Prendiamoci cura del nostro intestino

Durante le vacanze di Natale i ritmi di vita cambiano in modo repentino e facilmente adottiamo le tipiche “cattive” abitudini che causano il gonfiore addominale: il mangiare in modo scorretto, unito all’eccessiva sedentarietà, provoca una scarsa e cattiva digestione, che insieme alle sostanze di scarto, determina un accumulo di gas nelle pareti intestinali. Con il risultato di andare incontro a sensazioni di disagio e malessere generale.

Già perché si sa, se sta bene lui, stiamo bene anche noi! Le ricerche più recenti mettono il nostro intestino e i suoi minuscoli abitanti al centro della nostra salute. La sua corretta funzionalità condiziona positivamente il nostro umore, attraverso la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, può aiutarci a stare in forma senza ingrassare, ci aiuta a prevenire le più diverse patologie, dal diabete all’Alzheimer, passando per quelle cardiovascolari. Contrastare gli squilibri intestinali è dunque la prima mossa per favorire il nostro benessere. Anche in presenza di un qualsiasi dolore, che possa essere articolare, muscolare o neurologico, è impossibile pensare di ristabilirsi senza passare per un ripristino dell’armonia e una riduzione delle infiammazioni a livello soprattutto del colon. Oggi siamo arrivati alla comprensione del legame strettissimo della nostra pancia con gli stati infiammatori. Questa zona può diventare un focolaio di infiammazioni in condizioni di stress, ansia depressione o paura (stati d’animo piuttosto diffusi durante questa pandemia, per esempio) e batteri pericolosi possono prendere il sopravvento, o ancora il sistema immunitario può diventare pigro. Ma vediamo insieme alla Dott.ssa Patrizia Bartolini, Biologa Nutrizionista della Casa di Cura San Paolo di Pistoia, cosa causa la pancia gonfia e come spegnere le sue infiammazioni.

Come mai si ha spesso la pancia gonfia, infiammata e che fa male?

Il gonfiore addominale, accompagnato a sensazione di tensione e distensione dell’addome con sensazione di costipazione e pienezza, può dipendere da fattori genetici ma nella maggior parte dei casi i fattori  scatenanti sono lo stress cronico e l’alimentazione scorretta troppo ricca di zuccheri semplici, cibi raffinati, latticini e carni e povera di fibre (da frutta, verdura, legumi ecc.). Questi fattori se protratti nel tempo possono scatenare infiammazione a livello intestinale e causare squilibrio della nostra flora batterica (microbiota) nota come “disbiosi intestinale”. Il gonfiore addominale è collegato a fenomeni fermentativi (metabolismo degli zuccheri) o putrefattivi (delle proteine) all’interno del microbiota intestinale. Significa che alcuni ceppi batterici, potenzialmente patogeni, hanno alterato l’equilibrio in cui coabitano i microrganismi dell’intestino, dando vita ai problemi gastrointestinali sopra descritti.

 

Chi è stitico è più soggetto al gonfiore. Che fare in questo caso?

La stipsi è proprio una conseguenza della “disbiosi intestinale”, quindi bisogna prima di tutto capire la causa scatenante di questo disequilibrio interno e mettere poi in atto le giuste strategie per riequilibrare la funzionalità dell’intestino. Se l’origine della disbiosi fosse lo stress cronico è necessario modificare lo stile di vita della persona, consigliando di dedicare più tempo ad attività sportive e ricreative piacevoli e utili per gestire lo stress. Se invece la causa della stipsi fosse l’alimentazione scorretta è necessaria una correzione delle abitudini alimentari.

 

C’è un legame tra il sistema immunitario e la pancia?

Certo l’intestino rappresenta uno dei più importanti organi immunitari dell’organismo. L’enorme importanza dell’intestino negli equilibri immunitari dell’organismo era già stata intuita da Ippocrate nel 2.500 a.C. circa, al punto da spingerlo ad affermare che: “Tutte le malattie cominciano nell’intestino“.

Basti pensare che con la sua superficie di circa trecento metri quadrati, quest’organo ospita qualcosa come centomila miliardi di microrganismi e produce grossomodo il 60-70% delle cellule immunitarie dell’organismo.

A livello intestinale, infatti, sono presenti sistemi immunitari di tipo innato (o aspecifico) e adattivo (o specifico) che garantiscono una corretta risposta della mucosa intestinale in seguito all’ingresso di tutto ciò che viene riconosciuto come estraneo e pericoloso. D’altro canto, pensandoci bene, l’intestino – oltre alla funzione digerente- rappresenta una delle importanti “linee di demarcazione” fra il mondo esterno e quello interno del nostro organismo.

 

Come prevenire e come vincere questi disturbi?

Per prevenire l’insorgenza dei disequilibri del microbiota è fondamentale nutrire correttamente la flora batterica intestinale che si nutre di fibre indigerite (prebiotiche) presenti negli alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi, cereali integrali) e ridurre il consumo di alimenti infiammatori e acidificanti (zuccheri semplici, cibi raffinati, latticini, alcolici e grassi animali) che vanno invece ad alterare l’equilibrio intestinale. È molto utile anche consumare regolarmente cibi fermentati (es. yogurt, Kefir ecc.) ricchi di microrganismi buoni (probiotici) che vanno ad arricchire e sostenere il nostro microbiota.

 

Che funzione hanno i probiotici e i prebiotici?

Quando parliamo di probiotici intendiamo dei microrganismi “vivi” presenti nel tratto intestinale, come batteri (tra cui i Bifidobatteri e i Lattobacilli) e lieviti (come il Saccharomyces boulardii), di cui esistono decine di specie diverse. I probiotici hanno un effetto benefico per la salute umana, grazie all’antagonismo nei confronti di microrganismi patogeni e alla produzione di sostanze antimicrobiche, ma aiutano anche a rinforzare il microbiota intestinale e a prevenire i sintomi come gonfiore e flatulenza. Oltre ai probiotici, anche i prebiotici sono elementi essenziali per l’equilibrio del microbiota. Si tratta di sostanze (fibre) non digeribili dall’organismo, la cui azione favorisce la crescita e l’attività di quei batteri “buoni” e utili per la salute di sistema immunitario e metabolico. I prebiotici, inoltre, hanno anche un’azione di attenuazione degli effetti negativi che lo stress psicologico provoca al nostro organismo. Lo stress, infatti, riduce determinati probiotici, provocando così un’alterazione del microbiota e, conseguentemente, dell’equilibrio dell’organismo stesso.

 

Anche le intolleranze alimentari possono provocare gastrite e la sindrome dell’intestino irritabile?

Le intolleranze alimentari fanno parte di un più vasto gruppo di disturbi definiti come reazioni avverse al cibo: si parla di intolleranza alimentare, piuttosto che di allergia, quando la reazione è strettamente dipendente dalla quantità dell’alimento non tollerato ingerito (dose-dipendente) o prodotta dalla carenza di uno specifico enzima (intolleranza al lattosio) o dagli effetti tossici dell’alimento sulla mucosa intestinale. I sintomi da intolleranza alimentare sono estremamente vari e possono colpire diverse parti del corpo: cefalea, dermatite, coliti, diarrea, meteorismo, gastrite, stanchezza, insonnia…i sintomi possono essere tanti e di diversa natura e spesso evocano un malessere difficilmente identificato. Guarire dalle intolleranze alimentari è possibile: una volta individuati con precisione i cibi responsabili del fenomeno, occorrerà eliminarli completamente dall’alimentazione quotidiana con l’obiettivo di reintrodurli gradualmente. E nel frattempo è fondamentale curare e ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale, che è spesso all’origine delle intolleranze alimentari.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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