Alla riscoperta di antichi ortaggi e tuberi viola

Dotto.ssa Cordara_2“C’è chi sostiene che il colore viola in natura non sia abbastanza di “tendenza”, da nutrizionista smentisco”:  ci spiega la dottoressa Sara Cordara, nutrizionista, specialista in scienza dell’alimentazione ed esperta in nutrizione sportiva presso il centro polispecialistico Prisma Medical Advances di Milano.
Anzi gli ortaggi e i tuberi di colore viola, come carote, cavolfiori e patate, sono ancora più salutari delle varianti che noi tutti conosciamo. Il colore sgargiante e inusuale è dato dall’elevata concentrazione degli antociani, composti antiossidanti fondamentali per il nostro organismo, capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi, di proteggere le nostre cellule contro l’invecchiamento e contro lo sviluppo dei tumori. Non preoccupatevi non sono ortaggi manipolati geneticamente e ad esempio la patate viola sanno proprio di patate.

Analizziamoli uno alla volta, partendo dai cavolfiori viola:

cavolfiore violaIl cavolfiore viola è un ortaggio tipicamente invernale ed è un incrocio tra cavolo broccolo e cavolfiore comune. Questa varietà giunge soprattutto dall’Italia meridionale e dal Sudafrica. In Sicilia il cavolfiore viola è ancora un prodotto di nicchia e viene coltivato soprattutto presso aziende agricole biologiche. E’ ricco di carotenoidi, vitamina C, calcio, selenio, potassio ma soprattutto di antociani (che gli danno la tipica tonalità), sono proprio quest’ultimi che vengono associati alla riduzione di numerosi rischi, con particolare riferimento alla pressione alta, alle malattie cardio-circolatorie, all’Alzheimer e ai tumori. Il suo utilizzo in cucina è molto coreografico in quanto permette di preparare contorni, zuppe e puree dal caratteristico colore violetto. Potete gustare il cavolfiore viola cotto o crudo, magari condito con del succo di limone o con dell’aceto balsamico.

Passiamo ora alle carote viola:

Prima della diffusione della mutazione genetica che ha prodotto le classiche carote arancioni, per secoli queste erano le carote più comuni. Purtroppo non erano molto apprezzate proprio a causa del loro colore, infatti coloravano e macchiavano qualsiasi cosa venissero in contatto, per questo motivo sono state abbandonate. Hanno lo stesso sapore di quelle arancione solo più ricche di vitamine e antiossidanti come gli antociani appunto. La carota viola, ora è reperibile nei supermercati più forniti. In campo alimentare il colorante (quindi gli antociani) estratto dalle carote viola, è aggiunto agli yogurt alla frutta per fornire il caratteristico colore rosa allo yogurt alla fragola o ai frutti rossi.

Infine ecco le patate viola:

Le patate viola hanno origine antichissime, derivano dal Sud America (Perù e Cile) e sono caratterizzate da una polpa e una buccia di colore blu-viola. Nonostante oggi si coltivino anche in Francia e in Italia, non è facilissimo trovarle in commercio ma neppure impossibile, al massimo le ordinate presso il negozio di frutta e verdura oppure sul mercato. Hanno dimensioni ridotte, una forma oblunga e una polpa farinosa. Ciò che non passa inosservato è il loro scenografico colore, soprattutto quando le tagliate, dovuto all’elevata concentrazione degli antociani. Il loro contenuto nelle patate viola della varietà Vitelotte è stato ad esempio stimato di circa 150 mg in 100 g di peso a crudo, molto superiore al contenuto che ritroviamo in altri alimenti caratterizzati dallo stesso colore blu-viola quali uva e mirtilli. Un recente studio è stato dimostrato che il consumo regolare di patate viola in soggetti ipertesi, non soltanto non induceva un aumento di peso, ma riduceva i valori pressori, agendo come ipotensivo. Per quanto riguarda il loro consumo in cucina, le Vitelotte si prestano bene per essere consumate lesse, in purea o fritte, mentre la cottura al vapore è sconsigliata vista la farinosità della polpa.

 

Ricetta: COME FARE GLI GNOCCHI DI PATATE VIOLA:
FOTO 4

Ingredienti:

Patate viola 1 kg

Sale fino q.b

Uova 1

Farina tipo 00 300 gr

 

Preparazione:
Lessare le patate con tutta la buccia, quindi pelarle e schiacciarle. Impastarle con l’uovo e la farina, fino a ottenere un composto morbido ma compatto da far riposare. Formare gli gnocchi come di consueto e portare a bollore dell’acqua salata per la loro cottura. Aggiungere poi un condimento in contrasto cromatico, ad esempio una crema al Parmigiano oppure allo zafferano.

 

 

 

trevaini50.jpg (50×63)Silvia Trevaini

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