Dieta cheto contro il mal di testa

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La dieta chetogenica funziona anche contro il mal di testa. La Dieta chetogenica è stata originariamente sviluppata per i bambini epilettici circa cento anni fa ed ora è studiata per trattare anche l’emicrania. Prima che la Dieta chetogenica diventasse la nuova tendenza in tema di diete low-carb (basso contenuto di carboidrati), era utilizzata per trattare l’epilessia nei bambini. I medici avevano inizialmente osservato che il digiuno riduceva la quantità di convulsioni, e che mangiare prevalentemente grassi e poche altre cose simulava gli effetti del digiuno nel cervello. Recentemente i ricercatori hanno sperimentato simili osservazioni positive negli emicranici. La versione originale si basava su un regime alimentare sbilanciato a favore dei grassi, presenti in quantità nettamente superiori rispetto a proteine e carboidrati. Oggi esistono diverse varianti di dieta chetogenica, utilizzate soprattutto per gli adulti e caratterizzate da un diverso rapporto tra macronutrienti. Tutte partono dal rovesciamento della “piramide alimentare” tipica della dieta Mediterranea e prevedono pochissimi carboidrati, un giusto apporto di proteine (in genere 1 g per kg di peso corporeo) e tanti grassi, soprattutto “buoni” (polinsaturi) che devono coprire il restante fabbisogno calorico quotidiano. Spesso la dieta chetogenica viene confusa con quella iperproteica, dalla quale invece è molto diversa. La quota di proteine previste dal menu giornaliero non è eccessiva, ma rispetta il quotidiano fabbisogno individuale, per evitare che il surplus si trasformi in zuccheri, ostacolando il raggiungimento della chetosi.

Come funziona

La dieta chetogenica può essere ipocalorica o normocalorica, ma parte sempre dalla riduzione o dall’eliminazione completa degli zuccheri semplici. Lo scopo è quello di fornire all’organismo fonti di energia alternative al glucosio, ovvero i grassi introdotti con l’alimentazione, ma anche quelli accumulati nell’organismo. Per utilizzare questi nutrienti come fonte energetica, il fegato inizia a produrre i cosiddetti “copri chetonici” (soprattutto il beta-idrossibutirrato), molecole a elevato potere antinfiammatorio e antiossidante, che rappresentano un carburante più efficiente e “pulito” dei carboidrati, dal momento che fanno produrre meno radicali liberi. Il regime alimentare chetogenico va seguito solo per un breve periodo di tempo (3-6 mesi), sotto controllo medico e adattando il piano nutrizionale alle esigenze individuali. Per ottenere i primi benefici bastano circa due settimane, tempo necessario all’organismo per raggiungere lo stato di chetosi. Ma tre mesi di regime chetogenico sono il minimo per avere effetti a lungo termine, che possono essere mantenuti nel tempo passando a una dieta con alimenti a basso indice glicemico (legumi, cereali integrali e interi, frutta e verdura), cioè capaci di evitare repentine oscillazioni dei livelli di zuccheri nel sangue dopo i pasti. In ogni caso, se necessario, la dieta chetogenica può essere ripetuta ciclicamente, con modalità e tempi personalizzabili in base alle necessità individuali.

Benefici per il sistema nervoso e per l’emicrania

La dieta chetogenica innesca meccanismi positivi nel sistema nervoso centrale e risulta efficace per contrastare tutte le malattie innescate da processi infiammatori, che l’eccessiva presenza di zuccheri nell’alimentazione contribuisce a determinare. Questa dieta è in grado di ridurre le frequenze delle crisi epilettiche del 40-50 per cento. Inoltre, l’approccio chetogenico è efficace anche contro altri disturbi neurologici, tra cui persino Parkinson, Alzheimer e sclerosi multipla con sintomo “fatica”.

Inoltre, i meccanismi legati allo stato di chetosi sarebbero utili anche per contrastare questa forma di cefalea, in cui le crisi dolorose si manifestano come reazione a uno stato di deficit energetico legato a un’alterazione del metabolismo cerebrale. I corpi chetonici prodotti dal fegato sono in grado di sostituirsi al glucosio come carburante per i neuroni, migliorano l’efficienza del metabolismo cerebrale e contrastano lo stress ossidativo, riducendo la produzione di radicali liberi e di sostanze che agiscono come mediatori dell’infiammazione e dell’eccessiva eccitabilità dei neuroni. Un aiuto in più contro l’emicrania viene dal miglioramento nella composizione del microbiota intestinale, favorito dal ridotto apporto di zuccheri e dalla presenza di fibre tipici della dieta chetogenica, che stimolano la produzione di acidi grassi a catena corta, nutrendo la flora batterica e contrastando le infiammazioni dell’organismo.

Eventuali controindicazioni

La dieta chetogenica è uno strumento terapeutico e come tutte le terapie deve essere prescritta sulla base di indicazioni ed esclusione di controindicazioni. Costituiscono controindicazione la grave insufficienza epatica, renale e cardiaca, infarto recente, gravi alterazioni del ritmo cardiaco, diabete mellito insulinodipendente, porfiria, abuso di alcol o di sostanze, disturbi psichiatrici gravi, disturbi del comportamento alimentare e gravidanza e allattamento, per i quali non ci sono ancora studi. Trattandosi di un percorso rigoroso, è opportuno indagare e verificare la reale presenza di motivazione da parte del paziente e la sua capacità di comprendere e attuare un percorso che per dimostrarsi efficace, soprattutto in campo neurologico, deve rispettare in modo esatto il rapporto di presenza/assenza inverso tra carboidrati e corpi chetonici.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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