Attualmente viviamo in un’epoca che riconosce e si sforza sempre più di affrontare varie forme di violenza psicologica che in precedenza erano trascurate o ignorate. Allo stesso tempo, con il progresso delle tecnologie di comunicazione e l’emergere delle relazioni online, il numero e i tipi di tale violenza non hanno fatto altro che aumentare, potenziando i problemi esistenti. Un esempio di ciò è il fenomeno noto come ghosting, che è diventato molto diffuso e causa danni significativi alle sue vittime. Il ghosting, come suggerisce il termine, implica la scomparsa improvvisa dalla vita di qualcuno con cui si condivide un legame romantico o amichevole. Questa scomparsa implica non essere visti né ascoltati, non essere più contattabili e non offrire spiegazioni o avvertimenti. Spesso non ci sono segni visibili di insoddisfazione o intolleranza prima del ghosting. La persona che fa ghosting non si limita a porre fine alla relazione in modo legittimo, ma piuttosto interrompe completamente ogni comunicazione e diventa indisponibile. Questo atto può essere visto come un attacco attraverso la sparizione, poiché viola i principi fondamentali che governano le relazioni umane. Di conseguenza, il ghosting è oggi riconosciuto come una forma di violenza psicologica e in alcuni casi può addirittura essere classificato come abuso. Coloro che sperimentano questo trattamento non vengono semplicemente lasciati indietro; le loro vite sono profondamente influenzate da questa improvvisa assenza, che porta a una serie di emozioni, tra cui disorientamento, rabbia, frustrazione, ansia, senso di insensatezza, senso di colpa, solitudine, vulnerabilità e preoccupazione.
Chi si cela dietro il ghosting
Gli individui che tipicamente adottano questo approccio spesso cercano una via di fuga da una relazione esistente o tentano di nascondere un deficit fisico. Le loro motivazioni possono anche derivare da sentimenti di insicurezza e inadeguatezza. Spesso dietro le azioni del ghoster si nasconde una persona che ha vissuto ferite emotive e umiliazioni durante la sua infanzia. Di conseguenza, hanno sviluppato un modello di evitamento delle relazioni per prevenire la paura di essere abbandonati, spesso essendo invece i primi ad andarsene. Il ghosting evidenzia vari problemi come l’insicurezza, l’egocentrismo, la mancanza di empatia e l’immaturità. Una volta che la relazione viene interrotta bruscamente dal ghoster, questi non prova alcun senso di colpa, a differenza della vittima che viene lasciata in uno stato di incredulità e sofferenza. L’individuo che è stato ghostato rimane intrappolato in un ciclo infinito di domande senza risposta, sentendosi sedotto e abbandonato. Questa esperienza porta all’insicurezza e alla perdita di fiducia negli altri, che può essere incredibilmente difficile da superare, spesso richiedendo molto tempo per riprendersi da questa prova traumatica.
La psicoterapia per superare gli effetti del ghosting
Essere lasciati senza spiegazioni e non dando modo di confrontarsi può far scaturire una serie di stati d’animo negativi. Spesso trovando massima espressione nella rabbia per aver “sprecato” il proprio tempo assieme a qualcuno che si è dimostrato l’esatto opposto di quello che fino ad allora ha dimostrato, nella frustrazione e il senso di impotenza, per non poter esprimere tutto ciò che si prova dentro. Tra le emozioni emergenti di fronte alla sparizione dell’altro troviamo inoltre la tristezza che si attiva in risposta al senso d’abbandono improvviso, l’angoscia, il gran senso di turbamento e scetticismo che pervade non solo l’identità dell’altro, ma anche la propria, sorretto da pensieri come “avrei dovuto capirlo prima”, a cui consegue spesso un abbassamento del livello di autostima. Anche se tale evento può lasciare un segno profondo nel partner del ghoster, la prima cosa a cui è bene pensare è che, a meno che non si è autori di un gesto ancor più punibile che ha causato l’allontanamento, la persona che non è in grado di instaurare un rapporto reciproco e funzionale non siamo noi, ma l’altro. Essere incapaci di darsi completamente nasconde un’insicurezza e più in generale una forma di disagio. Essere vittima o protagonista attivo di questa dinamica relazionale può trasformarsi in una base di partenza da cui iniziare un percorso per rielaborare le proprie convinzioni e modalità di interazione. In particolare, se si è vittima della sparizione dell’altro l’affiancamento di un professionista può rappresentare uno strumento dal grande potenziale per comprendere meglio come affrontare e incanalare il dolore, affrontando e metabolizzando il problema con il sostegno di un esperto.
Silvia Trevaini
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