Fermentazione intestinale eccessiva

Per ridurre la fermentazione intestinale e la formazione di gas è bene limitare il consumo di alcuni alimenti. Una mossa obbligata in caso di sindrome dell’intestino irritabile ma anche nel morbo di Crohn e nella colite ulcerosa. In generale, tutti coloro che soffrono di un’eccessiva fermentazione dovrebbero prestare attenzione a ciò che mangiano. I medici hanno individuato gli alimenti fermentabili in alcuni tipi di zuccheri cui ci si riferisce con il termine FODMAP

FODMAP è l’acronimo di Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols, che tradotto diventa Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli. Questa sigla indica tutti quegli alimenti che possono fermentare causando problemi intestinali.

– Oligosaccaridi: farina, segale, legumi, aglio e cipolla.

– Disaccaridi: il latte, lo yogurt, i formaggi molli. Il lattosio è il principale carboidrato.

– Monosaccaridi: diversi frutti tra cui fichi, mango e alcuni dolcificanti come il miele e il nettare di agave. Il fruttosio è il principale carboidrato.

– Polioli: alcuni frutti e alcune verdure e alcuni dolcificanti come lo xilitolo. Continua a leggere



I problemi dei vegani

Esaminando le storie di ex-vegani (persone che erano vegane ma che hanno ammesso pubblicamente di mangiare carne), ho identificato alcuni problemi vegani che sono facili da risolvere. Spesso è possibile risolvere questi problemi con un’adeguata integrazione o con dei semplici cambiamenti nella dieta. Ovviamente si tratta di soluzioni generalizzate;  è impossibile dare una soluzione personalizzata senza sapere con precisione cosa sia successo in ogni caso e soprattutto senza una diagnosi medica ben fatta.

Ecco  alcuni problemi:

  • bassi livelli di libido: di solito, questo problema è per lo più limitato agli uomini che seguono una dieta priva di grassi;
  • mancanza di energia: la causa è solitamente una dieta a basso contenuto di carboidrati. Di solito si riscontra nei vegani crudisti che mangiano principalmente verdure e grassi;
  • mancanza di resistenza: molti ex-vegani riferiscono che quando erano a regime vegano, spesso dopo alcuni anni, perdevano la resistenza per fare esercizio fisico (nella maggior parte dei casi questo problema ha le stesse cause della mancanza di energia, ma può anche essere causato da una carenza di vitamina B12);
  • fame costante: questo problema si presenta spesso nei vegani crudisti e in alcuni vegani a basso contenuto di grassi;
  • capelli che cadono: questo è un sintomo che tende ad accadere soprattutto alle donne vegane crudiste che seguono una dieta povera di grassi o che tendono a perdere peso rapidamente;
  • carenza di vitamina B12: questa carenza è comune nei vegani nel lungo periodo;
  • ipotiroidismo: questo è un sintomo più raro che potrebbe essere causato da una dieta ricca di verdure crocifere crude (come cavoli, broccoli, ecc.) che contengono inibitori della tiroide noti come goitrogenici. In alcuni individui sensibili, il consumo di molte di queste verdure può causare problemi alla tiroide.

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Tossina Botulinica A per le rughe mimiche del volto? E non solo!

Dott. Alessio Redaelli

Tossina Botulinica A per le rughe mimiche del volto? E non solo! Grazie alla Medicina Estetica non è più un problema! A cosa serve la tossina botulinica? Ne parliamo con il Dott. Alessio Redaelli, specialista in Chirurgia Vascolare ed esperto di Medicina Estetica del Centro Medico Visconti di Modrone. La tossina botulinica è una sostanza usata da moltissimi anni in Oculistica e Neurologica per trattare condizioni quali torcicollo, strabismo e blefarospasmo, ma solo nel 1984 venne utilizzata per la prima volta in Medicina Estetica per eliminare delle rughe mimiche. Da allora, l’utilizzo di questa sostanza è aumentato esponenzialmente grazie agli… Continua a leggere


Diabete e Retinopatia

Oggi torniamo a parlare di Diabete Mellito e lo facciamo con la dottoressa Barbara Parolini, chirurgo vitreo-retinico e oculista responsabile del centro Eyecare Clinic di Brescia.

Dottoressa ci spieghi innanzitutto perché un oculista oggi ci parla di diabete.
“Il diabete è una patologia molto diffusa. In Italia, quasi in ogni famiglia c’è un componente affetto da diabete. Sebbene ci sia sicuramente una base genetica, soprattutto nelle forme di tipo 1, il diabete di tipo 2 è frutto anche di fattori controllabili come le abitudini alimentari ed il peso corporeo. Il diabete di tipo 1 ha un esordio improvviso e facilmente riconoscibile. Al contrario il diabete di tipo 2 è insidioso, spesso silente nelle fasi iniziali. L’assenza di sintomi o comunque il fatto che le prime avvisaglie siano frequentemente sottovalutate, fanno sì che a volte sia proprio l’oculista a scoprire il diabete, durante una visita di routine. La retinopatia diabetica rappresenta, nel mondo, la prima causa di cecità nella popolazione in età lavorativa ed è quindi facile comprenderne l’impatto sociale e quanto sia facile per noi oculisti avere a che fare con questa patologia”. Continua a leggere



La sauna anche per il cuore

Lo dice un recente studio finlandese , pubblicato sulla rivista scientifica “Biomed central”, che  ha dimostrato che fare la sauna riduce il rischio di malattie cardiovascolari non solo negli uomini (come in parte si sapeva) ma anche nelle donne. Lo studio ha seguito per 15 anni quasi 1700 persone evidenziando che farla 4 volte alla settimana per almeno 30 minuti è l’ideale per stare bene. Per trarne tutti i vantaggi, l’importante è sapere come e quando farla e, soprattutto, quali errori evitare. Continua a leggere



La celiachia potrà essere diagnosticata solo con un esame del sangue?


Gastroduodenoscopia con biopsia dei villi intestinali: sì o no? È questo lo ‘strumento’ indispensabile per arrivare a una diagnosi certa di celiachia e per valutare la guarigione della mucosa intestinale dopo una dieta ‘terapeutica’ senza glutine? Ne parliamo con la Dott.ssa Carla Lertola, specialista in Scienza dell’Alimentazione del Centro Medico Visconti di Modrone.

Il dibattito, da sempre aperto, si è riacceso dopo la pubblicazione di uno studio americano della Mayo Clinic sulla rivista “Gastroenterology”. I risultati suggerirebbero infatti che questo tradizionale esame diagnostico, che si avvale anche della ricerca nel sangue di specifici anticorpi di malattia celiaca (anti-transglutaminasi IgA e anti-endomisio), potrebbe essere eventualmente sostituito da un nuovo test sempre sul sangue, sufficiente a definire da solo la presenza di malattia sia in fase di accertamento preliminare sia di follow-up sull’intestino dopo adeguata terapia. Continua a leggere