuazione per non scatenare le crisi dolorose. La terapia medica può essere risolutiva se effettuata precocemente. Almeno il 70% delle ragadi anali guarisce con l’ausilio di particolari creme (l’applicazione di pomate contenenti nitroglicerina tra lo 0,2% e l’1%), o con l’uso di dilatatori anali a caldo e sempre con il rispetto di una dieta ad alto contenuto di fibre, associati ad una ragguardevole ingestione di liquidi. Nei casi refrattari alla terapia medica l’opzione chirurgica rappresenta l’unica soluzione.
TECNICHE CHIRURGICHE PROPOSTE
- escissione della ragade con ricostruzione muco-cutanea
- sfinterotomia laterale di minima: indicata nei casi ove si associ un ipertono sfinteriale cronicizzato.
Silvia Trevaini
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