Anche l’uomo ha la sua menopausa

Anche gli uomini subiscono gli effetti di un fenomeno simile a quello della menopausa: l’andropausa, legato al fatto che con l’età diminuisce la produzione di testosterone, il principale ormone maschile. Il testosterone è noto principalmente perché permette lo sviluppo dei caratteri sessuali maschili; ovvero la crescita di barba e peli, lo sviluppo del pene ed il tono della voce più profondo. L’azione del testosterone è però ancora più ampia: agisce positivamente sull’umore, migliora l’energia, la memoria, il desiderio e la potenza sessuale. Ha effetto anche sul sistema immunitario, sull’apparato cardiovascolare e sul sistema nervoso. Questo ormone aumenta anche la sensibilità delle cellule all’insulina, favorisce il metabolismo dei grassi, regola la salute di ossa, muscoli e pelle. Dai 45 ai 50 anni in poi il livello medio di testosterone tende a ridursi notevolmente nell’organismo maschile. Dopo i 50 anni, si osserva un aumento della conversazione del testosterone in estrogeni ( gli ormoni femminili), causato dall’eccessiva attività di alcuni enzimi, particolarmente attivi nelle cellule adipose del grasso addominale. Circa il 20% degli uomini dopo i 60 anni presenta valori ridotti di testosterone, e quindi un alterato funzionamento degli apparati e degli organi influenzati dall’azione di questo ormone. Quindi anche per l’uomo attorno ai 50 anni si può parlare di andropausa, un processo comunque molto meno evidente e progressivo della menopausa; l’andropausa viene chiamata anche con la sigla Padam (che sta per Partial Androgen DEficiency of Ageing Male).  Oltre all’età, i fattori che possono accelerare l’andropausa o aggravare i sintomi di ipogonadismo comprendono tutti i comportamenti che inquinano e invecchiano l’organismo, in particolare: alimentazione sbagliata (con eccesso di grassi e zuccheri) ipertensione e ipercolesterolemia, fumare sigarette, consumare alcolici, la mancanza di esercizio fisico e il diabete di tipo II.

I suoi sintomi sono soprattutto: stanchezza e depressione, sbalzi d’umore, irritabilità, calo del desiderio e della potenza sessuale, perdita di forza e di massa muscolare, dolori articolari, memoria meno brillante, vampate di calore notturne, sudorazioni, insonnia, aumento del grasso, secchezza e pallore cutaneo, comparsa di rughe, perdita di capelli, osteoporosi…Questi sintomi non vanno confusi con gli effetti dell’invecchiamento ma sono dovuti proprio alla carenza di testosterone nell’organismo. Le conseguenze più pericolose dell’andropausa sono comunque legate al rischio cardiovascolare: infatti quando si riduce la produzione di testosterone, diminuiscono i livelli di colesterolo HDL ( quello cosiddetto “buono”), aumenta la produzione di LDL, il colesterolo “cattivo”, si osserva un indebolimento del cuore ed un rialzo della pressione, dell’insulina e delle infiammazioni. Le variazioni ormonali che subentrano con l’età sono poi probabilmente all’origine di un disturbo molto diffuso nella popolazione maschile dopo i 60 anni: l’ipertrofia benigna della prostata, cioè l’ingrossamento di quest’organo maschile, in seguito al quale insorgono problemi urinari. Questo disturbo non va confuso con il tumore alla prostata, che è una patologia maligna di diversa origine, sulla quale non sembra avere responsabilità il testosterone.

Le cure naturali

Per alleviare i disturbi collegati del periodo dell’andropausa, e in particolare quelli dovuti all’ingrossamento della prostata, si possono sfruttare alcuni rimedi naturali.

Oligoterapia: l’oligoterapico indicato per prevenire o contrastare i disturbi andropausali è l’oligocomplesso zinco-rame, da assumere nella dose di un fialoide tre volte la settimana a giorni alterni, la mattina a digiuno, per cicli di due mesi. Ad esso si associa l’oligoelemento selenio, ottimo per contrastare e prevenire i problemi prostatici e l’impotenza. Se ne assume un fialoide due volte la settimana, per due mesi.

Damiana  (Turnera diffusa Willd.): neurotonica, antispasmodica, afrodisiaca, questa pianta di origine messicana è il rimedio da scegliere quando l’andropausa si manifesta con astenia, stanchezza pervasiva, depressione, perdita della libido. La farmacopea britannica la raccomanda in tutti i casi di esaurimento nervoso accompagnati da impotenza psicogena e ansia da prestazione.  Posologia: una capsula di estratto secco a colazione e a pranzo. N.B. Non assumere alla sera

Semi di zucca: agiscono sulla prostata grazie alla presenza di zinco che aiuta a regolarne la funzionalità, inoltre grazie alle note caratteristiche antinfiammatorie, i semi di zucca agiscono sulle possibili infiammazioni delle vie urinarie. Per finire, nei semi di zucca troviamo il triptofano, noto perché lenisce due fastidiose conseguenze dell’andropausa quali l’insonnia e il cattivo umore.

Serenoa repens: la serenoa è una piccola palma caratterizzata da bacche di colore rosso scuro dalle quali si estrae un prezioso toccasana utile per alleviare, grazie alle proprietà, i problemi creati dall’ingrossamento della prostata e anche dalle infiammazioni delle vie urinarie. La serenoa serve anche a contrastare la perdita di capelli dovuta a problemi ormonali. I rimedi si ricavano dalla bacca essiccata e si trovano sotto forma di estratto secco oppure anche di tintura madre.

Radice di ortica: alleata nel ridurre le conseguenze dell’ipertrofia  prostatica che può presentarsi in andropausa è anche la radice di ortica. Essa contiene fitormoni, tra cui i lignani ed è inoltre utile per le infiammazioni delle vie urinarie. La dose giornaliera consigliata è di 1-2 capsule di estratto secco (ricavato dalla radice).

 

 

trevaini50Silvia Trevaini

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