Un tatuaggio sul viso è una scelta significativa, spesso, legata all’estetica, come il trucco semipermanente per sopracciglia, contorno labbra o eye-liner. Ma può essere anche un segno di espressione personale, come scritte minimaliste, simboli o disegni ornamentali. Tuttavia, nel tempo, ciò che inizialmente sembrava una scelta perfetta può diventare un peso. Un tatuaggio che non rispecchia più la propria immagine, un pigmento virato verso tonalità indesiderate o un lavoro estetico mal riuscito sono motivazioni sempre più frequenti per chi cerca una soluzione per rimuoverli. Ma è davvero possibile cancellare un tatuaggio dal viso senza lasciare traccia? Oggi grazie all’innovazione tecnologica, il laser rappresenta il metodo più efficace. Tuttavia, la rimozione non è immediata e il risultato dipende da diversi fattori, tra cui il colore, la profondità del pigmento e la qualità dell’inchiostro. Alcuni colori sono particolarmente difficili da eliminare, mentre altri possono modificarsi dopo il trattamento laser, rendendo la rimozione più complessa. Per capire meglio quali sono le migliori tecnologie disponibili, i rischi e le strategie più sicure, abbiamo intervistato Alessandro Bruno, chirurgo estetico ed esperto in tecnologie laser presso “Laser Clinic Milano”, centro di riferimento in Italia per la rimozione di tatuaggi estetici e trattamenti di medicina e chirurgia estetica.
Qual è la tecnologia laser più efficace per rimuovere i tatuaggi?
Oggi la tecnologia più avanzata per la rimozione dei tatuaggi è il laser a picosecondi, una vera rivoluzione rispetto ai vecchi laser a nanosecondi, meglio noti come q-switch. Questo sistema emette impulsi ultraveloci, della durata appunto di alcuni picosecondi, che frammentano il pigmento in particelle microscopiche, rendendo più semplice l’eliminazione da parte del sistema linfatico. Il processo fisico che avviene si chiama effetto fotoacustico e, a differenza dell’effetto fototermico generato dai laser q-switch, scalda meno i tessuti limitrofi al tatuaggio e rende perciò la procedura più sicura ed efficace. Per agire sui vari colori, la scelta della lunghezza d’onda gioca un ruolo cruciale. Per i colori scuri come il nero e il blu scuro si utilizza il 1064 nm, per il rosso, arancione o giallo è indicato il 532 nm, infine per i colori più complessi come il verde, l’azzurro o il viola si può ricorrere al 755 nm o lunghezze d’onda simili. Nei centri più specializzati è possibile combinare diverse lunghezze d’onda e diversi macchinari per ottimizzare il trattamento ed ottenere una rimozione più rapida e completa.
Quali sono i possibili rischi e complicanze della rimozione laser di un tatuaggio?
La rimozione di un tatuaggio mediante tecnologie laser è generalmente sicura, ma è fondamentale affidarsi a professionisti esperti per ridurre al minimo i rischi. Dopo il trattamento è normale riscontrare un leggero gonfiore ed arrossamento, che scompare nel giro di poche ore o giorni. Un possibile, seppur raro, effetto collaterale è l’alterazione della pigmentazione della pelle, che può diventare più scura o più chiara rispetto al tono naturale, soprattutto nei soggetti con fototipi più scuri. Questo effetto è generalmente transitorio, ma va riconosciuto e gestito in modo appropriato per ottenere la completa regressione della ipo/iper-pigmentazione della zona trattata. Altre condizioni più gravi, come infezioni o cicatrici sono solo un lontano ricordo relegato all’utilizzo di tecnologie che adoperano tempi di emissione più lunghi, come i laser a nanosecondi (q-switch); con i laser a picosecondi tale rischio è scongiurato.
Cosa significa quando un tatuaggio vira di colore durante il trattamento?
Il viraggio di colore è un fenomeno che può verificarsi durante il trattamento laser, soprattutto con i tatuaggi cosmetici semipermanenti. Alcuni pigmenti, in particolare quelli contenenti ossidi di ferro o biossido di titanio, possono subire una trasformazione chimica quando vengono colpiti dal laser. Per esempio, un pigmento marrone può iscurirsi diventando grigio o nero, mentre uno rosso piò assumere tonalità aranciate o giallastre. Quando si verifica questa alterazione è necessario adottare una strategia mirata, utilizzando specifiche lunghezza d’onda per neutralizzare il colore e facilitarne la progressiva eliminazione.
Il bianco è davvero uno dei colori più difficili da eliminare?
Si, il bianco è uno dei colori più complicati da trattare. Alcuni tatuaggi contengono sfumature bianche all’interno della figura che spesso non possono essere rimosse, in quanto venendo a mancare un pigmento da colpire il laser non riesce ad individuare l’area su cui erogare e focalizzare l’energia, per cui non si riesce ad ottenere la rottura del pigmento e quindi la successiva eliminazione.
La rimozione del tatuaggio eye-liner è più complessa rispetto alle altre zone del viso?
Si l’eliminazione dell’eye-liner è spesso più complessa rispetto alle altre aree del viso, in quanto la pelle della zona perioculare è particolarmente sottile e sensibile. Ciò impone di utilizzare parametri minori per contenere il gonfiore e l’irritazione nel post trattamento. Inoltre, spesso in questa zona sono utilizzati degli inchiostri permanenti, a differenza delle sopracciglia o del contorno labbra ove più spesso troviamo pigmenti cosmetici, per cui il numero la durata complessiva può essere maggiore di altre zone del viso e del corpo. Un aspetto fondamentale è la sicurezza dell’occhio durante la procedura. A tale scopo vengono adoperate delle schermature oculari in metallo a forme di lente che vengono posizionate sull’occhio del paziente per impedire che il laser possa raggiungere accidentalmente le strutture intraoculari.
Quali sono i consigli per chi vuole rimuovere un tatuaggio in modo sicuro ed efficace?
Il primo passo è affidarsi ad un centro medico che abbia maturato particolare esperienza in tecnologie laser e che possieda i macchinari adeguati. La rimozione dei tatuaggi non è un processo immediato e può richiedere diverse sedute; quindi, è fondamentale avere aspettative realistiche e seguire il processo con pazienza. Dopo ogni seduta è essenziale prendersi cura della pelle in modo corretto. Bisogna evitare l’esposizione diretta al sole ed applicare sempre una protezione solare ad alto fattore per prevenire alterazioni della pigmentazione. È inoltre importante idratare la pelle con creme lenitive consigliate dallo specialista e comunicare sempre l’utilizzo di altri prodotti cosmetici o no, e l’eventuale assunzione di farmaci o integratori che potrebbero interferire con il processo. Infine, occorre aspettare i giusti tempi tra una seduta e l’altra, in quanto questi non sono uguali per tutti, bensì variano in base al tatuaggio, allo stile di vita del paziente, alle sedute effettuate, al fenotipo e ad altre condizioni cliniche. Seguendo le indicazioni di un professionista qualificato è possibile ottenere risultati ottimali senza compromettere la salute della pelle.

Silvia Trevaini
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