Il massaggio linfodrenante

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Nella stagione invernale anche la circolazione rischia di andare in letargo. Si abbandonano gli sport all’aperto, si cede alla pigrizia, si soggiorna a lungo in ambienti ultrariscaldati, indossando calze e pantaloni pesanti. Le conseguenze immediate: gambe gonfie e doloranti alla sera. Le conseguenze sulla lunga distanza: cellulite e nuovi cuscinetti nei punti critici (cosce, glutei…), che salteranno fuori a primavera dagli abiti più leggeri. La stasi linfatica, poi, si fa sentire su tutto l’organismo, appesantito dal progressivo accumulo di scorie e tossine. Meglio giocare d’anticipo, muovendosi il più possibile e dando una mano al sistema circolatorio. Come? Con una tecnica manuale, che risale addirittura al 1930, ma rivisitata in chiave moderna. Dall’unione del “vecchio” massaggio linfodrenante e dei nuovi macchinari a ultrasuoni focalizzati, infatti, nasce un protocollo capace di eliminare i ristagni di liquidi, con un immediato effetto detox che si traduce in benessere psicofisico e una silhouette più “leggera”.

Agisce sul sistema linfatico
L’obiettivo del massaggio linfodrenante lo rivela il suo nome: drenare la linfa, cioè il liquido che segue una circolazione parallela a quella sanguigna e che, oltre a produrre anticorpi (le nostre armi), ha il compito fondamentale di raccogliere e smaltire le sostanze di scarto (scorie e tossine). Le manovre del linfodrenaggio aiutano la linfa a scorrere meglio, svuotando i gangli linfatici ed eliminando quei ristagni che non sono solo antiestetici, ma anche dannosi perché all’origine di processi infiammatori a livello dei tessuti (origine anche della cellulite). Il vero linfodrenaggio è solo quello che rispetta il metodo del dottor Emil Vodder, il primo a utilizzare questa tecnica di massaggio che migliora la funzionalità del circolo linfatico attraverso una serie di piccole pressioni e movimenti molto delicati. È una metodica dolce, ma complessa se eseguita come Vodder comanda. Richiede, infatti, una profonda conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, una buona dose di empatia per entrare in sintonia con chi riceve il massaggio e anche tempo, perché una seduta non può durare meno di mezz’ora. Il sistema linfatico, infatti, è caratterizzato da una circolazione lenta e il massaggio deve assecondare questo ritmo per poter seguire l’andamento della linfa. Diffidare, dunque, di una seduta mordi-e-fuggi: non è vero linfodrenaggio.

La seduta
Il massaggio linfodrenante si esegue attraverso movimenti a spirale che vengono praticati sui linfonodi. Le manovre del massaggiatore saranno molto delicate, perché questa tecnica agisce sui vasi linfatici, che sono più fini di quelli sanguigni. I movimenti principali con cui eseguire questo massaggio sono costituiti da cerchi fatti con le dita per spostare la linfa, pressioni dei pollici e uso delle mani sovrapposte, in modo che una faccia da guida mentre l’altra preme. La direzione verso cui si effettua il massaggio è quella delle cosiddette stazioni della linfa: ascelle, inguine, base del collo.
Benefici e controindicazioni del massaggio linfodrenante
Il linfodrenaggio è ottimo in caso di cellulite, perché, in linea generale, aiuta il metabolismo a funzionare in modo corretto ed evita quei gonfiori che si accumulano nelle gambe, sui glutei o all’altezza dell’addome. In pratica le mani del massaggiatore spostano il liquido che di solito si trova nella pelle o tra pelle e muscoli e lo fa uscire dai vasi linfatici. Tramite questo massaggio si possono risolvere problemi di edema o gonfiore, legati ad accumulo di liquido nei tessuti. Questa tecnica, non ha particolari controindicazioni, anzi lenisce lo stress a carico del sistema nervoso ed ha funzione analgesica. Il linfodrenaggio è utile anche per risolvere problemi estetici: con questa tecnica si può trattare l’acne, le malattie cutanee di tipo allergico, le ustioni, le cicatrici, la calvizie.

Quando il massaggio è abbinato agli ultrasuoni
La terapia ad ultrasuoni utilizza onde sonore ad alta frequenza per stimolare i tessuti del corpo. Questo tipo di trattamento è spesso utilizzato per ridurre il dolore e l’infiammazione, nonché per migliorare la circolazione del sangue e della linfa. La terapia ad ultrasuoni può anche aiutare a migliorare la salute generale dei tessuti, aumentando l’apporto di ossigeno e nutrienti. Quando associati insieme, il massaggio linfodrenante e la terapia ad ultrasuoni possono avere un effetto sinergico, cioè un effetto che è maggiore della somma dei singoli effetti. Il massaggio linfodrenante può aiutare a preparare i tessuti per la terapia ad ultrasuoni, migliorando la circolazione e riducendo la tensione muscolare. Allo stesso tempo, la terapia ad ultrasuoni può aiutare ad aumentare l’efficacia del massaggio linfodrenante, stimolando ulteriormente il sistema linfatico. L’associazione di queste due tecniche può essere utilizzata in vari contesti, come ad esempio per trattare la cellulite, la ritenzione idrica, il gonfiore alle gambe o alle braccia, o per aiutare nella riabilitazione post-operatoria. Il trattamento può essere eseguito da un fisioterapista o un professionista esperto in entrambe le tecniche. Per eseguire il trattamento, il professionista inizia con una sessione di massaggio linfodrenante per preparare i tessuti del corpo. Successivamente, utilizza la terapia ad ultrasuoni su aree specifiche del corpo, utilizzando un applicatore a ultrasuoni per inviare le onde sonore attraverso i tessuti. Il trattamento può essere eseguito in una serie di sessioni, a seconda del tipo di condizione da trattare e della risposta del paziente.

trevaini50Silvia Trevaini

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