L’influenza dei social sulla nostra immagine

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La società in cui viviamo è profondamente interessata dall’apparenza e dall’esteriorità. Siamo sempre connessi con i social media i quali ci bombardano continuamente di immagini, imponendoci un modello che vogliamo raggiungere. L’apparenza sui social media è diventata quasi uno stile di vita. Modifichiamo persino il nostro comportamento per far vedere agli altri cosa stiamo facendo. Molto spesso si pubblica una foto – creando un portfolio di ricordi accessibile a tutti – non per la semplice condivisione, ma per ottenere più like possibili. Il problema si presenta quando si fa dell’apparenza sui social media il centro della propria vita. Non ci limitiamo a fotografare, bensì ci rechiamo espressamente in un luogo per farci un selfie. Ci vestiamo in un determinato modo solo per mostrarlo al mondo. Eseguiamo precise azioni affinché gli altri vedano quello che facciamo. Alcune persone hanno persino perso la vita nel tentativo di scattare il selfie migliore. La percezione che abbiamo del mondo a seguito dell’avvento di questo fenomeno è completamente cambiata e di conseguenza anche i canoni estetici. Numerose persone spendono energie e denaro per la ricerca di un aspetto fisico più gradevole, ricorrendo a esercizi estenuanti in palestra, a diete ferree, all’acquisto di prodotti di bellezza, all’utilizzo di filtri per le immagini sui social network fino ad arrivare alla chirurgia estetica. Sovente per valorizzare l’immagine di sé stessi, si finisce per tralasciare aspetti fondamentali di sé, quali: la personalità, l’intelligenza, le qualità caratteriali, la cultura, i valori, ecc. Negli ultimi anni vi è una tendenza a mettere in evidenza ciò che si vede ad un primo sguardo, a discapito di ciò che è celato alla vista. Oggi il corpo esprime la misura del valore sociale, diventa un oggetto da esibire e abbellire e per farlo si investono tempo, energie e denaro. Così facendo si sacrifica la propria unicità e autenticità, restando ossessionati dalla ricerca di una bellezza che non esiste. Infatti, solitamente la percezione che si ha di sé stessi rispetto all’aspetto esteriore non combacia con quella che gli altri hanno di noi. Spesso, nel dare un giudizio, sia se stessi che sugli altri, ci si rifà al punto di vista socialmente condiviso. Inoltre, in ambito psico-sociologico, non si ha, più il tempo né la voglia di restare da soli con sé stessi e di gestire le proprie emozioni, che sembrano prive di fondamento se non vengono subito comunicate a qualcuno. Continua a leggere



Bellezza e batteri

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I batteri sono sempre stati visti come ospiti pericolosi del nostro corpo, ma la visione del mondo scientifico è profondamente cambiata con la scoperta del Microbioma e delle sue funzioni vitali: la maggior parte dei batteri, infatti, vive in stato di utile simbiosi con l’organismo umano e il suo equilibrio è fondamentale per mantenerne la salute – che si riflette anche sull’aspetto esteriore. Gli scienziati hanno evidenziato che ciascuno di noi ha un proprio microbioma, unico come il DNA o come le nostre impronte digitali. Dopo anni di batteriofobia, si è capito che rafforzare i batteri buoni è più conveniente e sano che farlo fuori tutti per colpire i cattivi. In questo campo, la ricerca farmacologica consegue un successo dietro l’altro contro acne, rosacea, pitiriasi, dermatite seborroica, dermatite atopica, psoriasi. Successi di cui si avvantaggia la cosmetica, che ha compreso come un buon equilibrio dell’ecosistema della pelle la rende più protetta, bella, giovane. Il microbioma della pelle, in particolare, quando raggiungiamo l’età adulta si compone di 500 – 1000 specie diverse di batteri, per un totale di circa 2 milioni di batteri presenti in ogni 2 cm2 di pelle, e svolge diverse funzioni essenziali: fornisce una difesa dai batteri patogeni e libera proteine antiossidanti; modula le infiammazioni cutanee eccessive; rafforza la barriera cutanea contrastando la perdita di struttura ed elasticità. Quando il microbioma è in equilibrio, quindi, la pelle è in grado di difendersi meglio dalle aggressioni esterne e di recuperare più velocemente. L’equilibrio del microbioma può essere compromesso da fattori, che riguardano il nostro stile di vita e le condizioni ambientali circostanti. Esposizione ai raggi UV, inquinamento, alimentazione, stress, detersione aggressiva, medicinali, situazione ormonale. Continua a leggere



Meglio la dieta o lo sport?

