La privazione di sonno, in inglese sleep deprivation, è il termine con cui si indica una condizione di mancanza o assenza del sonno. Dormire infatti è un bisogno umano fondamentale, come mangiare, bere e respirare. Il dormire è una parte vitale alla base per una buona salute e per il proprio benessere. È necessario dunque dormire e riposare correttamente per recuperare energie fisiche e mentali. La carenza del sonno è una condizione che si verifica se non si dorme abbastanza. Si può verificare se sono presenti uno o più dei seguenti motivi: non si dorme abbastanza, si dorme all’ora sbagliata (ovvero non si è sincronizzati con l’orologio naturale del proprio corpo), non si dorme bene o non si riposa per ottenere il recupero di cui il corpo ha bisogno, si ha un disturbo del sonno che impedisce di dormire a sufficienza o causa un sonno di scarsa qualità. La carenza del sonno può portare a problemi di salute fisici e mentali, lesioni, perdita di produttività e persino a rischi maggiore di morte. Inoltre, la privazione del sonno spesso è causa di sonnolenza diurna, di cali di concentrazione e riduzione delle prestazioni sul lavoro o nello studio. Di notevole impatto, nel corso degli anni, sono stati gli studi volti ad esplorare la relazione tra sonno e funzionamento cognitivo. È oramai assodato il coinvolgimento attivo del sonno nei cambiamenti della plasticità cerebrale alla base dei processi mnemonici e di apprendimento. Le indicazioni scientifiche suggeriscono, infatti, come la deprivazione di sonno, prima di un apprendimento, agisca particolarmente sul processo di codifica, così come influisce in fase post-apprendimento circa il consolidamento della traccia mnestica. Ne parliamo insieme al Dott. Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro. Continua a leggere
Archivi tag: trevaini
Navigazione articolo
Il freekeh: il grano verde antietà
Dalle antiche origini mediorientali, il freekeh è un grano diverso da tutti gli altri. Le sue spighe sono raccolte a mano tra i mesi di maggio e giugno, ancora acerbe, prima che giungano a completa maturazione. I chicchi vengono poi lasciati al sole per 24 ore e in seguito abbrustoliti col fuoco sprigionato da arbusti dalla combustione intensa e rapida. Dopo essere stato così essiccato e tostato, il grano è ripulito tramite sfregamento (“freekeh deriva dalla radice araba “faraka” che significa “sfregare”) e infine messo nuovamente sotto il sole. È un procedimento lungo, fondamentalmente per dotare il prodotto delle sue caratteristiche peculiari, perché tutti i passaggi contribuiscono a rendere il freekeh un alimento prezioso, ricco di speciali proprietà nutritive e antiage. La tostatura, inoltre, gli dona appetitosi sentori gradevolmente affumicati che ricordano la nocciola. In Libano il freekeh viene tostato al fuoco dei rami di un arbusto locale, il Balan. È un combustibile ideale, che permette di ottenere una fiamma intensa e breve. Così, i grani di frumento subiscono una tostatura rapida e uniforme che interrompe la maturazione e migliora la conservazione. Si tratta quindi di una vera eccellenza alimentare, risultato di pratiche che si tramandano da generazioni nel bacino del Mediterraneo. Quello che rende questo singolare “grano verde” unico nel suo genere, però, è soprattutto l’eccezionale contenuto di nutrienti che lo eleva al rango di autentico “superfood”. È un cibo che mantiene giovane anche il cervello, grazie al suo notevole contenuto di potassio, fondamentale per il corretto scambio nervoso delle cellule. Continua a leggere
Il cavolfiore
Bianco, verde, giallo o viola, il cavolfiore è un bellissimo ortaggio invernale e proprio adesso serve per dare una mano alle nostre difese. In Italia è coltivato in tante varietà, da quello romanesco a quello Tardivo di Fano, fino al “Gigante” di Napoli. Il cavolfiore è un vero alleato per questo periodo. La presenza di composti solforati lo rende utile per contrastare le malattie tipiche della stagione, così come l’apporto di vitamina C, che svolge un ruolo basilare per il nostro sistema immunitario, oltre che per la crescita e la riparazione dei tessuti, essendo anche coinvolta nella sintesi del collagene, proteina che rallenta il rilassamento cutaneo e la comparsa delle rughe. Altre vitamine che fanno del cavolfiore un vero toccasana, come la K e la E, hanno proprietà diuretiche, lassative e antireumatiche. Se a questo aggiungiamo le fibre e l’acqua presenti in questo ortaggio, che migliorano la composizione del microbiota, essenziale per avere difese “in forma”, è facile capire come il suo consumo regolare sia fortemente consigliato in questo periodo dell’anno. Dalla sua parte, il cavolfiore ha anche un basso apporto calorico (circa 25 kcal ogni 100 grammi), e un’elevata capacità saziante: se devi perdere qualche chilo, accumulato per colpa delle festività, puoi contare su di lui. Il cavolfiore è una discreta fonte di calcio: una porzione di circa 300g fornisce una quantità di questo minerale pari a quella presente in 100 ml di latte vaccino. È dunque un alimento ideale da consumare per mantenere la salute delle ossa e denti, indicato per contrastare i disturbi legati alla menopausa. Il cavolfiore esercita un’azione benefica sull’organismo soprattutto se consumato regolarmente, due/tre volte a settimana Continua a leggere
