Misoginia è un termine che segna un’epoca. Oggi probabilmente si direbbe ginofobia. Sarà forse perché la parola suona male o è incomponibile, ma chi odia gli omosessuali non è stato indicato come miso-omo… qualcosa, è prevalso il termine “omo-fobo”. Non è un dettaglio, perché “miso” vuol dire “che odia”, mentre invece “fobo” è “che ha paura”. Oggi c’è una vera e propria tendenza mentale a dire che chi mostra comportamenti ostili, discriminanti o intolleranti verso qualcuno, sotto sotto ne ha paura. Questo “sotto sotto” è un concetto psicanalitico: ciò che appare è l’odio, ma maschera una pulsione diversa, che è la paura. Paura di fusione, di essere assimilato e della propria parte simile all’altro. Quindi chi odia gli omosessuali avrebbe sotto sotto paura degli omosessuali, ma questo perché in ultima analisi avrebbe paura della propria parte omosessuale, e cercherebbe di negarla dichiarandola inaccettabile. C’è chi lo fa con lo scherno, chi con la regola religiosa, chi con un generico disdegno, ma in realtà l’odio vero non esiste, è questione di paura, paura di sé stessi. Però io ci andrei piano con le parole, nel senso che prima farei parlare i fenomeni. Chi odia le donne in realtà ne ha paura, ha timore della propria parte femminile e la rifiuta al punto da odiare le donne in generale. Siamo sicuri? Ne parliamo con il Dott. Matteo Pacini, medico chirurgo, Specialista in Psichiatria e docente di Medicina delle Dipendenze presso l’università di Pisa. Continua a leggere