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Assumere meno calorie con il cibo o consumarne di più con il movimento fisico? Dieta ed esercizio sono due strumenti fondamentali per rimettersi in forma. Ma se una scuola di pensiero li vorrebbe intercambiabili, la maggior parte degli esperti continua a considerarli complementari, perché solo se abbinati consentono di perdere peso in modo efficace e salutare, ridefinendo la silhouette e mantenendo i risultati a lungo termine, con in più il vantaggio di amplificare gli effetti preventivi nei confronti di malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e indebolimento muscolare. Continua a leggere



Clorofilla, il pigmento contro l’invecchiamento

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Dalla struttura simile all’emoglobina umana, la clorofilla è conosciuta anche come “sangue vegetale”: l’unica differenza è che al centro della molecola di clorofilla c’è un atomo di magnesio invece che di ferro. La sua funzione principale, al di là della fotosintesi, è anche quella di preservare le cellule delle piante dall’azione ossidativa dei radicali liberi, agenti tossici derivanti dai processi metabolici che, quando si accumulano nei tessuti in quantità eccessive, possono farli invecchiare e ammalare. Fra l’altro, è stata ormai ampiamente dimostrata la relazione fra la presenza di antiossidanti e la capacità di non sviluppare tumori: nel regno vegetale, infatti, si è visto che spesso la moltiplicazione cellulare incontrollata rimane circoscritta senza generare metastasi. Un contributo molto importante in tal senso è dato dalla clorofilla. Continua a leggere



Oggi è un giorno in meno, lo hai sfruttato?

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L’espressione latina carpe diem letteralmente significa “prendere il giorno”, ovvero “cogliere l’attimo”, nel senso di non sprecarlo, né lasciarlo passare come se non avesse importanza. È una sorta di gentile ordine che ci invita a vivere il presente con calma e pienezza, di approfittare al massimo di ogni giorno. Abbiamo, probabilmente, abdicato al grande potere che avevamo da bambini: godersi il presente. I bambini si godono gli abbracci, i giochi, le risate e se riusciamo anche solo per un istante ad entrare in sintonia con quel bambino che custodiamo dentro di noi, il tempo è come se si fermasse e lasciasse spazio al cuore, che ci indica da sè il ritmo del nostro personale tempo. Il tempo non può essere solo una serie infinita di numeri che si rincorrono, di lancette che fanno il giro e pagine di un calendario da strappare. Il tempo è il luogo delle nostre esperienze, delle emozioni, dei nostri sogni che hanno il loro fluire, il loro momento che danno un senso al trascorrere dei giorni. Grande sfida è capire ciò che noi usiamo chiamare con il termine di “tempo” e sfida ancora più grande è decidere come trascorrere il nostro tempo. Per la nostra realtà nulla ci è più misterioso e sfuggente del tempo; esso ci appare come la forza più grande ed inarrestabile dell’universo, che inesorabilmente ci accompagna. Ne parliamo con il Dott. Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro.

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L’azione corretta

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La maggior parte degli esseri incarnati porta sulle spalle un metaforico zaino pieno di sensi di colpa, insoddisfazioni, frustrazioni e pensieri debilitanti. E naturalmente arriva il giorno in cui quel peso diventa difficile da sostenere. E allora ecco che arriva la malattia a farci fare il punto della situazione. Negli ultimi decenni anche la scienza afferma che una mente serena alimenta un buon sistema immunitario e che le persone più tranquille si ammalano di meno. Il risentimento che proviamo verso noi stessi o verso gli altri che tipo di molecole mette in moto nell’organismo? La rabbia protratta come agisce su fegato e stomaco? La paura quanto incide sul funzionamento renale? I pensieri (inutili) circolari, sempre gli stessi, e il pessimismo che effetto hanno sulle funzioni della milza? La tristezza perenne che relazione ha con le patologie dell’apparato respiratorio? L’eccitazione costante, l’essere sempre sopra le righe, cosa comporta alla sfera cardiovascolare? Ne parliamo con Giulia Giuntoli, Naturopata, specializzata in Fitoterapia presso la Scuola Italiana di Medicina Olistica di Milano. Continua a leggere