La filofobia

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Il termine filofobia deriva dalla combinazione di due parole greche, “φιλος” (che significa amore) e “φοβία” (che significa paura). Questa sensazione di disagio è caratterizzata da una paura intensa e irrazionale di sviluppare sentimenti romantici per qualcuno. Per alcune persone, la prospettiva di innamorarsi o di formare un legame emotivo può essere incredibilmente destabilizzante, poiché immaginano un futuro pieno di profondo dolore emotivo che mette a nudo le loro vulnerabilità. Il solo pensiero di provare emozioni nei confronti di un’altra persona può evocare un autentico senso di angoscia, alimentato dalla paura di perdere il proprio senso di indipendenza e autonomia. Sociologi, psicologi, antropologi e psichiatri hanno, in termini conoscitivi, sviscerato negli ultimi anni la nostra società attuale sotto diverse prospettive, tutte estremamente utili per comprenderla, mettendone in luce i meccanismi di funzionamento, le storture e le fragilità che la costituiscono.

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L’ortica: un alleato della linea

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L’ortica, spesso considerata una pianta infestante diffusa nelle nostre campagne, è in realtà un potente depurativo e diuretico che non provoca cali di pressione. Nonostante la sua fama di irritante, l’ortica è incredibilmente ricca di sali minerali, che donano un piacevole senso di energia e vitalità. La “peluria” della pianta che ricopre le foglie e gli steli funge da meccanismo di difesa naturale, rilasciando un fluido urticante al contatto. Tuttavia, all’interno di questo fluido si trovano concentrati elementi terapeutici come istamina, acetilcolina, acido acetico, acido butirrico, acido formico e altre sostanze benefiche. Per secoli l’ortica è stata un alimento base nelle tradizioni erboristiche mediterranee, offrendo versatilità ed efficacia come rimedio.  Può essere utilizzato come ingrediente principale di decotti e infusi, nonché aggiunto a contorni, zuppe e primi piatti. Favorendo l’eliminazione delle tossine e dei liquidi stagnanti, l’ortica aiuta a seguire più facilmente ad una dieta dimagrante. Un recente studio condotto presso il Medical Center dell’Università del Maryland ha infatti approfondito i potenziali benefici derivanti dall’inserimento dell’ortica nella nostra dieta. Tradizionalmente, nel campo della medicina alternativa è stato riconosciuto che le foglie essiccate dell’ortica possiedono istamine e sali minerali che mostrano una notevole capacità di frenare la fame. Inoltre, è stato scoperto che la presenza di acido formico nell’ortica migliora il metabolismo e promuove sia la diuresi che una sensazione generale di benessere. Questi risultati gettano nuova luce sul potenziale dell’ortica come prezioso integratore alimentare.

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Il ritorno del lifting

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Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole cambiamento nel mondo della chirurgia estetica. Mentre le procedure non invasive come il botox e i filler hanno guadagnato un’enorme popolarità, il classico lifting sta tornando alla ribalta. Negli anni il lifting si è fatto sempre più “mini”, anche perché alla chirurgia ci si avvicina sempre prima, senza aspettare che i segni dell’invecchiamento diventino eccessivi. Spetta al chirurgo decidere se eseguire uno o l’altro, in base a una valutazione oggettiva. I prezzi variano in base alla città, alla clinica, al chirurgo. Si va dagli 8.000 euro/10.000 euro per il minilifting ai 10.000 euro/15.000 euro per il lifting, compresi i costi della struttura (sala operatoria con tutta l’equipe).  Cosa distingue esattamente queste due procedure? Vediamo le differenze principali.

