La psicologia del profumo

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La scelta del profumo non è casuale anche quando acquistiamo un profumo pensando che sia “solo” una questione di gusto, ma deriva da un insieme di azioni, spesso inconsce, che avvengono prima di tutto a livello cerebrale. L’olfatto è un senso particolarmente antico, che ha avuto un importante significato evolutivo per i mammiferi, che erano cacciatori e predatori notturni, per sfuggire ai dinosauri, più grandi e strutturati, che allora dominavano il mondo. Nessuno però pare mai essersi occupato di recensire gli odori né di tenere conto della provenienza anche se, così come i suoni e i colori, anche gli odori sono legati alla sorgente emittente. Infatti, alcuni botanici sono in grado di riconoscere la famiglia di appartenenza del genere della pianta proprio dall’odore. E il profumo? Il profumo è il risultato del lavoro dell’uomo sull’odore.  Gli odori sono immagazzinati nella memoria in un contesto sensoriale ed emozionale non sempre cosciente e spesso in associazione a immagini e suoni. Possono essere definiti buoni o cattivi a seconda del gusto personale di ciascuno. Un odore si basa sull’emozione, la sensibilità, l’immaginazione e la memoria olfattiva si forma durante tutto il corso della vita. Fin dal terzo mese il feto percepisce gli odori che impara a gestire alla nascita attraverso il flusso respiratorio. La nostra educazione, i nostri ricordi, il nostro vissuto, formano il presupposto che verrà associato, attraverso un sistema di legami, a un’esperienza precisa: un odore a una persona, un luogo, un momento, una sensazione. La memoria olfattiva si forma per ripetizione o per fatto mancante. Continua a leggere