Vitamina D e depressione

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La vitamina d è un neuroprotettore, che oltre a garantire importanti benefici migliora la capacità di sintetizzare numerosi minerali fondamentali per il corpo. Si conta che quasi il 60% delle persone tra i 50 e i 60 anni sperimenti una carenza di questo steroide; la percentuale si alza all’80% quando parliamo di ultraottantenni. L’invecchiamento quindi porta a un rallentamento nella sintetizzazione della vitamina D con conseguenze sulla concentrazione, sulla perdita di memoria e sulla possibilità di trarre conclusione ragionate. Tanti sintomi neurologici che si tende a trascurare e che non sempre vengono relazionati a questa specifica carenza. Continua a leggere



Longevity revolution

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Tutti sappiamo che l’aspettativa di vita si è allungata moltissimo nelle ultime decadi. Quello che a molti sfugge è che gli anni aggiunti sono raramente anni di salute e gioia quanto piuttosto di malattia e sofferenza. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole sviluppo delle scienze che si occupano della longevità, nonché dell’invecchiamento umano. Grazie ai progressi registrati in campo medico, economico e sociale, la terza età, un tempo percepita come periodo di disabilità e decadimento fisico, è ormai per molti diventata una fase di continuata produttività, indipendenza e buona salute. Le principali problematiche dell’individuo come patologie cardiovascolari e polmonari, tumori e diabete, sono il risultato di un processo che in molti casi inizia già nell’infanzia. Grazie agli studi sulla longevità è possibile prevenire l’insorgenza di queste malattie, attuando cambiamenti comportamentali orientati verso un regolare esercizio fisico, una razionale gestione dello stress e uno stile alimentare sobrio ed equilibrato, eventualmente coadiuvato da supplementi nutrizionali. La medicina è sempre più capace di curare malattie anche gravi e di mantenerci in vita ma noi non siamo altrettanto bravi a correggere il nostro stile di vita per fare vera prevenzione negli anni. Questo non permette di mantenere a lungo la qualità della vita che desideriamo. La sfida oggi, quindi, non è semplicemente vivere più a lungo ma aumentare l’aspettativa di vita sana, ossia ammalarsi meno e soprattutto più tardi negli anni. Il Dott Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro, insieme al suo team hanno lavorato per anni e ora sono pronti e vogliono iniziare insieme a te una rivoluzione. Una rivoluzione fatta di scienza e applicazione, di conoscenze e pratica per fornirti le soluzioni migliori per proteggere la tua salute nel tempo. Oggi parleremo con loro del primo corso al mondo sulla longevità: longevity revolution, che si svolgerà a Riccione l’11 e il 12 marzo. Continua a leggere



I legumi antichi

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I legumi sono semi commestibili che offrono grandi benefici salutari. Il loro valore nutritivo è rappresentato prima di tutto dall’elevata ricchezza di proteine. Sono anche una importante fonte di carboidrati ma, al contempo apportano una minima quantità di grassi. Inoltre, grazie al contenuto di vitamine, sali minerali e fibre, svolgono una potente azione antiossidante. Insomma, un’alimentazione sana e bilanciata deve prevedere il loro consumo regolare. Fagioli, piselli e lenticchie abbondano sulle nostre tavole. Esistono però varietà di legumi meno note, dalle origini remote e dalla grande ricchezza nutrizionale, che di recente sono state riscoperte e valorizzate. Scopriamoli insieme e vediamo come cucinarli. Continua a leggere



Detox primaverile

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Secondo il calendario cinese il mese di febbraio segna l’inizio della primavera, non astronomica, ma a livello energetico e questo è il momento ottimale per iniziare una detossificazione rispetto a quanto accumulato nei mesi invernali, per arrivare ai mesi più caldi con maggiore energia, con un sistema immunitario più equilibrato. “In particolare, i soggetti allergici e chi mangia molte proteine animali dovrebbe approfittarne per riceverne i benefici nei prossimi mesi”, ci spiega Alessia Daturi, Naturopata e Aromaterapeuta presso la Scuola italiana di medicina olistica di Milano. Continua a leggere



Cosa succede al tuo cervello se non dormi abbastanza

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La privazione di sonno, in inglese sleep deprivation, è il termine con cui si indica una condizione di mancanza o assenza del sonno. Dormire infatti è un bisogno umano fondamentale, come mangiare, bere e respirare. Il dormire è una parte vitale alla base per una buona salute e per il proprio benessere. È necessario dunque dormire e riposare correttamente per recuperare energie fisiche e mentali. La carenza del sonno è una condizione che si verifica se non si dorme abbastanza. Si può verificare se sono presenti uno o più dei seguenti motivi: non si dorme abbastanza, si dorme all’ora sbagliata (ovvero non si è sincronizzati con l’orologio naturale del proprio corpo), non si dorme bene o non si riposa per ottenere il recupero di cui il corpo ha bisogno, si ha un disturbo del sonno che impedisce di dormire a sufficienza o causa un sonno di scarsa qualità. La carenza del sonno può portare a problemi di salute fisici e mentali, lesioni, perdita di produttività e persino a rischi maggiore di morte. Inoltre, la privazione del sonno spesso è causa di sonnolenza diurna, di cali di concentrazione e riduzione delle prestazioni sul lavoro o nello studio. Di notevole impatto, nel corso degli anni, sono stati gli studi volti ad esplorare la relazione tra sonno e funzionamento cognitivo. È oramai assodato il coinvolgimento attivo del sonno nei cambiamenti della plasticità cerebrale alla base dei processi mnemonici e di apprendimento. Le indicazioni scientifiche suggeriscono, infatti, come la deprivazione di sonno, prima di un apprendimento, agisca particolarmente sul processo di codifica, così come influisce in fase post-apprendimento circa il consolidamento della traccia mnestica. Ne parliamo insieme al Dott. Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro. Continua a leggere



Incontinenza urinaria femminile

L’incontinenza urinaria femminile è una condizione molto comune che solo in Italia interessa circa 3 milioni di donne e riguarda una perdita di urina involontaria di entità tale da costituire un disagio a livello sociale. La prima volta che capita si tende a sottovalutare anche se, di solito, l’imbarazzo è assoluto. Succede che, di punto in bianco, ci si ritrovi costretti a cercare una toilette spinti da un’urgenza impellente. Oppure non è infrequente che dopo un colpo di tosse o uno starnuto si verifichi un’insolita fuoriuscita d’urina: la prima, inconfondibile avvisaglia dell’incontinenza. Con il passare del tempo il problema non sparisce, anzi, spesso peggiora e diventa difficile da gestire. L’incontinenza urinaria è una malattia nascosta che ancora non è socialmente accettata. Riguarda molte donne già a partire dai 40 anni (il 40% inizia ad accusare disturbi della minzione). Continua a leggere