La sindrome di Cusching

cortisoneCon il termine “sindrome di Cushing” si definisce il quadro clinico che si manifesta in seguito ad una prolungata esposizione ad elevati livelli di cortisonici nel sangue (ipercortisolismo).
Il cortisone in eccesso può essere prodotto dal nostro organismo (cortisolo) oppure essere assunto dall’esterno (prednisone, desametasone etc.).
L’assunzione di farmaci contenenti cortisone è la causa più frequente di sindrome di Cushing in quanto la maggior parte dei pazienti sottoposti ad una terapia cronica con cortisonici, infatti, sviluppano una sindrome di Cushing da farmaci.
Per contro, la sindrome di Cushing endogena, dovuta ad un eccessiva produzione di cortisolo da parte di due ghiandole poste al di sopra dei reni (surreni), è un’evenienza molto più rara. Ma vediamo, in modo più approfondito i dettagli di questa sindrome insieme al prof. Francesco Lippi del Centro Medico Visconti di Modrone.

 

Dott. Lippi

Dott. Lippi

La sindrome di Cushing si presenta con un quadro clinico caratterizzato da:
Obesità
L’obesità è in genere di grado lieve-moderato (I-II) e raggiunge raramente il III grado; questo perché nella sindrome di Cushing l’obesità è per lo più di tipo tronculare (cioè il grasso in eccesso si concentra prevalentemente sul tronco e non sugli arti che appaiono spesso più sottili). Inoltre il tessuto adiposo si deposita in sedi caratteristiche, come la regione cervicale (gibbo di bufalo), le fossette sovraclaveari e attorno alle guance e nella regione temporale, determinando in tal modo la classica faccia lunare.
Miopatia e atrofia muscolare
Marcato assottigliamento degli arti superiori ed inferiori e del cingolo scapolare; la miopatia e l’ipotrofia dei tessuti muscolari sono, infatti, fra gli aspetti più caratteristici della sindrome di Cushing, e sono dovuti all’atrofia delle fibre muscolari, ed alla ridotta produzione di proteine indotta dall’eccesso di glucocorticoidi. Questa sofferenza muscolare si traduce nella difficoltà ad effettuare alcuni movimenti specifici, quali alzarsi dalla sedia senza appoggio.
Osteoporosi
Nella sindrome di Cushing l’osteoporosi si osserva molto più frequentemente rispetto al normale. L’osteoporosi è quella condizione caratterizzata da una ridotto contenuto di calcio nelle ossa che pertanto risultano più fragili e più soggette a fratture.
Alterazioni cutanee
La sindrome di Cushing si accompagna spesso ad assottigliamento della cute che lascia così trasparire le vene e le arterie sottostanti, presentandosi “rubizza”, specie nelle zone esposte alla luce. Il volto appare quindi “pletorico” oltre che arrotondato per l’accumulo di adipe, assumendo il tipico aspetto a luna piena. L’alterazione cutanea più caratteristica, anche se non obbligatoria, della sindrome di Cushing è rappresentata dalle strie rubrae, smagliature profonde, di colore rosso-violaceo, localizzate sull’addome, ai fianchi, alla radice degli arti e sui quadranti laterali delle mammelle. Nei pazienti con sindrome di Cushing sono frequenti sudorazione maleodorante (seborrea), acne al volto e al tronco, ed eccessiva crescita di peli (irsutismo).
Alterazioni psichiatriche
Nel paziente con sindrome di Cushing l’eccesso di cortisolo e/o ACTH determina instabilità e depressione del tono dell’umore, ansietà, facilità agli scatti d’ira e agli attacchi di panico, insonnia e, più raramente, psicosi maniacali.
Alterazioni sessuali
I glucocorticoidi in eccesso interferiscono con la secrezione pulsatile di GnRH (ormone dell’ipotalamo che regola la funzione sessuale) e quindi determinano riduzione della virilità nell’uomo e irregolarità mestruali nella donna (amenorrea) e riduzione della libido e della fertilità in entrambi i sessi.
Alterazioni cardiovascolari
L’ipertensione arteriosa si riscontra circa nel 75% dei pazienti con sindrome di Cushing. L’aumento della pressione arteriosa può avere conseguenze negative sulla funzione cardiaca, così come sul sistema vascolare, favorendo l’ispessimento e la rigidità delle pareti dei vasi del sangue. Queste alterazioni, insieme all’aumentata incidenza di diabete mellito, costituiscono fattori di rischio importanti per eventi cardio- e cerebrovascolari (infarti, ictus) che rappresentano, infatti, la principale causa di morte dei pazienti con sindrome di Cushing.
Infezioni
I pazienti con sindrome di Cushing sono maggiormente predisposti a sviluppare infezioni da germi opportunisti (funghi) oppure alla riattivazione di infezioni pregresse, come la tubercolosi.
Altre alterazioni
Tra le altre complicanze a cui è esposto il paziente con sindrome di Cushing, sono da menzionare quelle oculari (glaucoma) e quelle renali (calcoli renali). Nel paziente con sindrome di Cushing si osserva anche una aumentata frequenza di valori bassi di potassio (ipokaliemia) ed elevati di calcio (ipercalcemia).

DIAGNOSI
La diagnosi è spesso complessa. Per prima cosa bisogna dimostrare che ci si trova davanti ad una vera sindrome di Cushing e non ad una di quelle condizioni note come pseudocushing (obesità, alcoolismo e depressione) che possono essere facilmente confuse. Per far ciò vengono eseguiti degli esami specifici come la ricerca del cortisolo libero urinario nelle urine delle 24 ore, il dosaggio del cortisolo plasmatico a mezzanotte o al mattino dopo inibizione con basse dosi di desametasone. Una volta appurato che si tratta veramente di una sindrome di Cushing bisogna distinguere se si tratta di una forma ACTH dipendente o indipendente e per questo è opportuno dosare i valori di ACTH. Nei casi più complicati può essere necessario eseguire accertamenti radiologici (risonanza magnetica nucleare o TAC) e soprattutto test specifici di stimolazione o di inibizione.

TERAPIA
La terapia ideale e definitiva consiste o nella interruzione o sostituzione della terapia cortisonica nei paziente che ne fanno un uso cronico oppure, in caso di adenoma ipofisario, nell’asportare il tumore che determina l’aumentata produzione di cortisolo. Nel caso dell’adenoma ipofisario l’intervento viene effettuato dal neurochirurgo per via trans-naso-sfenoidale, negli altri casi, invece, interviene l’endocrino-chirurgo od il chirurgo generale asportando il tumore che causa l’ipercortisolismo quale che sia la sua localizzazione.

 

trevaini50.jpg (50×63)Silvia Trevaini

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