Obiettivo Benessere

Il cambiamento climatico e la salute della pelle

Prof. Santo Raffaele Mercuri

Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha assunto un ruolo centrale nelle discussioni scientifiche, politiche e sociali, ma il suo impatto diretto sulla salute umana è ancora spesso sottovalutato. L’alterazione delle condizioni climatiche, l’aumento dell’inquinamento atmosferico e l’esposizione prolungata a radiazioni UV rappresentano minacce crescenti per la salute della pelle. Tra gli effetti del riscaldamento globale, l’incremento delle temperature estreme e l’inquinamento stanno già mostrando i loro effetti negativi sulla cute, contribuendo a un aumento di patologie cutanee come dermatiti, invecchiamento precoce, ipersensibilità e persino l’incremento dei tumori della pelle. Per approfondire l’argomento e comprendere meglio come proteggere la nostra pelle in questo contesto sempre più complesso, abbiamo chiesto l’opinione di uno dei massimi esperti in dermatologia, il prof. Santo Raffaele Mercuri, primario di Dermatologia presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Con lui parleremo degli effetti del cambiamento climatico sulla pelle e di come adottare le giuste strategie preventive. Ecco cosa ci ha raccontato.

Prof. Mercuri, quali sono gli effetti più evidenti del cambiamento climatico sulla salute della pelle?

Gli effetti del cambiamento climatico sulla pelle sono molteplici. Innanzitutto, l’esposizione prolungata ai raggi UV, causata da un aumento delle temperature globali, accelera il fotoinvecchiamento, contribuendo alla comparsa di macchie cutanee, rughe e rilassamento della pelle. Inoltre, l’ozono e gli altri inquinanti atmosferici che si accumulano nell’aria possono danneggiare la barriera cutanea, rendendola più suscettibile a dermatiti e infezioni. Le temperature elevate e l’umidità crescente creano un ambiente favorevole per la proliferazione di batteri e funghi, con un conseguente aumento di patologie come la micosi cutanea e le dermatiti seborroiche. Infine, l’esposizione cronica a queste condizioni può portare a un incremento del rischio di sviluppare tumori cutanei, come il melanoma.

Quali patologie cutanee si stanno osservando più frequentemente a causa dell’inquinamento atmosferico?

L’inquinamento atmosferico ha un impatto diretto sulla pelle, principalmente attraverso la formazione di radicali liberi che danneggiano le cellule cutanee. In particolare, stiamo osservando un aumento dei casi di dermatite atopica, una condizione infiammatoria cronica della pelle che è peggiorata dall’esposizione agli agenti inquinanti. Un’altra patologia in aumento è la rosacea, che può essere aggravata dalle particelle inquinanti e dai cambiamenti climatici. L’inquinamento, inoltre, compromette la funzione barriera della pelle, rendendola più sensibile e soggetta a irritazioni e infezioni. Infine, l’acne, soprattutto nelle sue forme più infiammatorie, può essere esacerbata dalle polveri sottili che ostruiscono i pori.

Esistono strategie preventive che possiamo adottare per proteggere la pelle dagli effetti del cambiamento climatico?

Assolutamente sì. La prevenzione è fondamentale e passa attraverso una serie di accorgimenti pratici. Prima di tutto, è essenziale proteggere la pelle dai raggi UV utilizzando creme solari ad ampio spettro ogni giorno, anche in inverno o durante giornate nuvolose. È importante scegliere una protezione solare con un fattore di protezione adatto al proprio tipo di pelle e applicarla più volte durante la giornata. Anche l’uso di antiossidanti topici, come le vitamine C ed E, può aiutare a combattere i danni provocati dai radicali liberi. Inoltre, una detersione delicata e l’utilizzo di creme idratanti specifiche aiutano a mantenere integra la barriera cutanea, contrastando gli effetti dell’inquinamento. Un’adeguata idratazione e una dieta ricca di antiossidanti naturali sono ulteriori alleati per la salute della pelle.

L’esposizione solare è in aumento a causa delle temperature più elevate. Quali consigli darebbe per prevenire il fotoinvecchiamento e i tumori cutanei?

Il primo consiglio che posso dare è evitare di esporsi al sole nelle ore più calde, cioè tra le 11:00 e le 16:00, quando i raggi UV sono più intensi. Inoltre, indossare abiti protettivi, cappelli a tesa larga e occhiali da sole con protezione UV può aiutare a ridurre l’esposizione. Come già accennato, l’uso costante della protezione solare è essenziale. È importante anche educare le persone sull’autocontrollo dei nei, esaminando regolarmente la propria pelle e rivolgendosi al dermatologo in caso di cambiamenti sospetti. Inoltre, oggi la tecnologia ci mette a disposizione strumenti avanzati per la mappatura dei nei, che consiglio di utilizzare per una prevenzione più accurata. Infine, non bisogna dimenticare di prendersi cura della pelle anche dopo l’esposizione, utilizzando creme lenitive e rigeneranti che aiutino a riparare i danni solari.

In futuro, come pensa che la dermatologia si evolverà per affrontare meglio i cambiamenti ambientali?

La dermatologia sta già evolvendo grazie alla ricerca scientifica e alle innovazioni tecnologiche. Credo che vedremo sempre più un approccio personalizzato alla cura della pelle, con terapie studiate su misura in base al microbioma individuale e al profilo genetico di ciascuno. L’uso dell’intelligenza artificiale per la diagnosi precoce di tumori cutanei e di altre patologie sarà un’altra grande rivoluzione. A livello di trattamenti, la ricerca sta sviluppando nuovi ingredienti in grado di proteggere la pelle non solo dai raggi UV, ma anche dagli effetti dell’inquinamento atmosferico. Infine, credo che l’educazione alla prevenzione diventerà sempre più centrale, con campagne di sensibilizzazione che aiutino le persone a comprendere l’importanza della cura quotidiana della pelle in un ambiente in costante cambiamento.

Prof. Mercuri, ottobre è il mese in cui la pelle si deve adattare al cambiamento stagionale, specialmente dopo l’estate. Quali sono i principali problemi cutanei che emergono in questo periodo e quali trattamenti o routine consiglia per ripristinare la salute della pelle e prepararla ai mesi più freddi?

Ottobre è il mese perfetto per fare un bilancio dello stato della pelle dopo i mesi estivi. Molti pazienti notano un peggioramento di condizioni come l’acne o la rosacea dopo l’estate, dovuto sia al sole che all’utilizzo di prodotti pesanti come le protezioni solari. È importante, in questo periodo, scegliere detergenti delicati e ripristinare l’equilibrio naturale della pelle con ingredienti lenitivi come l’acido ialuronico e la niacinamide. Anche i trattamenti di peeling chimico sono più indicati in autunno, quando il rischio di esposizione al sole è minore, consentendo alla pelle di rigenerarsi senza subire ulteriori danni dai raggi UV. In sostanza, ottobre è il mese giusto per preparare la pelle all’inverno e adottare una routine più adatta ai mesi freddi, mantenendo un focus particolare sull’idratazione e sulla protezione.

Silvia Trevaini

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