Addio peli superflui

Durante i mesi più freddi dell’anno, l’esigenza di depilarsi è meno frequente in quanto il più delle volte le zone del corpo come gambe, ascelle, braccia, schiena e petto sono coperte dagli indumenti e raramente sentiamo la necessità di depilarci. Cominciare un percorso di sedute di epilazione laser durante l’inverno è una delle decisioni più sagge che si possa prendere. L’epilazione laser infatti è maggiormente efficace su pelli non abbronzate e non esposte ai raggi solari, senza contare che iniziare in inverno il ciclo di sedute farà arrivare pronti ad un’estate senza peli.

La depilazione basata sui classici sistemi manuali (rasoi, cerette) ha sempre un’efficacia temporanea, in quanto si limita a recidere la porzione del pelo extra cutanea, senza intervenire a livello della porzione basale (follicolo), dove avvengono i processi di crescita e rigenerazione del pelo stesso. L’epilazione “definitiva” si avvale dell’impiego di metodi hi-tech sempre più performanti e sofisticati che si basano essenzialmente sulla fototermolisi selettiva, ovvero sull’energia luminosa assorbita dalla melanina (il pigmento che conferisce il colore al pelo). Il trattamento è risolutivo purché colpisca il bulbo pilifero nella fase di crescita del pelo, questo perché l’efficacia del trattamento dipende dalla quantità di energia luminosa che viene assorbita dalla melanina (l’energia luminosa assorbita dalla melanina si trasforma in calore, che surriscalda la matrice che consente al pelo di crescere, distruggendola e bloccando così sul nascere lo sviluppo pilifero). Nella fase di crescita del pelo è presente molta melanina all’interno del bulbo pilifero, quindi più energia sarà assorbita, maggiori probabilità ci saranno che il bulbo venga distrutto. Il trattamento dunque agisce solo sui follicoli in fase crescita, ma anche se non ce ne accorgiamo, sotto la nostra pelle coabitano con essi anche molti follicoli “silenti”, una sorta di letargo dal quale possono risvegliarsi in qualsiasi momento, stimolati ad esempio dall’assunzione di farmaci o dalla stimolazione di certi ormoni. Il risultato dell’epilazione sarà di conseguenza effettivamente permanente sui follicoli attivi trattati, ma non può garantirci se, quando e in che quantità potranno spuntare nuovi peli, per cui si consiglia sempre almeno una seduta di richiamo all’anno. Ma vediamo i due metodi più utilizzati insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica .

Le principali metodologie utilizzabili per questo trattamento sono due: luce pulsata intensa (IPL) e laser diodo.

Dott.ssa Gabriela Stelian

La luce pulsata utilizza una sorgente luminosa ad ampio spettro, ossia con diverse lunghezze d’onda adattate al contenuto di melanina del pelo e dei tessuti circostanti. Aumentando la temperatura e inducendo calore nel follicolo pilifero, parte dell’energia della luce pulsata è assorbita dal pigmento melaninico del pelo e un’altra parte, penetrando nel derma, è invece assorbita dalla papilla dermica. Questa sinergia riesce a danneggiare la maggior parte delle cellule responsabili della crescita del pelo, con il risultato di una epilazione efficace nel lungo termine. Dopo ogni seduta generalmente viene eliminato il 10-20% dei peli presenti. I peli che rimangono avranno però una ricrescita più lenta e appariranno progressivamente sempre più sottili. L’entità dei risultati dipende comunque da numerosi fattori quali il colore dei peli stessi (più sono scuri, più il trattamento sarà efficace: i peli biondi, rossi e bianchi sono i più difficili da eradicare, nonché dal numero dei peli e dalla loro consistenza. La luce pulsata intensa agisce in modo selettivo sulla melanina, ma non con estrema precisione: può infatti colpire anche la melanina presente sulla pelle e non solo nella matrice del pelo. La luce pulsata ha, quindi, il limite del fototipo, ossia il colore della pelle. Non può essere utilizzata su una pelle scura o anche solo abbronzata, non solo perché non funzionerebbe ma anche perché rischierebbe di fare danno causando delle macchie (si potrebbero verificare ipopigmentazioni antiestetiche transitorie, che generalmente vanno incontro a risoluzione spontanea nel giro di qualche mese). Ecco perché è un trattamento ideale per l’autunno avanzato o l’inizio dell’inverno. Su pelli più chiare, invece, non ci sono problemi e con la luce pulsata si ottengono ottimi risultati. Il trattamento con luce pulsata si può inoltre eseguire solo su cute integra, che non sia affetta cioè da patologie della pelle e che non presenti escoriazioni o piccole ferite. Ogni seduta di luce pulsata ha una durata che varia dai 15 ai 30 minuti, a seconda della zona da trattare. Il numero delle sedute varia da 5 a 8, con intervalli di tempo di un mese per le prime due sedute e di un paio di mesi per le successive. Consigliabili sempre 1-2 sedute di richiamo ogni anno.

