Le note che curano

Già nel pancione i bambini hanno la capacità di riconoscere il linguaggio musicale e la voce materna. L’udito è infatti uno dei primi sensi a svilupparsi e già al sesto/settimo mese di gravidanza il feto è in grado di accogliere le percezioni sonore. Il canto nei primi mesi di vita incrementa e migliora la qualità della relazione tra il bebè ed i suoi genitori. Ascoltando la voce dell’adulto i tempi di attenzione del lattante aumentano ed è più semplice instaurare con lui un contatto. Gli antichi li dicevano e la scienza lo conferma . La musica ha ricadute dirette sull’organismo e già nei primi mesi di vita. Mentre si ascolta musica o si suona uno strumento, tutto il corpo è coinvolto nel processo e subisce modificazioni a livello fisico e psicologico e gli studi degli ultimi 100 anni hanno mostrato un’accelerazione dei processi di guarigione.

Ecco che allora diviene importante definire cosa intendiamo per musicoterapia con una definizione accettata e condivisa da tutti coloro che operano in questo campo:

La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. Essa mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e inter-personale e di conseguenza migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico. La musicoterapia, essendo a tutti gli effetti un trattamento di tipo educativo e riabilitativo, comporta che la sua definizione sia un importante strumento per chi entra in contatto con essa. Continua a leggere



Il segreto per vincere lo stress

Oggigiorno il termine “stress” è sempre più utilizzato e definito come un impegno eccessivo, una pressione lavorativa, familiare, sociale pesante e ricorrente, risultando sinonimo di fatica. Specie al rientro settembrino, lo stress dilaga. Viviamo in un mondo accelerato, siamo sempre affannati, di corsa e inevitabilmente aumenta sempre di più lo stress. E specialmente a settembre aumenta a dismisura anche l’offerta di tecniche mirabolanti in grado di  ridurlo. Ma  spesso la stessa ricerca di un modo per abbassare lo stress lo incrementa in modo decisivo. Il problema è che molte tecniche proposte richiedono uno sforzo, anche solo di attenzione o di organizzazione che, quando si è ormai logori, non si può o non si riesce a fare. Anche stilare “scalette” di giornata che prevedano una distribuzione diversa del tempo è sovente fallimentare. Serve uno stop allo stress, ma anche alle finte soluzioni. Lo stress in realtà  è un fattore necessario nella nostra vita anzi, voglio esagerare, è vitale per noi provare stress. Allora perché se è tanto importante, non riusciamo a considerarlo “vitale” e/o non riusciamo a sfruttarlo al 100%? Oggi insieme al Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta, laureato presso l’Università di Firenze e specializzato presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, vedremo di cosa si tratta esattamente, quali sono le cause, i sintomi e come mantenere il controllo. Continua a leggere