La sofferenza a livello circolatorio, che si manifesta con vene varicose e ristagni, si affronta a livello globale agendo su reni, vasi ed epidermide. Continua a leggere
La sofferenza a livello circolatorio, che si manifesta con vene varicose e ristagni, si affronta a livello globale agendo su reni, vasi ed epidermide. Continua a leggere
Prima regola: non mangiare nulla che abbia una madre o una faccia. Ma proprio nulla senza sgarrare mai. E niente latticini, e oli di alcun tipo. Certo, impresa per molti non facile ma è proprio questa la scoperta del chirurgo americano Cadwell Esselstyn, per molti anni operativo in uno dei più prestigiosi ospedali americani, la Cleveland clinic.
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Non esiste una regola aurea valida per tutti i tipi di verdura. I metodi di cottura da preferire variano in base alla presenza o meno delle principali categorie di sostanze ad alto potere nutritivo e preventivo. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la perdita di nutrienti. Proponiamo, quindi, un breve vademecum per orientarci in queste scelte, tutt’altro che di secondaria importanza. La cosa fondamentale è quella di consumare vegetali, variando tra il cotto e il crudo. Non succede nulla se non usiamo il metodo di cottura ideale in ogni occasione, ma è bene sapere in modo più preciso qual è il trattamento migliore sui fornelli. Ne potrà derivare qualche beneficio in più per la nostra salute. I modi e i tempi di cottura di patate, carote, zucchine, peperoni, pomodori e degli ortaggi in genere, sono fondamentali per conservare le vitamine e i minerali di quelle verdure. Possiamo affermare che per la maggior parte degli ortaggi la cottura distrugga gran parte di principi nutritivi. Per tutti vale quindi una regola: minore è il tempo di cottura, maggiore è l’apporto di vitamine e minerali. Continua a leggere
La Natura in fermento richiede un surplus di attività ai polmoni e all’intestino crasso, due organi fondamentali per avere un corpo giovane e vitale.
Se la tradizionale idea di esercizio fisico non ti entusiasma o non ti conviene più, se il tempo umido e uggioso ti fa passare la voglia di sudare in palestra o se non riesci a buttar giù la pancia, malgrado le serie infinite di esercizi per gli addominali, prova l’antiginnastica. Non è una vera e propria attività fisica, ma una routine di movimenti che mirano al riequilibrio posturale e all’allungamento muscolare.
Movimenti molto dolci che nulla hanno a che fare con il binomio “fatica e sudore” che caratterizza le attività fisiche tradizionali, che ti permetteranno di ritrovare l’ampiezza naturale dei movimenti, armonizzando il corpo e influendo sui dolorini articolari che dopo gli anta non risparmiano nessuno. Per praticarla non servono abbigliamento o attrezzi particolari. Bastano maglietta e pantaloni comodi, piedi nudi e qualche pallina di sughero e bastoni di legno. Thérèse Bertherat nata a Lione, è chinesiterapeuta ed è colei che ha dato origine all’Antiginnastica intorno al 1970 grazie all’incontro con Françoise Mezières le cui scoperte hanno rivoluzionato tutte le teorie classiche in materia di meccanismi corporei e tutte le pratiche di ginnastica medica e rieducativa.
L’Antiginnastica rappresenta uno strumento potentissimo che consente di uscire da modelli di movimenti e di gesti stereotipati aiutando ciascuno a rieducare il proprio modo di muoversi e di percepire il corpo, ad eliminare la stanchezza fisica e mentale, a dare respiro e vitalità a tutti i muscoli e a permettere a tutto l’organismo di “funzionare” in modo autonomo ed equilibrato. Continua a leggere
Paura, ansia, panico sono reazioni comuni davanti ad un pericolo presente o imminente, nel Sistema Nervoso Centrale (SNC) sono mediate dall’amigdala, una precisa struttura cerebrale e non sono necessariamente elementi negativi, anzi. Oggi ne parliamo insieme al Professore Mario Savino del Centro Medico Visconti di Modrone, Milano.
L’ansia di separazione, ad esempio, negli uomini e negli animali aiuta i cuccioli a non perdere di vista i genitori e restare così facili vittime dei predatori; l’ansia prestazionale ci spinge a preparare al meglio una performance; la paura ci insegna a non rischiare troppo a scapito della nostra incolumità, oppure ci induce a scegliere tra l’affrontare la minaccia o evitarla (“fight or flight response”) e così via.
Talvolta, tuttavia, l’ansia è patologica: sproporzionata agli eventi, all’entità della minaccia. Del tutto immotivata o quasi, prolungata, penosa fino ad intaccare profondamente la nostra qualità di vita. Questa paura invalidante, l’ansia che arriva al panico senza un valido motivo, rappresenta molto spesso il sintomo di un disturbo neurologico o psichiatrico e, non di rado, colpisce anche persone solide, coraggiose, sicure di se e non solo quelle timide, apprensive, sensibili. Continua a leggere