I marma

L’ayurveda considera ogni singolo individuo come unico nel suo genere, con una costituzione individuale, sia fisica sia psicologica, determinata da ereditarietà genetica, e influenza dei dosha e del karma. Benché, man mano che viviamo la nostra vita, si verifichino molti cambiamenti nel nostro corpo e nella nostra mente, nell’essenza la persona resta  la stessa dalla nascita, a meno che ci imponiamo uno squilibrio di dosha con uno stile di vita insano. L’Ayurveda identifica un fattore che collega i vari stadi delle nostre vite e mantiene la nostra identità individuale. Questo fattore si chiama smirti, che possiamo tradurre con “memoria”, che permea ogni singola cellula del nostro corpo. L’Ayurveda ci insegna inoltre che per essere sani in questa vita dobbiamo permettere all’energia vitale, o prana, di fluire senza impedimenti. Se la nostra condizione è inadeguata, o se indulgiamo su pensieri e atteggiamenti che incrinano il nostro stile di vita rendendoci pieni di risentimento e di rabbia, tale energia si blocca. Il nostro corpo e la nostra mente non riesce più a funzionare armoniosamente, rendendoci impossibile il vivere appieno la nostra vita.

Nel corpo sono presenti numerosi punti di energia ( 107 in totale) che stimolano alcune delle sue funzioni e ne mantengono la salute. Sebbene questi punti (conosciuti come punti marma) non possano essere individuati utilizzando strumenti scientifici, si ritiene che vi siano prove sufficienti per poter affermare che se uno o l’altro non funziona o si blocca, si avrà l’insorgenza della malattia. La maggior parte di questi punti si trova in aree vitali come i tendini, le maggior arterie e vene e le principali articolazioni. I testi ayurvedici suggeriscono che i punti marma sono parti del corpo dove due o più sistemi importanti s’incontrano, quali i nervi o i vasi sanguigni, le ossa e i nervi o i muscoli, i legamenti e le articolazioni. Un punto marma è il sito dell’energia concentrata , e il danno a uno qualsiasi di questi punti può comportare serie malattie. Vi sono tre centri principali marma: la testa, il cuore e la vescica. Un ferimento violento a uno qualsiasi di questi centri marma può causare la morte.

L’Ayurveda insegna inoltre che i punti marma possono essere usati per manipolare le forze di vata, pitta e kapha. In alcune persone, il flusso di prana attraverso questi punti può risultare bloccato dalle “memorie” provenienti dalla vite precedenti. Benché queste memorie possano anche essere a livello inconscio, le stesse, e qualsiasi trauma ad esse associato, possono comunque avere un profondo effetto sulla persona. Il comportamento di un neonato è influenzato dalle esperienze da lui vissute nelle vite passate; tuttavia, con il passare degli anni, queste memorie vengono cancellate da nuove esperienze. L’Ayurveda non è la sola disciplina a credere nelle vite passate. La regressione ipnotica sembra aver dimostrato che le persone hanno vissuto in precedenza, e che le memorie delle esistenze precedenti possono essere sbloccate ed esplorate. Le differenze nelle dottrine di coloro che ammettono la possibilità di vite precedenti si concentrano solitamente sull’interpretazione del fenomeno, offrendo una gamma di spiegazioni che vanno dalla reincarnazione alla memoria popolare. Naturalmente molti rifiutano di accettare questa possibilità e preferiscono una spiegazione scientifica delle caratteristiche specifiche di una persona, come ad esempio l’ipotesi offerta dalla genetica. Si giunge inevitabilmente a una questione di credo e di esperienza personale, uno è dei principali pilastri dell’Ayurveda. A meno che una persona creda nella reincarnazione e nel karma, il mondo sembra caotico, senza significato, anarchico e ingiusto. I seguaci dell’Ayurveda non accettano questa visione del mondo, e ritengono che tutte le cose funziona in base ai principi ordinati. Quando insorge una malattia senza nessuna ragione apparente, come è spesso il caso dei bambini, l’Ayurveda ritiene che una predisposizione a tale disturbo sia stata portata dalla vita precedente. Alla nascita i nostri punti marma sono bloccati poiché sono meccanismi autoregolatori. Analogamente, le fobie possono essere legate a esperienze avute nelle vite precedenti; la paura per i ragni o le mosche, ad esempio, può essere causata da “memorie” di esperienze vissute non nella nostra vita attuale. Il compito dei medici ayurvedici è quindi di applicare il trattamento specifico ai punti marma per sbloccare l’energia, e permettere al prana di fluire liberamente eliminando la malattia.

La cura applicata ai punti marma può influenzare le funzioni corporee in maniera molto simile a quanto fa l’agopuntura. Infatti, si ritiene che nei tempi antichi, alcune parti dei testi ayurvedici che descrivono la terapia marma in dettaglio, furono portati in Cina dove tale teoria fu sviluppata nell’agopuntura. In tempi più recenti, il massaggio o la pressione applicata ai punti marma ha dimostrato di avere effetti benefici, e disturbi che si possono curare con successo in questo modo comprendono l’ansia e la tensione, l’artrite, la fatica cronica, le spalle bloccate, le malattie immunodepressive, la sindrome da intestino irritabile, la mancanza di vitalità, l’emicrania, le lesioni neuromuscolari, i disturbi cutanei e il gomito del tennista, così come problemi specifici associati a particolari punti marma: ad esempio, un problema con un punto marma al ginocchio può creare stipsi.

Il marma pucture è l’equivalente ayurvedico dell’agopuntura, ed è efficace per la cura dei disturbi che non reagiscono alla medicina ortodossa. Applicare una lieve pressione ai punti corretti può apportare sollievo. Il trattamento è inoltre effettuato utilizzando adeguate tecniche di massaggio e oli che variano a secondo di quale sia il dosha predominante. Uno dei più famosi, l’olio narayana, è derivato da un miscuglio di erbe che sono altamente efficaci nella cura dei problemi relativi ai vata. Esso viene applicato sotto forma di poltiglia calda e accompagna una forma di massaggio impastante.

Gli oli consigliati per i vari tipi di dosha sono:

-Vata: oli a effetto calmante (sesamo, oliva, mandorla, germe di grano, ricino)

– Pitta: oli a effetto raffreddante (cocco, sandalo, semi di zucca, mandorla, girasole)

– Kapha: oli a effetto riscaldante ( sesamo, zafferano, senape, mais)

Queste raccomandazioni riflettono ancora una volta l’importanza di curare gli individui in base ai loro tipi di dosha. Vi è una vasta gamma di preparazioni con molteplici erbe disponibili che il vostro medico ayurvedico può raccomandare.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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