L’epilessia è un disordine cronico del cervello che colpisce persone in tutto il mondo. È caratterizzata dal ripetersi di fenomeni chiamati crisi epilettiche, di solito di breve durata (secondi o pochi minuti), che possono manifestarsi con alterazione dello stato di coscienza e/o con movimenti involontari che riguardano una sola parte del corpo (crisi parziale motoria). Possono verificarsi anche: crisi parziali più o meno complesse (crisi parziale sensitiva semplice o parziale complessa) o crisi generalizzate che riguardano l’intero corpo causando la perdita della coscienza e, a volte, la perdita del controllo degli sfinteri. Tra queste forme di epilessia ce n’è una che colpisce quasi esclusivamente le donne, perché legata alla mutazione di un gene presente sul cromosoma X di cui il Dna femminile possiede una coppia. Non è facile da riconoscere né da curare, ma ci sono nuove prospettive per migliorare la vita delle bambine che ne soffrono. Continua a leggere
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L’arte di respirare

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Per la nostra salute è meglio respirare con il naso e non con la bocca. In teoria è così che dovremmo respirare, ma non tutti lo fanno. Abitudini sbagliate, difficoltà a livello del setto nasale, sovrappeso: sono molte le ragioni che possono portare a inalare aria con la bocca. Ma per il nostro corpo non è lo stesso. A metterne in evidenzia le enormi differenze è stato un giornalista scientifico, James Nestor che, nel suo saggio “L’arte di respirare”, si è sottoposto a un esperimento estremo: mettendosi sotto strettissimo controllo medico, si è costretto a respirare solo con la bocca per una decina di giorni. Gli effetti sono stati incredibili: confusione mentale, annebbiamento, difficoltà di concentrazione e una capacità di ragionamento che lo stesso Nestor non esita a definire “ai minimi storici”. Oltre a ciò, ansia, tachicardia, pressione tendente verso l’alto e persino esami del sangue sballati. Al termine del proprio esperimento, Nestor fa anche la controprova. Ovvero respira solo con il naso, anche durante l’attività fisica. I risultati sono di segno contrario, ma altrettanto incredibili: nel giro di poco tempo ritrova energia mentale e fisica. Continua a leggere
L’influenza dei social sulla nostra immagine

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La società in cui viviamo è profondamente interessata dall’apparenza e dall’esteriorità. Siamo sempre connessi con i social media i quali ci bombardano continuamente di immagini, imponendoci un modello che vogliamo raggiungere. L’apparenza sui social media è diventata quasi uno stile di vita. Modifichiamo persino il nostro comportamento per far vedere agli altri cosa stiamo facendo. Molto spesso si pubblica una foto – creando un portfolio di ricordi accessibile a tutti – non per la semplice condivisione, ma per ottenere più like possibili. Il problema si presenta quando si fa dell’apparenza sui social media il centro della propria vita. Non ci limitiamo a fotografare, bensì ci rechiamo espressamente in un luogo per farci un selfie. Ci vestiamo in un determinato modo solo per mostrarlo al mondo. Eseguiamo precise azioni affinché gli altri vedano quello che facciamo. Alcune persone hanno persino perso la vita nel tentativo di scattare il selfie migliore. La percezione che abbiamo del mondo a seguito dell’avvento di questo fenomeno è completamente cambiata e di conseguenza anche i canoni estetici. Numerose persone spendono energie e denaro per la ricerca di un aspetto fisico più gradevole, ricorrendo a esercizi estenuanti in palestra, a diete ferree, all’acquisto di prodotti di bellezza, all’utilizzo di filtri per le immagini sui social network fino ad arrivare alla chirurgia estetica. Sovente per valorizzare l’immagine di sé stessi, si finisce per tralasciare aspetti fondamentali di sé, quali: la personalità, l’intelligenza, le qualità caratteriali, la cultura, i valori, ecc. Negli ultimi anni vi è una tendenza a mettere in evidenza ciò che si vede ad un primo sguardo, a discapito di ciò che è celato alla vista. Oggi il corpo esprime la misura del valore sociale, diventa un oggetto da esibire e abbellire e per farlo si investono tempo, energie e denaro. Così facendo si sacrifica la propria unicità e autenticità, restando ossessionati dalla ricerca di una bellezza che non esiste. Infatti, solitamente la percezione che si ha di sé stessi rispetto all’aspetto esteriore non combacia con quella che gli altri hanno di noi. Spesso, nel dare un giudizio, sia se stessi che sugli altri, ci si rifà al punto di vista socialmente condiviso. Inoltre, in ambito psico-sociologico, non si ha, più il tempo né la voglia di restare da soli con sé stessi e di gestire le proprie emozioni, che sembrano prive di fondamento se non vengono subito comunicate a qualcuno. Continua a leggere
Bellezza e batteri

