Riconoscenza e gratitudine

“Alziamoci in piedi per ringraziare se non abbiamo imparato molto, almeno abbiamo imparato un po’, e se non abbiamo imparato un po’, almeno non ci siamo ammalati, e se ci siamo ammalati, almeno non siamo morti. Perciò siamo grati. Ci sarà sempre qualcosa per cui vale la pena di ringraziare” Buddha.

Per gli esseri umani di questo millennio la riconoscenza non è un istinto naturale: siamo tutti individualisti, egocentrici e profondamente competitivi. Le persone sono mosse dall’egoismo e gli slanci verso il prossimo spesso celano forme di autoconservazione. La riconoscenza è diventata, sempre più, una concessione proibita. In un certo senso è davvero rischiosa perché si basa sulla sensibilità nei confronti degli altri e sulla capacità di identificarsi con i loro piaceri e le loro sofferenze. Varrebbe però la pena di prenderla in considerazione perché è una delle cose più appaganti che esistano. La Ri-conoscenza può essere interpretata anche come il livello di consapevolezza personale di tutto ciò che di meraviglioso si manifesta. Può essere accolta come il riconoscimento dell’eccellenza altrui nella sfera morale; dal punto di vista emozionale, attraverso gioia e sorpresa, permette di evocare un senso di meraviglia e apprezzamento per la vita stessa. Chi sa essere riconoscente, sa apprezzare un dono, sa cogliere la bellezza e la gentilezza del gesto, sa riconoscerne il valore e il beneficio ricevuto. Il semplice “grazie” è una delle prime parole che impariamo da bambini, infatti, ringraziare il prossimo è uno dei fondamenti della convivenza e della buona educazione. In verità, saper ringraziare è una vera e propria capacità emotiva perché coinvolge una serie di fattori importanti per il nostro sviluppo psicologico e ha effetti sul nostro stato di benessere generale. La gratitudine permette di connettersi con gli altri in uno scambio di azioni o di emozioni e innesca un processo di reciprocità poiché, a sua volta, l’altra persona può essere stimolata a ricambiare con qualcosa di altrettanto amorevole. È un bene la cui espressione consente di restituire valore a ciò che di bello la vita ci dona. Essere riconoscenti e grati alla vita, che “nonostante tutto” è meravigliosa, ci arricchisce e contribuisce a costruire il significato di relazioni ed eventi che costellano l’esistenza. Spesse il “nonostante tutto”, se guardato a cuore aperto non esiste. La Ri-conoscenza non ci fa sentire semplicemente meglio, ma offre l’opportunità di agire e pensare meglio. Ma vediamo cosa pensano di questo tema Alessia & Eric di Elefante Veg, autori del libro “ Mangia come un Elefante” e fondatori del Programma G.I.O.A., un percorso online per trovare il tuo equilibrio fisico e mentale e per vivere la tua vita con Gioia.

Provare gratitudine, riconoscenza ed apprezzamento aiuta a sviluppare un’attitudine positiva verso le persone e le cose che fanno già parte della tua vita. Siamo abituati a pensare di non avere o essere mai abbastanza. Ma la verità è che se imparassimo a vedere e apprezzare nel profondo quello già abbiamo e siamo la nostra vita sarebbe immediatamente più serena. Questa attitudine di pensiero è molto importante in ogni processo di cambiamento ed evoluzione personale poiché indispensabile per affrontare le sfide ed apprezzare e valorizzare i propri risultati. Si potrebbe definire l’infelicità come “mancanza di gratitudine”. L’ingratitudine porta a lamentarsi, a procrastinare, a vedere sempre il brutto nelle cose. Ma la verità è che anche nei momenti più̀ difficili e di sconforto c’è sempre qualcosa per cui essere grati, e anzi, spesso sono proprio quelli che portano con sé il seme di nuove benedizioni.

La prima cosa da fare è comprendere che:

 “tutto ciò su cui ti concentri si espande”.

Se quindi ti abituerai a vedere bellezza e gioia, ne vedrai sempre di più. Se al contrario ti concentrerai sempre sui problemi, questi si moltiplicheranno. Vivere consapevoli delle grazie che ci sono donate ogni giorno non farà altro che renderti più attento e ricettivo ad altre meraviglie nella tua vita.

SINTONIZZATI SULLA GRATITUDINE

Einstein scrisse:

Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo.

L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo”.

Questa citazione è così potente perché aiuta a comprendere quanto la nostra visione delle cose le modifichi inevitabilmente. Se inizi a pensare che tutto ciò che esiste attorno a te e dentro di te è un miracolo, non ci sarà giorno in cui non sorriderai alle cose, per il solo fatto che esistano.  Tu stesso sei arrivato al mondo per una serie infinita di incontri, circostanze e scelte che neanche sei in grado di immaginare. Sei, a tutti gli effetti, un miracolo. Sintonizzarsi con la gratitudine significa questo: avere la consapevolezza costante che quello che c’è, esattamente così com’è, è già un miracolo, è già perfetto. È già degno del nostro GRAZIE. Anche quando le cose vanno storte, se guardi attentamente rimane comunque sempre qualcosa per cui essere grati. Sintonizzarsi con la gratitudine è fondamentale.  Se non sei grato ora, con quello che già c’è, senza ricercare altro, difficilmente sarai grato in un altro posto. Dunque inizia, guardati attorno, guardati allo specchio. Riesci a vedere tutte le grazie che ti sono state date?

ESERCIZIO

Prendi un quaderno e ogni sera, prima di addormentarti allenati a scrivere di qualcosa “che è già presente nella tua vita” di cui sei grato. Può trattarsi del tuo lavoro, di una conversazione con una persona cara, della tua casa, di una situazione che hai vissuto durante la giornata, di un sorriso scambiato…

Inizia ogni frase con: Io oggi sono grato per ……

Nel fare questo, non solo rinforzi il legame con quel lavoro, quella persona o cose, ma attrai ancora più di quelle qualità che stai apprezzando in tutte le aree della tua vita.  Se all’inizio sarà difficile scrivere più di due o tre cose, con l’allenamento inizierai a vedere grazie ovunque attorno a te. Per questo è importante che tu ripeta questo esercizio. Il consiglio è di farlo OGNI GIORNO per almeno 7 giorni.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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