Il laser a diodo, all’alessandrite e all’alessandrite associata allo yag, è una tecnologia che dà ottimi risultati anche quando il pelo è molto sottile. È costituito da un’unica lunghezza d’onda (genera cioè onde luminose unidirezionali e monocromatiche), che permette di individuare il follicolo pilifero senza però danneggiare la pelle: dirigendo e concentrando l’energia del laser alla radice del pelo, l’estremità del manipolo protegge e raffredda la pelle circostante, riducendo al minimo la sensazione di fastidio. Pulsando per una frazione di secondo, il tempo sufficiente per vaporizzare il pigmento, il laser agisce contemporaneamente su decine di bulbi, distruggendo subito una parte di essi (10-20%) e rallentando sensibilmente la ricrescita del resto degli annessi piliferi. Controindicazioni sono la presenza di cicatrici recenti, che vengono comunque isolate in fase di trattamento, e di tatuaggi, che vanno valutati da caso a caso anche se di regola si evita di passarvi sopra il laser. La sera prima si deve rasare la zona da trattare con un rasoio, senza ceretta, nemmeno nei mesi precedenti, perché più pelo c’è, con bulbo inevitabilmente rinforzato, più la performance sarà incisiva. Sulla zona da trattare si passa un olio che aiuta il manipolo della macchina a scorrere sulla pelle. Il numero di sedute richieste per un’ottimale riduzione permanente dei peli indesiderati è di 4-6, da effettuarsi con cadenza mensile. Consigliabili anche qui 1-2 sedute di richiamo ogni anno.

L’intervallo tra una seduta e l’altra segue i ritmi di crescita del pelo, ma si tratta di un lasso di tempo indicativo. Quando la riduzione comincia ad essere importante si valuta caso per caso e gli intervalli si fanno più ampi, dai 45 giorni ai due mesi, perché è importante sottoporsi al trattamento con il maggior numero di peli. Il tempo di ogni seduta varia in base alla zona da trattare: dai 10 minuti delle aree più piccole, a un’ora per una gamba intera. I trattamenti al laser possono essere risolutivi in caso di condizioni particolari, ad esempio in casi di follicolite e idrosadenite nelle regioni inguinali e ascellari. Si tratta di infiammazioni del follicolo, sollecitato dalle frequenti rasature, che possono portare anche a peli incarniti e cicatrici. Il problema si risolve totalmente, scompaiono le cicatrici conseguenti a queste condizioni e si riducono anche gli aloni scuri di natura ormonale che ne conseguono.

Se comparata ad altri metodi per rimuovere i peli come la ceretta o anche l’elettrodepilazione, l’epilazione laser/luce pulsata fa decisamente meno male. L’epilazione può essere consigliata a tutti, tranne alle donne in gravidanza e allattamento, la cui pelle è molto più sensibile e reattiva e predisposta ad irritarsi. L’epilazione definitiva viene realizzata con ottimi risultati su ogni zona del corpo (gambe, viso, braccia, inguine, ascelle, schiena, addome) sia per le donne che per gli uomini. Le migliori candidate sono, tuttavia, le persone con peli scuri e ben visibili sulla pelle, poiché molto più facilmente individuabili dal laser.

trevaini50Silvia Trevaini

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