Ravintsara per combattere virus e batteri

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Secondo la medicina cinese l’inverno inizia i primi giorni di novembre mentre il solstizio rappresenta il culmine della stagione. Questo significa che da un punto di vista atmosferico i primi freddi si stanno già manifestando e così le prime malattie da raffreddamento.  In questo senso gli oli essenziali sono un valido aiuto per affrontare i rigori dell’inverno. In particolare, conosciamo l’olio essenziale estratto dalle foglie della Cinnamomum Camphora, chiamato comunemente Ravintsara a cineolo. Appartenente alla famiglia delle Lauraceae è un’essenza ricca di ossidi e per questo richiede cautela in gravidanza e durante l’allattamento. Ravintsara ha un particolare tropismo per il sistema immunitario e l’apparato respiratorio. Ne parliamo con Alessia Daturi, Naturopata e aromaterapeuta della Scuola italiana di medicina olistica di Milano. Continua a leggere



Cosa fare per ripartire dopo un brutto evento

Incidenti domestici, stradali o aerei, essere testimone di eventi che minacciano la vita, come uragani o terremoti, stupri o rapimenti. Tutte queste situazioni hanno una cosa in comune: possono divenire traumi duraturi e invalidanti per le persone che le vivono. Quando si viene coinvolti in un evento al di fuori della consueta esperienza umana quasi tutti sperimentiamo delle reazioni strane. Le reazioni al trauma sono diverse da una persona ad un’altra. È naturale che un evento particolarmente stressante provochi queste reazioni, soprattutto se si tratta di un evento che evocherebbe sintomi di malessere significativi in qualsiasi individuo qualora questi vi fosse esposto. Subito dopo un evento traumatico è del tutto normale provare ansia e uno stato di allarme (“iperattivazione fisiologica”) come se si dovesse essere ancora pronti ad affrontare il pericolo. Si associano l’incredulità per quanto successo e contemporaneamente la percezione chiara che nulla tornerà più come prima. Ciò che si impone è la necessità di adattarsi al cambiamento ed elaborare l’accaduto. È frequente, infatti, la tendenza a ricordare e riesaminare l’evento allo scopo di comprenderne le cause come se fosse una situazione da risolvere e non come qualcosa che, per quanto sconvolgente, può solo essere accettata. Nella maggioranza dei casi queste reazioni sono transitorie e non richiedono un aiuto specialistico. Quando però si protraggono nel tempo e anzi si intensificano creando una sofferenza significativa, allora viene a configurarsi un vero e proprio quadro psicopatologico, il disturbo post traumatico da stress. Continua a leggere



Proteggiamo i polmoni

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L’inizio di novembre segna la fine di un intero ciclo vitale. La natura con i suoi alberi ormai spogli, il letargo di alcuni animali, il clima che si fa più rigido e le giornate più corte e meno luminose, indicano che è il momento per “quel che resta” dopo la spogliazione, dopo la riduzione all’essenziale di ciò che è la vita. La natura sembra più fragile, più vulnerabile, più esposta. Se pensiamo al nostro organismo, che è in sintonia con essa, bisogna ammettere che sia così: novembre è il mese in cui siamo più colpiti da diversi disturbi, sia a livello psichico (c’è la maggior incidenza di depressione) sia a livello fisico (c’è notevole insorgenza di malattie da raffreddamento e reumatologiche). Tale analogia di stato e di vulnerabilità è ben rappresentata dai nostri polmoni, che costituiscono una sorta di “albero rovesciato” (l’albero respiratorio). È un albero che vorrebbe ritirarsi, schermarsi, e che invece è spinto ogni giorno in mezzo al freddo, all’umido e al collettivo, e che, per questo, deve ora essere protetto. Al di là di tutte le variabili legate allo stress, al clima e alle epidemie, i polmoni di novembre sono organi più delicati, come dimostra il notevole aumento di polmoniti, bronchiti e pleuriti. Ed anche il peggioramento di patologie preesistenti, come le bronchiti croniche. Oltre che con il muco e con le cellule ciliate, la mucosa respiratoria si difende con la cosiddetta “vernice immunitaria”, cioè una presenza lungo tutta la superficie di cellule immunitarie e anticorpi (le immunoglobuline), che svolgono una silenziosa ma costante azione di battaglia contro gli agenti esterni. È un sistema immunitario potente, quello respiratorio, ma anch’esso può essere vittima dello stress che ne indebolisce sia l’intensità sia la prontezza dell’intervento. È raro che una polmonite o una broncopolmonite, a parte quelle dovute, purtroppo, al Covid 19 – insorga in un soggetto sano che si sente in piena forma: di solito essa è preceduta da un periodo nel quale la persona ha “dato troppo”, si è trovata a vivere nella frenesia collettiva e, collettivizzandosi, ha “perso identità” e confine, i due aspetti che il sistema immunitario rappresenta. Possiamo contare però su due piante, il timo (che ti mette al riparo da tosse e bronchiti) e la ravensara (per evitare raffreddori). Ma vediamo come… Continua a leggere