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Vite e uva: le cure di settembre

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La vite e i suoi frutti sono utilizzati da secoli per i loro benefici per la salute, in particolare durante il mese di settembre quando sono nel loro periodo migliore. Questa pianta riveste un grande significato nelle civiltà mediterranee, poiché è stata fonte di nutrimento e rimedi che risalgono a migliaia di anni fa. È un simbolo della divina provvidenza, essendo il vino l’apice della sua trasformazione da semplice materia a essenza spirituale, incarnando l’essenza della vita stessa. In tempi più recenti, l’attenzione si è spostata verso l’uva e il vino grazie alla scoperta del resveratrolo, un composto fitochimico altamente ricercato rinomato per le sue notevoli proprietà antietà. Questa sostanza supera le capacità antiossidanti sia della vitamina C che della vitamina E, non solo combattendo l’infiammazione causata dai dannosi radicali liberi, ma anche salvaguardando la vitalità cellulare e preservando il benessere generale. I suoi benefici si estendono alla prevenzione dei disturbi legati all’età come problemi cardiovascolari, diabete di tipo 2, artrosi e malattie neurovegetative. Inoltre, il resveratrolo stimola i processi coinvolti nella riparazione del DNA ed è attualmente oggetto di studio per i suoi potenziali effetti antitumorali, in particolare nell’inibizione della crescita delle cellule tumorali.

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Dismorfia da selfie

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La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo di dismorfismo corporeo, è una condizione psicologica caratterizzata dalla percezione distorta del proprio aspetto fisico. Tradizionalmente, questa distorsione veniva osservata attraverso l’osservazione diretta negli specchi. Tuttavia, con l’avvento della tecnologia, in particolare degli smartphone e dei tablet, gli individui hanno ora la possibilità di catturare e visualizzare immagini di sé stessi attraverso l’obiettivo di questi dispositivi. Ciò ha dato origine a un nuovo fenomeno noto come dismorfofobia dei selfie, che si riferisce specificamente a una forma di dismorfofobia che si attiva quando gli individui visualizzano foto di sé stessi, in particolare quelle pubblicate sulle piattaforme di social media. È importante riconoscere che la dismorfofobia dei selfie è un disturbo mentale complesso che può avere un impatto significativo sul benessere mentale ed emotivo di un individuo. Può portare a sentimenti di ansia, depressione e isolamento sociale, poiché gli individui possono evitare situazioni sociali o diventare eccessivamente consapevoli del proprio aspetto. Cercare un aiuto professionale, come una terapia o una consulenza, può essere utile per affrontare e gestire i sintomi della dismorfofobia da selfie, promuovere l’accettazione di sé e favorire una relazione più sana con la propria immagine corporea. Questa condizione psicologica non influisce solo sulla percezione di sé stessi, ma influenza anche il modo in cui gli altri li percepiscono. L’esposizione pubblica di queste immagini può portare alla formazione di opinioni e giudizi da parte di altri, esacerbando ulteriormente le insicurezze e i dubbi su sé stessi dell’individuo. La paura di essere giudicati negativamente o ridicolizzati dagli altri può intensificare l’angoscia vissuta da chi soffre di dismorfismo selfie, poiché possono cercare costantemente conferma e rassicurazione da parte degli altri. Nel contesto della dismorfofobia da selfie, gli individui tendono a fissarsi sui difetti fisici o sulle imperfezioni percepiti. Esaminano meticolosamente ogni più piccolo dettaglio del loro aspetto, analizzando e scrutando le loro caratteristiche, spesso ingrandendo anche il più piccolo difetto. Questa costante autovalutazione e confronto con gli altri possono stimolare una cascata di pensieri ed emozioni riguardanti la propria autostima e desiderabilità, poiché queste immagini sono spesso esposte a un pubblico più ampio attraverso i social media.

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Cosmetici a prova di caldo

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Durante i torridi mesi estivi, l’idea di truccarsi può sembrare una forma di tortura. Tutto ciò che desideriamo veramente è il fresco abbraccio dell’acqua fresca sui nostri volti. Tuttavia, comprendiamo anche l’importanza di mantenere un aspetto curato, poiché infonde in noi un senso di sicurezza e ordine. Quindi la domanda rimane: come selezioniamo i prodotti per il trucco perfetti che resistano al caldo soffocante? Esploriamo i cosmetici essenziali di cui semplicemente non possiamo fare a meno durante questa stagione frizzante, così come quelli che dovremmo assolutamente evitare a tutti i costi.

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