L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute (di mani, piedi o viso) e i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV. L’infezione da Papilloma Virus Umano è un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale. Quando il sistema immunitario non riesce a debellare rapidamente il virus, l’Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina. Evitare l’infezione da HPV è importante per prevenire il cancro della cervice uterina. Il tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero) è la terza neoplasia più frequente tra le donne, dopo quelle al seno e al colon-retto. La malattia colpisce il collo dell’utero, ovvero il segmento che pone in collegamento il corpo dell’utero con la vagina. Il papilloma virus è presente praticamente nel 100 per cento dei tumori della cervice uterina, un cancro che colpisce in Italia 2.300 persone ogni anno e rappresenta il 2 per cento di tutti i nuovi tumori nelle donne. Il carcinoma alla cervice uterina è il primo tumore riconosciuto ad oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come totalmente riconducibile ad una infezione. Il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma può essere di 20-30 anni. Tuttavia, è bene specificare che solo pochissime delle donne con infezione da papilloma virus (molto meno dell’1%) sviluppano un tumore del collo dell’utero. Ciò significa che altri fattori, ancora oggetto di studio, concorrono allo sviluppo della neoplasia.
Ne parliamo con la Dott.ssa Elisa Sipio, medico specialista in Ginecologia e Ostetricia, presso il Santagostino di Milano.
“Lo straordinario accade solo quando inizi a vivere le piccole cose ordinarie”
Durante le vacanze di Natale i ritmi di vita cambiano in modo repentino e facilmente adottiamo le tipiche “cattive” abitudini che causano il gonfiore addominale: il mangiare in modo scorretto, unito all’eccessiva sedentarietà, provoca una scarsa e cattiva digestione, che insieme alle sostanze di scarto, determina un accumulo di gas nelle pareti intestinali. Con il risultato di andare incontro a sensazioni di disagio e malessere generale.
Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei buoni propositi per l’anno nuovo e delle strategie più efficaci per realizzarli. Ma come evitare di impedire la loro realizzazione? Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi: un proverbio di buon senso che non possiamo considerare come un comandamento. A volte, infatti, abbiamo bisogno di prendere tempo, guadagnarlo, prima di decidere qualcosa, e la fretta non aiuta nei momenti in cui bisogna scegliere, dentro o fuori, sì o no. Ma, una cosa è ponderare con la dovuta cautela e un’altra è invece procrastinare sempre e comunque, magari in attesa di eventi che non si verificheranno mai. Rimandare è un comportamento tipicamente umano e molto diffuso. È un meccanismo di difesa della nostra mente che tende a “spostare”, se non può eliminare, un’attività che provoca paura, ansia e difficoltà. Inoltre, decidere e iniziare sono operazioni faticose, che assorbono molte delle nostre risorse mentali. Le conseguenze del procrastinare sono varie, ma di fondo resta il fatto che, in questo modo, tendiamo a non vivere centrati nel presente. Rimandare, oltre che minare la nostra credibilità nei confronti del mondo, è un boomerang per noi stessi. Maturare la consapevolezza che questo aspetto può rappresentare un problema per la nostra felicità è un primo passo importante. La tendenza a procrastinare non in tutti si manifesta allo stesso modo e con la stessa gravità. Inoltre sembra che la procrastinazione non abbia solo a che fare con la gestione del tempo, che è sicuramente importante, ma anche con le emozioni e con la considerazione e la compassione che proviamo verso noi stessi. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta, laureato presso l’Università di Firenze e specializzato presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano.
Inizia un anno nuovo e tutti fanno i soliti buoni propositi: devo mettermi a dieta e perdere una taglia; devo sistemare le cose con mio marito o con mia moglie; e quest’anno devo proprio cambiare lavoro. Si oscilla tra fantasie di felicità sfrenata che dovrebbero seguire a cambiamenti epocali che poi non siamo in grado di mettere in atto e a propositi di maggiore dedizione verso se stessi che, rapidamente, si traducono in nuovi doveri. In cima alla lista delle nostre priorità dovremmo invece mettere l’idea di salvaguardare la nostra psiche. È qualcosa di fondamentale, specialmente in periodi complicati. Quello che accade intorno a noi ci può turbare, colpire e a volte travolgere. Negli ultimi due anni ansia, panico e depressione sono aumentati a dismisura. Senza contare il fatto che siamo stati quotidianamente bombardati da notizie ansiogene, polemiche di tutti i tipi e da un generale stato di confusione collettiva.
Un’iniziativa nata nel Regno Unito nel 2014. Il Veganuary ( neologismo che deriva dalla fusione tra vegan e January, gennaio) consiste nell’invitare le persone a provare per 31 giorni una dieta completamente plant based. È una sfida annuale gestita da un’organizzazione senza scopo di lucro. Durante la campagna 2021, più di 500.000 persone si sono impegnate a provare una dieta vegana, e più di 825 nuovi prodotti vegani e opzioni di menu sono stati lanciati nei paesi chiave di questa iniziativa. Ma la sfida non finisce qui. Durante tutto l’anno, Veganuary incoraggia e sostiene le persone e le imprese a passare a una dieta a base vegetale come un modo per proteggere l’ambiente, prevenire la sofferenza degli animali e migliorare la salute di milioni di persone.