Yoga ormonale contro il diabete

Nel 2016 sono oltre 3 milioni 200 mila in Italia le persone che dichiarano di essere affette da diabete, il 5,3% dell’intera popolazione (16,5% fra le persone di 65 anni e oltre). La diffusione del diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 2,9% della popolazione nel 1980). Anche rispetto al 2000 i diabetici sono 1 milione in più e ciò è dovuto sia ’invecchiamento della popolazione che ad altri fattori, tra cui l’anticipazione delle diagnosi (che porta in evidenza casi prima sconosciuti) e l’aumento della sopravvivenza dei malati di diabete. Il Diabete è una patologia che porta ad avere alti livelli di glucosio nel sangue da un’alterazione della funzione dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che consente al glucosio di entrare nelle cellule, come fonte energetica; quando questa attività è alterata, il glucosio si accumula nel sangue. Fa grossi danni, soprattutto se non viene curata presto e bene. Provoca disturbi alla vista, mancanza di energia muscolare, problemi al cuore, ai reni, al cervello, agli occhi, agli arti, altera la circolazione del sangue. Il diabete era già conosciuto nell’Antichità, denominato “mellito”, perché le urine dei malati hanno un sapore dolce come il miele, dato che sono ricche di zuccheri. Esistono diversi tipi di diabete: il tipo 1 (noto come IDDM), che colpisce anche i giovanissimi; è considerato una malattia autoimmune, perché il sistema immunitario non riconosce come proprie le cellule beta del pancreas e le distrugge come fossero un intruso. Abbiamo poi il tipo 2 (NDDM), il più comune, con circa il 50% dei casi, frequente nelle persone anziane, in cui l’insulina è scarsa oppure l’organismo non riesce a utilizzarla, nemmeno se viene fornita dall’esterno. Possiamo trovare il diabete D, o gestazionale, nelle donne in gravidanza, ma di solito scompare dopo la nascita del bambino. C’è infine il diabete insipido (DIN), che però non è legato al pancreas, ma alla vasopressina, un ormone prodotto dall’ipotalamo-ipofisi, una patologia molto più rara e differente dalle precedenti. Continua a leggere



Malattie cardiovascolari e differenze di genere

Uomini e donne, diversi in tutto, soprattutto nel cuore. Non è questione di sentimenti, ma di come siamo fatti. Tra i due sessi intercorrono molte più differenze di quanto si possa pensare. Anche se oggi i dati in letteratura sono ancora parziali, quelle poche evidenze ci dicono che esistono differenze enormi in base al genere e che queste possono però influenzare direttamente il modo di fare prevenzione, diagnosi e cura. Le malattie cardiovascolari rappresentano a oggi una delle categorie più diffuse di patologie al mondo, e sono gravate da un’importante mortalità. L’insorgenza di queste malattie è differente nelle donne e negli uomini. Negli ultimi decenni, molti studi clinici si sono concentrati su questi disturbi. Alcuni di essi hanno rilevato che, nonostante le donne abbiano minor incidenza, prevalenza e mortalità per tali patologie, ricevono anche meno cure (in termini di prevenzione, accertamenti diagnostici e trattamenti) rispetto alla controparte maschile; alcuni studi hanno inoltre notato che, in seguito ad un evento cardiovascolare acuto, il sesso femminile ha una prognosi peggiore rispetto agli uomini colpiti da tale malattia. Nelle donne la malattia si manifesta con dieci anni di ritardo rispetto agli uomini e dà segnali differenti: il cuore delle donne è più suscettibile alle scariche adrenergiche provocate dalle forti emozioni, ad esempio e nell’infarto non compaiono i tipici segnali riportati dagli uomini. Inoltre, fino a quando non subentra la menopausa ha una specie di ombrello ormonale che la protegge. Le malattie cardiovascolari non colpiscono quindi entrambi i sessi allo stesso modo e gli approcci diagnostico-terapeutici non sono sempre sovrapponibili. Dai fattori di rischio, ai sintomi, alle cure: sono queste le principali diversità da tenere in considerazione. Continua a leggere



L’odontoiatria estetica conservativa

Al giorno d’oggi l’estetica è un fattore sempre più importante: avere un bel sorriso è un desiderio fortemente condiviso, come testimoniato da numerose ricerche. Il sorriso rappresenta il nostro biglietto da visita e il 70% dell’espressività del viso. Per questo è così importante per la propria autostima e nella comunicazione con le altre persone. Come ben sappiamo, però, alla base di un bel sorriso vi è sempre un sorriso sano. L’odontoiatria conservativa si occupa del recupero delle strutture dentali compromesse da processi cariosi, dall’azione erosiva di cibi e bevande acide o da lesioni di differente natura. L’odontoiatria conservativa estetica si prende cura dei denti danneggiati. Lo scopo, quindi, è quello di mantenere sani i denti riparando i danni provocati dalla carie dentale, da fratture o traumi, attraverso otturazioni (cure), intarsi o faccette al fine di ripristinare la forma e la funzione masticatoria usando materiali idonei ed estetici con tecniche moderne, confortevoli e indolori. Queste tecniche consentono un restauro del dente in caso di carie superficiale, ovvero quei casi in cui si può ripristinare la salute del dente attraverso la rimozione dello smalto e della dentina attaccati dal processo carioso. In caso di carie profonda, invece, che interessa la polpa dentale (l’organo che contiene i vasi sanguigni e le terminazioni nervose del dente), si interviene con l’endodonzia e si procede quindi alla cura canalare o devitalizzazione del dente. Ne parliamo oggi insieme al Dott Massimo Saita del Santagostino di Milano.

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