
Ci sono attività che parlano un linguaggio semplice, eppure profondo. Il giardinaggio è una di queste. Non serve essere esperti, né avere ettari di terreno: bastano un vaso, un angolo di balcone e il desiderio di sporcarsi le mani di terra. In un tempo dominato dalla velocità e dalla digitalizzazione, coltivare piante è un atto radicale di presenza. È una forma di meditazione attiva che ci ancora al qui e ora, un gesto che affonda le mani nella materia e ci riconnette a qualcosa di essenziale. Prendersi cura di una pianta significa rallentare, osservare i cicli naturali, accettare che non tutto è sotto controllo. È un modo per uscire da casa – e da sé – respirando a pieni polmoni. Il giardinaggio non è solo un’attività estetica o funzionale, ma un vero e proprio rituale di benessere. Migliora l’umore, riduce lo stress, stimola la creatività. E se fatto regolarmente, può anche diventare un’attività fisica moderata che coinvolge il corpo intero. Con l’arrivo di maggio, tutto si risveglia. Le giornate si allungano, la luce si fa più intensa, il profumo dell’aria cambia. È il momento ideale per ricominciare a seminare, non solo ortaggi o fiori, ma anche abitudini sane, rituali che nutrono la mente e il corpo. Che tu abbia un grande giardino o solo un balconcino cittadino, coltivare qualcosa in questo periodo dell’anno è come dire sì alla vita che rinasce.
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