
Il CoolSculpting è un trattamento non chirurgico e non invasivo, che aiuta a ridurre gli accumuli di grasso localizzati su specifiche aree del corpo come fianchi, cosce, pancia, braccia, utilizzando il freddo e senza ricorrere ad interventi invasivi come la liposuzione o la liposcultura. Un metodo indolore che si esegue senza bisogno di anestesia e che non necessita di un periodo di convalescenza. Grazie a questo trattamento è possibile rimodellare la silhouette, andando ad agire sull’adipe ostinato: spesso, infatti, è necessario associare a dieta e attività fisica costante, dei trattamenti mirati per eliminare quei cuscinetti o quel rilassamento cutaneo che proprio non va via. Scopriamo allora cos’è il CoolSculpting, come si esegue, quali sono i costi e se ci sono delle controindicazioni. Ne parliamo con la dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Continua a leggere
L’ansia è l’interesse che si paga su un guaio prima che esso arrivi
Cibi diversi, dai gusti differenti, accomunati dallo stesso scopo, quello di appagare una bramosia che sembra incontenibile. Gli anglosassoni lo chiamano food carving: un intenso desiderio per un cibo specifico, incontrollabile e indipendente dalla fame; la voglia che trasforma una persona del tutto normale nell’Hannibal Lecter di dolciumi e salatini. È altamente improbabile che il craving sopraggiunga alla vista di un piatto di verdura. I cibi che scatenano le abbuffate, in effetti, sono quelli che contengono un alto bliss point ( punto di beatitudine), raggiungibile attraverso l’incrocio di tre sostanze: zuccheri, sale e grassi. Le industrie alimentari, dal canto loro, sanno bene come creare quell’apice di beatitudine, ideando prodotti che sono salati ma contenenti zucchero, pensiamo al pane industriale; oppure dolci con una nota di sale, come gli snack che si trovano nelle macchinette. Altro aspetto che fa stravedere per questi cibi è la consistenza: i biscotti ripieni, croccanti fuori e morbidi dentro, sono l’esempio più calzante. Non è solo la composizione a influire sul consumatore, ma anche la modalità di consumo. Certi prodotti sono concepiti per essere mangiati subito, in fretta e senza il bisogno di doverli assaporare. Appena li si mette in bocca si raggiunge il bliss point e scatta la voglia di divorarne altri. Questi prodotti confezionati, trascurando il loro scarso valore nutrizionale, non sono di per sé pericolosi, ma lo diventano nel momento in cui vengono assunti in quantità eccessive e come un’abitudine e non soltanto assaggiati e come un’eccezione.
Le patologie anali non riguardano solo le emorroidi, anche se sicuramente è la prima malattia che viene in mente. Devono essere incluse tra i problemi più comuni la fistola e la ragade anale. Queste sono le tre patologie più frequenti che un proctologo affronta: si calcola infatti che circa il 40% della popolazione ha una qualche malattia all’ano. Ne parliamo con il Dott. Pietro Muselli, specialista in Chirurgia Generale-Coloproctologia del Centro Medico Visconti di Modrone.
La medicina, per sua natura, ha questa strana abitudine, o caratteristica, di sorprenderci, di indicarci, tramite la ricerca, nuove opportunità per superare le frontiere della conoscenza; basti pensare a quanti farmaci, formulati con un obiettivo specifico, hanno dimostrato poi di avere altre azioni rispetto a quelle previste, aggiuntive e forse semplicemente sottovalutate. Nota a tutti l’aspirina, comune antifebbrile e antidolorifico che però, a bassi livelli, manifesta un’azione anticoagulante, tanto da essere usata oggi, dai più proprio con questo fine. Una situazione simile si è verificata anche per l’Acido Tricloracetico. Il Prx T33 prodotto dall’azienda GPQ- WiQo rappresenta un esempio di un’importante innovazione: unendo all’Acido Tricloracetico il Perossido di Idrogeno a un’opportuna concentrazione, il TCA perdeva la sua azione fortemente aggressiva nei confronti degli stati superficiali dell’epidermide, ma manteneva l’effetto di stimolazione a livello dermico con successiva produzione di collagene e di profonda idratazione. Ecco il meccanismo per il quale il TCA modulato con il perossido di idrogeno non è un peeling. Se applicato in un ciclo di sedute a frequenza settimanale, il PRX- T33 produce un aumento stabile della tonicità, distensione delle rughe e il rimodellamento della matrice del derma con ringiovanimento cutaneo per rigenerazione dello stesso. Ma vediamo il trattamento come si svolge, i benefici, le eventuali controindicazioni e i costi, insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica .