La filosofia di George Ohsawa, da tutti riconosciuto come l’inventore della macrobiotica, incardina il principio in cui alimentazione, salute e spiritualità costituiscono l’asse portante della vita, tipico della millenaria tradizione giapponese. È stato lui a portare la macrobiotica in occidente: molti pensano alla macrobiotica solo come a una scuola di cucina. Sbagliato: è molto di più.
Depurarsi mangiando
Per questa scuola, il processo di depurazione e di nutrizione vanno di pari passo, attraverso quello che definirei un digiuno nutritivo. La dieta numero 7 della macrobiotica e in parte simile al digiuno ayurvedico. Oltre a purificare il sangue dalle impurità, questa dieta è anche una strategia di rafforzamento dettata dalla sostituzione del glucosio a veloce rilascio, gli zuccheri raffinati che nutrono la flora batterica aggressiva, con i carboidrati complessi a lento rilascio, benefici nei nostri confronti.
Azione su yin e Yang
Ogni tradizione ha il suo schema concettuale: mentre l’Ayurveda parla di Prana, ojas e dosha, le origini della macrobiotica fanno riferimento al sistema energetico fondato su Yin e yang. La dieta 7, secondo Ohsawa, agendo su Yin e Yang pone le basi della salute e del benessere. Il metodo in realtà si avvicina a una modalità base di cereali integrali, con l’aggiunta di gommasio (semi di sì siamo stati macinati con un pizzico di sale).
Tornare all’essenziale
Tutto questo rientra in una visione profondamente intrisa di spiritualità. La dieta di Ohsawa si fonda sulla giustizia assoluta dell’infinito universo, cui consegue una regola fondamentale: abolire gli eccessi. E il digiuno è una modalità per realizzare l’insegnamento. “Abbandonate tutto ciò che non è assolutamente necessario per la vostra vita, almeno per una settimana o 2 e avrete intravisto che cosa sono la libertà, la felicità e la giustizia”, diceva Ohsawa.
Automaticamente anche il corpo ne trae beneficio, al punto che la dieta sette, secondo il suo inventore, è la medicina fondamentale.
Le forze ritornano
Anche la dieta sette comporta nei primi giorni l’insorgenza di sintomi come mal di testa, spossatezza e sonnolenza ma, dopo 10 giorni di digiuno, si verifica un cambio di direzione. I sintomi scompaiono e, al loro posto, subentra una condizione di rialzo energetico e calma interiore. Gli stati più sottili legati all’inconscio saranno purificati e può accadere che ciò si manifesti palesemente nei sogni notturni. Le feci e le urine cambieranno consistenza: questo viene considerato un buon segnale. L’importante è osservare ogni cambiamento senza alcun giudizio.
In pratica
Nella procedura classica la dieta numero sette si sviluppa per 10 giorni, ma risulta efficace anche se applicata per un solo giorno.
-Alla fine del primo giorno di digiuno si effettua un enteroclisma con acqua calda, per pulire il colon da scorie tossine.
-Quotidianamente, è sufficiente consumare solamente del riso integrale possibilmente rotondo e di piccole dimensioni, fatto bollire in acqua senza sale. La quantità di riso può variare da due a tre bicchieri al giorno, a seconda dell’appetito.
-Il consumo di riso cotto può partire sin dalla colazione del mattino: al bisogno si può sostituire con crema di riso integrale.
-Al fine di integrare il fabbisogno di sali minerali, per ogni pasto è necessario condire il riso solamente con il gomasio, che offre anche un’ adeguata protezione arteriosa indotta dall’olio contenuto nei semi di sesamo.
-Durante questo periodo è indicato bere poco, circa quattro tazzine da caffè al giorno piene d’acqua calda.
– Al termine della dieta, sarà sufficiente riprendere per i primi giorni un’alimentazione a base vegetariana con alimenti cotti e caldi.
Silvia Trevaini
VideoNews