Ma chi l’ha detto che la pasta fa ingrassare?

 

Spesso si sente dire, da chi è a dieta: “non mangio pasta perché ingrassa”.
Ma questo non è vero. Basta sapere come sceglierla, cuocerla e condirla. Ecco come fare.

La pasta che non ingrassa è…

– Integrale o semintegrale, perché così le fibre che contiene ti fanno assorbire meno grassi rispetto a quelli introdotti nello stesso pasto.

– Cotta al dente, perché così ha un indice glicemico inferiore a quella ben cotta; ciò significa che l’apparato digerente impiega più tempo a scomporla e gli zuccheri che contiene arrivano nel sangue più lentamente. La conseguenza è che il pancreas produce meno insulina, un ormone che, oltre a elaborare gli zuccheri, ne segnala la presenza al cervello. E il cervello, se ci sono più zuccheri (come nel caso della pasta bianca e raffinata), rallenta il metabolismo.

– Condita con sughi leggeri, come pomodoro fresco tritato e un filo d’olio d’oliva extravergine.

La pasta in numeri

Da un punto di vista nutrizionale, 100 g di pasta di semola apportano circa 350 kcal, di cui il 75% di carboidrati, il 10% di proteine verdi e pochissimi grassi. Una porzione ideale è di 80 grammi, vale a dire 280 kcal. Con l’aggiunta di mezzo cucchiaio d’olio e un paio di pomodorini tritati si arriva a 340 kcal. Pensate che è l’apporto calorico di sei biscotti… che si mangiano in un batter d’occhio e non saziano. Oppure di un toast con succo di frutta…

E se la pasta ti fa ingrassare perché sei intollerante al grano…

Niente paura, puoi scegliere pasta di mais o di riso e, quanto la sensibilità all’alimento sarà diminuita, potrai reintrodurre la pasta di grano, ma scegliendo quella di farro e di kamut. Variare sapori e ingredienti è un altro segreto per mantenere il metabolismo attivo e per evitare le intolleranze alimentari.

Se vuoi saperne di più visita le sezioni Cibo, Ricette, Dieta e salute, Dimagrire su Riza.it