Come riprendere ritmo e costanza con i propri allenamenti
Per tutti coloro che praticano sport e si allenano con costanza, il periodo delle feste natalizie è sempre un momento critico. Si mangia molto, si beve alcol e non ci si allena come di consueto. Aumentano infatti, calorie assunte, peso, liquidi trattenuti e diminuiscono il tono muscolare e la resistenza all’allenamento. Rispettare le solite routine alimentari e di allenamento non è possibile durante il periodo delle feste natalizie in quanto non si va in palestra per molti giorni e le abbuffate di pranzi, cenoni e situazioni in famiglia, non aiutano di certo. Dopo questi giorni di festa sorge così un problema comune a tutti noi: la ripresa delle nostre routine normali. Una delle cose più difficili da recuperare, è tra l’altro, proprio la voglia di ricominciare ad allenarsi. Tornare ad allenarsi a pieno regime risulta dunque più faticoso. Non che per due allenamenti perdiamo totalmente tutti i progressi fatti nell’ultimo periodo, per quelli servirebbe uno stop molto più lungo, ma potremmo giustamente fare più fatica. Ti potrebbe risultare molto difficile anche solo pensare di riprendere in mano i tuoi pesi o di rimetterti ai piedi le tue scarpe da corsa. In questi casi la sola idea di sudare e faticare rischia di mettere da parte il desiderio di rimettersi in forma. Potresti cadere nel tranello della procrastinazione, rimandando sempre al giorno dopo l’inizio dei tuoi allenamenti. Insieme al Dott. Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in medicina rigenerativa, anti-invecchiamento e nutrigenomica, coach di crescita personale e fondatore del Metodo Ongaro. vediamo alcuni consigli utili per riprendere al meglio l’allenamento dopo le feste. Continua a leggere
Inizia il nuovo anno con il piede giusto
Il capodanno porta con sé la voglia di rinnovamento: la natura, che sembra immobile chiusa nella morsa del gelo, in realtà è attiva nel sottosuolo, dove prepara la rinascita. Anche se l’inizio dell’anno è il momento della ripartenza, è importante che questa avvenga in modo graduale. Così come si parla di “sindrome da rientro” al termine delle vacanze, anche dopo la pausa data dalle festività natalizie bisognerebbe adottare le medesime cautele. E anche chi ha continuato a lavorare dovrebbe scegliere un passo più lento, perché così vuole questo mese che rappresenta il cuore dell’inverno. Accelerare troppo significa esaurire in fretta le preziose energie che soprattutto ora servono a proteggere la nostra salute. Mai come a gennaio dovremmo metterci in ascolto delle reali esigenze del nostro corpo, soprattutto se queste sembrano contraddire quello che la nostra quotidianità richiede. La stanchezza ora va ascoltata, perché ora non chiedere troppo al nostro corpo è un investimento sulla salute. Non è necessario stressarsi nel tentativo di dare realizzazione ai famosi buoni propositi, che poi sono sempre quelli. E poi, favorisci le energie di rigenerazione, eliminando tossine e chili di troppo. Ecco alcuni consigli pratici. Continua a leggere
Tatuaggi, l’energia vitale viene compromessa
È assodato che il tatuaggio rappresenta una simbologia, scritta o raffigurata; si imprime sulla pelle ma anche nella percezione quotidiana, evocandone la corrispondente consapevolezza.
“Dal punto di vista pratico, l’ago va oltre la pelle propagando una sorta di vibrazione che agisce a livello energetico. Infatti, il nostro corpo è composto per la maggior parte di acqua che, come ci insegna Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, memorizza ogni impronta e la riproduce. L’arte dell’incisione su pelle risale a oltre 5000 anni fa, e in seguito alla sua nascita si sono alternati periodi di approvazione e rifiuto per essa, dovuti a motivi sociali e antropologici”, ci spiega Giulia Giuntoli, Naturopata, specializzata in Fitoterapia presso la Scuola Italiana di Medicina Olistica SIMO di Milano. Continua a leggere