PRP, pelle più giovane e non solo

pelleL’uso del Plasma Arricchito di Piastrine (PRP) è già da anni una realtà e una evidenza scientifica verificata dalla comunità medica mondiale in chirurgia plastica nella cura dei grandi ustionati.
I chirurghi plastici e i loro pazienti, traggono enormi benefici nella rigenerazione dei tessuti attraverso il PRP, ottenendo una guarigione chiaramente superiore sia per la qualità del tessuto, che per la rapidità di guarigione.

In chirurgia Maxillo Facciale e in Implantologia, si conoscono da anni le potenzialità dei Fattori di Crescita Piastrinici PRP (Platlet Rich Plasma) per favorire e stimolare la rigenerazione ossea sia nella gestione degli impianti endossei che per la guarigione di fratture difficili. Si tratta di una procedura ben documentata ed efficiente, già nel 1970 era stato dimostrato un aumento del 20% della densità dell’osso trabecolare, una riduzione del 40% dei tempi di guarigione e una diminuzione dell’80% del dolore usando il PRP. Ricercatori hanno studiato questo effetto anche nei problemi parodontali. Le conclusioni sono state che la tecnica PRP rappresenta una ricca fonte di fattori di crescita in grado di promuovere cambiamenti significativi nei danni parodontali e può sopprimere il rilascio di citochine, limitare l’infiammazione, e di promuovere in tal modo la rigenerazione dei tessuti.

foto-prof-2Poteva la moderna Medicina Estetica lasciarsi sfuggire un simile meraviglia?
Ne parliamo insieme al Prof Santo Raffaele Mercuri (nella foto), primario del reparto di dermatologia del San Raffaele di Milano.

Da sempre il Medico Estetico basa la sua attività attraverso tecniche non invasive dove la biostimolazione della pelle e il suo ringiovanimento rappresentano i fondamenti sui quali basare qualsiasi altra attività successiva, che sia una seduta FELC, un botulino o un filler.  Qualunque tecnica applicata quindi, non dovrebbe prescindere da questo trattamento: il ringiovanimento della pelle è alla base di tutto e la soddisfazione sia del medico che del paziente è massima. Per la Biostimolazione della pelle fino ad ora ci si era basati su microiniezioni di materiali eterologhi, quindi esterni all’individuo: miscele di acido ialuronico, vitamine, ribonucleotidi, aminoacidi ecc..  materiali eccellenti che danno ottimi risultati ma, nonostante una loro eccellente attività antiaging, non potevamo parlare di rigenerazione della pelle.  Per quanto sicuri poi, sono sempre molecole estranee al nostro organismo.  Con la tecnica del PRP invece, tutto quello che è necessario alla nostra rigenerazione è autologo quindi è già dentro di noi e lo facciamo lavorare per noi.  Risulta chiaro che si apre un nuovo ed esaltante capitolo, una vera rivoluzione nel panorama della Medicina Estetica: l’uso dei Fattori di Crescita Piastrinici nel ringiovanimento della pelle attraverso la stimolazione della rigenerazione cutanea. Un capitolo che è stato appena aperto e che sarà alla base dei trattamenti di Medicina Estetica del futuro.    I fattori di crescita contenuti nelle piastrine sono capaci di stimolare diversi meccanismi cellulari tra cui la proliferazione e la migrazione dei fibroblasti (le unità funzionali del derma!) e la sintesi del collagene, richiamando o riattivando le cellule staminali presenti nella zona che stiamo trattando, migliorando lo stato della pelle. È  utile puntualizzare che il Trattamento con Fattori di Crescita Piastrinici PRP non è un mero trattamento estetico, ma una metodica biologica che tende a ripristinare le migliori condizioni vitali della nostra cute con risultati che possono manifestarsi con un meraviglioso “effetto collaterale”: un eccellente miglioramento dell’estetica della pelle e una ottimizzazione dei parametri fisiologici cutanei.   Sicuramente il ringiovanimento cutaneo così ottenuto avvantaggerà ulteriormente l’effetto e la durata di qualsiasi altro trattamento che verrà realizzato successivamente.

La tecnica è molto semplice e praticamente indolore: si effettua un prelievo di circa 20 ml. di sangue intero e lo si fa centrifugare per separare i globuli rossi e bianchi dalla parte liquida (plasma) dove si trovano le piastrine. Si preleva questa componente liquida, e si aggiunge una particolare soluzione di Calcio che determina la attivazione delle piastrine.  In questo modo, si realizza la liberazione dei granuli in esse contenuti, quindi si procede all’iniezione mediante un piccolissimo ago con tanti piccoli pomfi nella zona che si vuole trattare.  “Tutto questo, che fino a oggi sembrava fantascienza, è ora una realtà clinica riconosciuta a livello internazionale”. È  stato appurato in recenti studi comparativi un importante fattore discriminante nell’ambito dell’uso del PRP:  la quantità di piastrine, concentrazione e rilascio dei fattori di crescita dipendono fortemente dal tipo di kit utilizzato, da come le piastrine sono attivate e dalla centrifuga utilizzata.    Il kit che utilizziamo qui al San Raffaele, permette al Medico una raccolta, concentrazione e utilizzo di quantità molto elevate di piastrine e una ottimale attivazione, provati fattori determinanti per la massima efficacia del trattamento.   Questo è un decisivo parametro nella scelta del tipo di Protocollo ma fondamentale è anche il Centro al quale ci si affida per la terapia. Sembra ovvio, ma sterilità, serietà di gestione del protocollo ed esperienza specifica, fanno la differenza.

trevaini50Silvia Trevaini

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