C’è una visita medica annuale, spesso sottovalutata, che invece non si deve mai rimandare: la mappatura dei nei, da effettuare da un bravo dermatologo preferibilmente prima di andare in vacanza, in vista di una maggiore esposizione al sole. Si consiglia almeno una volta l’anno questo controllo dermatologico che monitora nel corso del tempo lo stato dei nei e di tutte quelle macchie che potrebbero mostrare caratteristiche sospette. Durante la seduta lo specialista si avvale del dermoscopio o dermatoscopio, uno strumento che agisce come microscopio, per indagare non solo lo strato più superficiale dell’epidermide, ma anche il derma, consentendo l’analisi completa del tessuto cutaneo e dei suoi inestetismi. Se si individua un neo potenzialmente pericoloso, si potrà suggerirne l’asportazione; a ogni modo tutte le informazioni raccolte vengono analizzate ed eventualmente archiviate, per essere confrontate con gli esiti dei futuri controlli su nei sospetti, come, ad esempio, quelli con struttura irregolare visibile anche a occhio nudo. Ne parliamo con il professor Santo Raffaele Mercuri, primario dell’unità di dermatologia del San Raffaele di Milano. Continua a leggere
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A cosa serve la MOC?
L’esame diagnostico di riferimento per la quantificazione della densità minerale ossea e la definizione di uno stato di osteoporosi, come riconosciuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC DEXA), in grado di diagnosticare e classificare l’osteoporosi. Ne parliamo con il Dottor Andrea Caprotti, responsabile del Servizio di Diagnostica per Immagini del Centro Medico Visconti di Modrone. La MOC è un esame indispensabile per determinare la precisa entità della riduzione della mineralizzazione e quindi la gravità dello stato di osteoporosi, particolarmente utile per le donne in menopausa, maggiormente a rischio. L’osteoporosi è una condizione patologica caratterizzata dalla progressiva diminuzione della massa ossea con indebolimento della architettura scheletrica. La condizione determina una maggiore fragilità ossea con conseguente incremento del rischio di fratture, più frequenti a livello di polso, vertebre e anca.
La mineralometria ossea computerizzata quantifica quindi il grado di osteoporosi e calcola il conseguente rischio di frattura a 10 anni. Continua a leggere
Una vita sostenibile
Tutto ciò che facciamo nella vita quotidiana ha un impatto sul pianeta, dal cibo che consumiamo all’auto che utilizziamo per recarci sul posto di lavoro. Per proteggere la Terra e preservarla in modo ottimale anche per le generazioni future, però, oggi più che mai è necessario adottare uno stile di vita più sostenibile, riducendo i consumi e preservando con attenzione le risorse messe a disposizione dal nostro bel pianeta.
La sostenibilità ambientale è definibile come una relazione responsabile e consapevole dell’uomo con l’ambiente circostante, utile a prevenire ed evitare l’esaurimento o il degrado delle risorse naturali della Terra e preservare così la qualità dell’ambiente a lungo termine. Se la natura ha una capacità davvero notevole di rinnovare se stessa (basti pensare per esempio che, quando un albero cade, si decompone e aggiunge sostanze nutritive al terreno utili per consentire la crescita dei futuri alberelli), l’uomo, quando entra in scena e utilizza le risorse fornite dall’ambiente senza l’applicazione di metodi e comportamenti di sostenibilità ambientale, può compromettere l’accesso e la conservazione a lungo termine delle risorse naturali. Continua a leggere
Osteoporosi: l’importanza della diagnosi precoce per la terapia più efficace
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da riduzione della massa ossea con conseguente aumento del rischio di frattura. Per comprenderne il grandissimo impatto epidemiologico, basta ricordare che più di 200 milioni di persone nel mondo ne sono affette (più di 10 milioni negli Stati Uniti e più di 3,5 milioni nel nostro paese). L’osteoporosi presenta un picco di incidenza nell’età matura e anziana, inoltre è importante sottolineare che non riguarda solamente e prevalentemente il sesso femminile in quanto anche il maschio può esserne colpito e in modo grave einvalidante. Ce ne parla il Dott. Gregorio Guabello, specialista endocrinologo del Centro medico Visconti di Modrone. Continua a leggere
Concludere al meglio la propria giornata
La bella stagione avanza e le giornate sono più lunghe. L’umore migliora, anche se stiamo affrontando un periodo difficile. Ma una volta giunti a sera, quanta fatica accumulata. Il corpo e la mente esausti ci chiedono di riposare. Siamo sicuri di saperci offrire la qualità di riposo più nutriente per il corpo e per lo spirito? Per contrastare lo stress delle nostre giornate e rilassarci in armonia con l’ambiente e con noi stessi, proviamo a trarre qualche suggerimento dal mondo dello yoga.
Impariamo ad ascoltarci e a rispettare i nostri limiti emotivi, psichici e fisici. Il corpo parla molto chiaramente sotto forma di messaggi di stanchezza (disturbi alla vista, estremità dolenti, gonfiore addominale, una lieve cefalea, tensione nella zona lombare, cervicali irrigidite, mandibola serrata, irritabilità, difficoltà di concentrazione). Perché ci ostiniamo a domare il corpo volendo a tutti i costi piegarlo alla nostra volontà? Accogliamo invece i piccoli sintomi di malessere e impariamo a porre un sano confine tra l’agire frenetico della giornata e il relax della sera. Saper dire qualche “NO” ci viene in aiuto: allo smartphone sempre acceso, alla reperibilità a tutti i costi, a rispondere alla mail di lavoro di notte, al lavoro in ufficio oltre l’orario. Quali sono i confini che riusciamo a difendere con più facilità e quali invece sembrano essere più permeabili alle intrusioni dall’esterno? Continua a leggere
La camminata che allunga la vita
Camminare ci mantiene giovani e in salute. Fa bene al cuore, al cervello, all’intestino e ci fa produrre gli ormoni della gioia. Gli studi sul tema sono moltissimi, ma il risultato è sempre lo stesso. La cammina allunga la vita. Una ricerca per tutte: l’australiano George Institute for Global Health e il Menzies Research Institute in Tasmania hanno preso in esame 3mila persone con un’età media di 59 anni e le hanno seguite per 15 anni, valutando con un pedometro quanti passi facessero. È emerso che chi aumentava i passi da mille a diecimila al giorno riduceva il rischio di mortalità del 46%. Le passeggiate sono salutari, ma per ottenere un ringiovanimento generale dell’organismo sarebbe meglio adottare una camminata a passo svelto. Continua a leggere