La dieta F- Factor

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La dieta del fattore F non è esattamente una dieta, ma in realtà è un vero e proprio stile di vita che si basa sul consumo di carboidrati ricchi di fibre in combinazione con alcuni tipi di proteine. Se seguito correttamente, questo regime alimentare promette una perdita di peso importante in un lasso di tempo relativamente breve. Inoltre, un’alimentazione prevalentemente verde riduce gli stati infiammatori e quindi il rischio di malattie croniche come tumori, patologie cardiovascolari e neurodegenerative; e ne tra vantaggio anche il pianeta, perché l’aumento del consumo di alimenti di origine vegetale riduce le emissioni di gas serra. F-Factor è stato creato dalla dietista registrata a New York Tanya Zuckerbrot e il sito web spiega che l’approccio F-Factor si concentra sulla combinazione di proteine ​​magre con carboidrati ad alto contenuto di fibre, che sono a basso contenuto di calorie e ti fanno sentire pieno per tutto il giorno. Quindi questa è essenzialmente una dieta che si concentra sul consumo di tonnellate di fibre – questo è ciò che la “F” sta per F-Factor. “Mangiando più fibre, perderai peso in modo sicuro, costante e naturale, e migliorerai naturalmente la tua salute e il tuo benessere generale”, come affermato sul sito web di F-Factor. Perché tanta fibra? Il sito web dice che aggiunge volume al tuo cibo, rallenta la digestione e aumenta il tuo metabolismo, perché il tuo corpo cerca di scomporlo (anche se non può), il che brucia calorie. I programmi alimentari comunemente usati richiedono di mangiare tre pasti ricchi di fibre al giorno, approfittando di spuntini sani e riempiendo lo stomaco con proteine ​​magre e carboidrati complessi. L’obiettivo di fibre da consumare è di 35 g al giorno. In realtà, quando guardi quel numero non è molto, ma rispetto a quello che la persona media riceve quotidianamente è un aumento notevole. L’individuo medio di solito ingerisce 15 g di fibre al giorno, il che limita molti dei suoi benefici. Continua a leggere

Il freekeh: il grano verde antietà

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Dalle antiche origini mediorientali, il freekeh è un grano diverso da tutti gli altri. Le sue spighe sono raccolte a mano tra i mesi di maggio e giugno, ancora acerbe, prima che giungano a completa maturazione. I chicchi vengono poi lasciati al sole per 24 ore e in seguito abbrustoliti col fuoco sprigionato da arbusti dalla combustione intensa e rapida. Dopo essere stato così essiccato e tostato, il grano è ripulito tramite sfregamento (“freekeh deriva dalla radice araba “faraka” che significa “sfregare”) e infine messo nuovamente sotto il sole. È un procedimento lungo, fondamentalmente per dotare il prodotto delle sue caratteristiche peculiari, perché tutti i passaggi contribuiscono a rendere il freekeh un alimento prezioso, ricco di speciali proprietà nutritive e antiage. La tostatura, inoltre, gli dona appetitosi sentori gradevolmente affumicati che ricordano la nocciola. In Libano il freekeh viene tostato al fuoco dei rami di un arbusto locale, il Balan. È un combustibile ideale, che permette di ottenere una fiamma intensa e breve. Così, i grani di frumento subiscono una tostatura rapida e uniforme che interrompe la maturazione e migliora la conservazione. Si tratta quindi di una vera eccellenza alimentare, risultato di pratiche che si tramandano da generazioni nel bacino del Mediterraneo. Quello che rende questo singolare “grano verde” unico nel suo genere, però, è soprattutto l’eccezionale contenuto di nutrienti che lo eleva al rango di autentico “superfood”. È un cibo che mantiene giovane anche il cervello, grazie al suo notevole contenuto di potassio, fondamentale per il corretto scambio nervoso delle cellule. Continua a leggere