Proteggere gli occhi dei più piccoli

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In Italia è stato osservato che una percentuale significativa di bambini presenta problemi alla vista, superando le cifre registrate negli anni precedenti. Questo aumento dei problemi visivi può essere attribuito all’integrazione della tecnologia nella loro routine quotidiana, così come nella nostra. Diventa quindi imperativo dare priorità alla protezione e al benessere degli occhi dei bambini fin dal momento della nascita. Anche se si potrebbe supporre che siano troppo piccoli per sottoporsi a visite oculistiche, è fondamentale essere consapevoli che esistono metodi diagnostici adattati alle diverse fasce di età. Questi metodi ci consentono di valutare le condizioni della loro vista e di identificare tempestivamente eventuali problemi che potrebbero sorgere.

I cinque più comuni difetti visivi dei bambini

Strabismo: è facilmente identificabili perché gli occhi non sono allineati e il bambino può riferire di vedere doppio.

Ambliopia: è la diminuzione dell’acuità visiva monolaterale. È opportuno intervenire al più presto perché in caso contrario il difetto tende a stabilizzarsi.

Ipermetropia: è causata da un occhio ‘corto’ per cui riceve la luce e forma l’immagine non sulla retina ma dietro. Porta ad uno sforzo per vedere bene e rende necessario l’uso di lenti correttive.

Miopia: il disturbo è caratterizzato da un occhio troppo lungo in cui la luce ricevuta forma l’immagine davanti alla retina. La correzione prevede l’uso di occhiali.

Astigmatismo: è un difetto di refrazione che provoca una distorsione dell’immagine provocato da una anomalia del potere diottrico della cornea

Attenzione ai campanelli d’allarme

È della massima importanza che i genitori monitorino attentamente e prestino molta attenzione al comportamento dei propri figli al fine di rilevare eventuali problemi visivi che potrebbero essere presenti. Questi segnali possono manifestarsi in vari modi, come ad esempio il bambino che alza spesso gli occhi al cielo, mostra la tendenza ad avvicinarsi eccessivamente ai libri o allo schermo televisivo, fa costantemente smorfie o sbatte le palpebre frequentemente. Inoltre, se il bambino mostra costantemente arrossamenti agli occhi entro la fine della giornata o ha difficoltà a parlare o a imparare a scuola, ciò potrebbe anche indicare un problema visivo. Inoltre, è stato rivelato attraverso numerosi studi che un’esposizione insufficiente alla luce solare, in particolare meno di due ore al giorno, potrebbe potenzialmente contribuire allo sviluppo della miopia.

Utilizzare in modo corretto gli schermi

Per garantire il benessere del nostro sonno e la salute dei nostri occhi è fondamentale mettere in atto una serie di misure riguardanti l’utilizzo dei dispositivi elettronici come televisori, tablet e telefoni cellulari. Un utilizzo eccessivo o inappropriato di questi dispositivi può avere effetti negativi sia sulla qualità del nostro sonno che sulla salute generale dei nostri occhi. Per mitigare questi rischi, è fondamentale limitare la quantità di tempo trascorso sugli schermi e fare pause regolari dal loro utilizzo. È particolarmente importante prestare attenzione ai bambini piccoli, poiché quelli di età inferiore ai 2 anni dovrebbero astenersi del tutto dall’utilizzare gli schermi. I bambini di età compresa tra 2 e 5 anni dovrebbero limitare il tempo trascorso davanti allo schermo a una sola ora al giorno, mentre quelli di età compresa tra 5 e 12 anni dovrebbero limitarsi a un massimo di due ore. Inoltre, è fondamentale mantenere la distanza adeguata quando si utilizzano gli schermi. Ad esempio, quando si legge o si scrive su un telefono cellulare o un tablet, si consiglia di tenere il dispositivo a circa 35 cm di distanza dagli occhi. I computer portatili dovrebbero essere posizionati a una distanza di circa 40-45 cm, i computer desktop a 45-55 cm e i televisori a una distanza di 2-3 metri. Inoltre, è importante notare che gli schermi non dovrebbero mai essere considerati l’unica fonte di luce. Dovrebbero invece essere sempre accompagnati da altre fonti di illuminazione ambientale per garantire una visibilità ottimale e ridurre al minimo l’affaticamento degli occhi.

Portare i bambini dall’oculista fin da piccoli

Sebbene sia generalmente raro che i bambini subiscano alterazioni della vista, si consiglia vivamente di fissare il primo appuntamento con un oculista entro il primo anno di vita. Oggigiorno esistono diverse tecniche diagnostiche progettate specificatamente per le diverse fasce di età, che consentono agli operatori sanitari di valutare la salute visiva del bambino nelle varie fasi del suo sviluppo, anche senza la partecipazione attiva del bambino o la capacità di comunicare verbalmente. Inoltre, è importante notare che alcuni disturbi visivi possono essere di natura ereditaria, rendendo fondamentale monitorare attentamente i bambini e segnalare tempestivamente eventuali problemi durante le loro visite dall’oculista.

Seguire una dieta sana

L’alimentazione deve essere equilibrata, ricca di sostanze nutritive e con un alto contenuto di vitamine A e C e di minerali come il magnesio. Ciò aiuta le cellule implicate nella vista a funzionare correttamente.

Proteggere gli occhi dalla luce solare

Secondo una ricerca, il 70% dei bambini italiani tra i 4 e i 10 anni non indossa occhiali da sole. Ricordiamoci però che anche se piccoli, nel caso in cui dovessero essere esposti al sole per un lungo periodo, è essenziale che li mettano. Devono essere conformi alle corrispondenti normative europee per questo tipo di prodotto (identificato con il marchio CE), con il nome del produttore e i riferimenti del modello stesso. In quanto ai filtri vi è una classificazione delle protezioni solari in 5 categorie, che vanno da 0 a 4 (di solito le più utilizzate nei bambini sono soprattutto 3 e 4). Gli esperti consigliano i vetri organici o in policarbonato, perché coniugano perfettamente leggerezza e resistenza. Infine, per i bambini più piccoli o quelli sempre in movimento è consigliabile che gli occhiali siano dotati di una fascia elastica, in modo da evitare che cadano e da garantire che siano sempre nella posizione corretta.

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Silvia Trevaini

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