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I batteri sono sempre stati visti come ospiti pericolosi del nostro corpo, ma la visione del mondo scientifico è profondamente cambiata con la scoperta del Microbioma e delle sue funzioni vitali: la maggior parte dei batteri, infatti, vive in stato di utile simbiosi con l’organismo umano e il suo equilibrio è fondamentale per mantenerne la salute – che si riflette anche sull’aspetto esteriore. Gli scienziati hanno evidenziato che ciascuno di noi ha un proprio microbioma, unico come il DNA o come le nostre impronte digitali. Dopo anni di batteriofobia, si è capito che rafforzare i batteri buoni è più conveniente e sano che farlo fuori tutti per colpire i cattivi. In questo campo, la ricerca farmacologica consegue un successo dietro l’altro contro acne, rosacea, pitiriasi, dermatite seborroica, dermatite atopica, psoriasi. Successi di cui si avvantaggia la cosmetica, che ha compreso come un buon equilibrio dell’ecosistema della pelle la rende più protetta, bella, giovane. Il microbioma della pelle, in particolare, quando raggiungiamo l’età adulta si compone di 500 – 1000 specie diverse di batteri, per un totale di circa 2 milioni di batteri presenti in ogni 2 cm2 di pelle, e svolge diverse funzioni essenziali: fornisce una difesa dai batteri patogeni e libera proteine antiossidanti; modula le infiammazioni cutanee eccessive; rafforza la barriera cutanea contrastando la perdita di struttura ed elasticità. Quando il microbioma è in equilibrio, quindi, la pelle è in grado di difendersi meglio dalle aggressioni esterne e di recuperare più velocemente. L’equilibrio del microbioma può essere compromesso da fattori, che riguardano il nostro stile di vita e le condizioni ambientali circostanti. Esposizione ai raggi UV, inquinamento, alimentazione, stress, detersione aggressiva, medicinali, situazione ormonale. Continua a leggere
Meglio la dieta o lo sport?

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Assumere meno calorie con il cibo o consumarne di più con il movimento fisico? Dieta ed esercizio sono due strumenti fondamentali per rimettersi in forma. Ma se una scuola di pensiero li vorrebbe intercambiabili, la maggior parte degli esperti continua a considerarli complementari, perché solo se abbinati consentono di perdere peso in modo efficace e salutare, ridefinendo la silhouette e mantenendo i risultati a lungo termine, con in più il vantaggio di amplificare gli effetti preventivi nei confronti di malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e indebolimento muscolare. Continua a leggere
Clorofilla, il pigmento contro l’invecchiamento

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Dalla struttura simile all’emoglobina umana, la clorofilla è conosciuta anche come “sangue vegetale”: l’unica differenza è che al centro della molecola di clorofilla c’è un atomo di magnesio invece che di ferro. La sua funzione principale, al di là della fotosintesi, è anche quella di preservare le cellule delle piante dall’azione ossidativa dei radicali liberi, agenti tossici derivanti dai processi metabolici che, quando si accumulano nei tessuti in quantità eccessive, possono farli invecchiare e ammalare. Fra l’altro, è stata ormai ampiamente dimostrata la relazione fra la presenza di antiossidanti e la capacità di non sviluppare tumori: nel regno vegetale, infatti, si è visto che spesso la moltiplicazione cellulare incontrollata rimane circoscritta senza generare metastasi. Un contributo molto importante in tal senso è dato dalla clorofilla. Continua a leggere