“…tanta parte della nostra sofferenza deriva non soltanto dalla nostra situazione dolorosa, ma dal nostro sentimento di essere isolati nel nostro dolore” (Henri Nowen).
Il prolungamento dell’aspettativa di vita ha determinato, in tutto il mondo, una modificazione strutturale della popolazione, con una proporzione crescente di soggetti anziani. Questi ultimi sembrano particolarmente suscettibili al rischio di depressione: oltre i 65 anni almeno un paziente su sei visto dal medico di base ha sintomi depressivi, mentre studi epidemiologici riportano che la depressione vera e propria nella terza età si ritrova in percentuali che variano dall’1 al 35%, con i tassi più elevati nelle case di riposo e negli istituti di lunga degenza.
In questi casi, spesso la depressione viene considerata un corollario “fisiologico” della vecchiaia, un’evocazione della morte, al contempo temuta e desiderata da chi sente prossima la fine della propria esistenza. Ne parliamo con la Dott.ssa Cristina Toni, Psichiatra del Centro Medico Visconti di Modrone. Continua a leggere