Il contatto con l’altra persona

massaggio-tgcomMassaggiare significa avere un contatto intimo con l’altra persona; il corpo conserva le nostre memorie e il tocco dell’altro può riattivarle. Fondamentale è il rapporto di fiducia che si instaura tra il massaggiatore e la persona, facendo sì che essa si abbandoni totalmente, ricevendo quei benefici psichici e fisici attraverso un linguaggio che non conosce ipocrisie o inganni: IL TATTO. Ne parliamo insieme a Roberto Caprile, presidente di Prosperae, l’ente formazione massaggiatori, che quotidianamente forma massaggiatori professionisti  e affronta questa tematica fondamentale del rapporto tra massaggiatore e cliente. Continua a leggere

Manager e cocaina. Un mito da sfatare

cocaLa cocaina è una sostanza classificata come stimolante, ovvero qualcosa che rende più attivi, rapidi, veloci nel pensare e nel produrre pensieri, soprattutto più convinti e convincenti nei rapporti con gli altri, magari impetuosi e impulsivi. L’euforia che produce è quindi definita “attiva” al contrario del benessere riferito con sostanze narcotiche come l’eroina, che abitualmente sono viste come sostanze inebrianti per gustare un piacere passivo, nell’inattività. La cocaina è, nell’immaginario, la droga della persona che fa lavori di responsabilità o di intraprendenza (manager, ma anche nel campo dell’illegalità il criminale d’azione). Continua a leggere

La resilienza

RESILIENZA

Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né triste né annoiato… L’uomo chiese una volta all’animale: “Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?” L’animale voleva rispondere e dice: “Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire” – ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l’uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l’attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro, in grembo all’uomo. Allora l’uomo dice “Mi ricordo”. “Friedrich Nietzsche “

 

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Frutta o grassi?

primaveraFrutta o grassi?
Questo è un dilemma con cui vegani e crudisti hanno spesso a che fare! Avocado, noci, semi e oli, d’oliva e di altro tipo… quanto ti piacciono e quanto ne fai uso nella tua dieta? Fonti di grassi come queste sono salutari, ma molto più spesso di quanto pensiamo il problema è la QUANTITA’. Certo, l’avocado contiene i cosiddetti “grassi buoni”, che non sono dannosi come quelli del burro. L’avocado contiene molti polifenoli e nutrienti che lo rendono differente (in senso positivo) da altri tipi di grasso. L’avocado contiene anche molte fibre. Se ne mangi qualche fetta nell’insalata, perciò, nessun problema… anzi. Ma se in una giornata sommi una serie di grassi come: olio d’oliva e/o di altro tipo, noci e semi, burro di noci o semi (tipo tahin, crema di mandorle, ecc.), avocado, puoi arrivare a una quantità di grassi considerevole, che andrà ad alterare la tua sensibilità insulinica. Se a questo aggiungi poi una bella quantità di frutta, può diventare un problema. L’eccesso di grassi va a peggiorare la risposta insulinica all’ingestione di frutta e amidi. Nel sangue rimangono intrappolati troppi zuccheri e la tua salute comincia a peggiorare. Un cucchiaio d’olio d’oliva ogni tanto non è un problema… ma hai mai calcolato di quanto olio fai effettivamente uso ogni giorno? Senza accorgercene, possiamo facilmente arrivare a consumarne a bicchieri! Affrontiamo l’argomento tanto discusso sui grassi insieme al nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni. Vediamo cosa ne pensa. Continua a leggere