Il termine “casi umani” si riferisce tipicamente a individui che sono estremamente bisognosi e hanno un urgente bisogno di coinvolgere gli altri nelle loro difficoltà personali. Queste difficoltà possono variare da questioni lavorative e relazionali a difficoltà finanziarie e altro ancora. Questi individui spesso condividono una lista infinita di disgrazie, come dolore, abbandono e perdita, con l’intenzione di catturare l’attenzione del loro ascoltatore, preferibilmente qualcuno che non conoscono bene. L’obiettivo è stabilire una connessione con l’ascoltatore e farlo sentire complice delle proprie disgrazie. Una volta stabilita questa connessione, le risorse emotive dell’ascoltatore vengono poi sfruttate, spesso senza che lui se ne renda conto, portando ad un processo di “vampirizzazione” in cui l’energia e le emozioni dell’ascoltatore vengono prosciugate. Ciò può provocare sentimenti di stanchezza, vuoto, pensieri negativi e calo dell’umore. È importante notare che questa dinamica è lontana da un’amicizia sana, in cui uno è disposto a sostenere ed entrare in empatia con la sofferenza e il dolore dell’altro come risposta naturale a eventi drammatici. Si tratta invece di una relazione unilaterale in cui il focus è esclusivamente sull’intervento immediato, sul salvataggio e sulla riparazione dell’interlocutore.
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