Endometriosi e yoga: quando il respiro diventa sollievo

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Una donna su dieci. È questo il numero che si cela dietro una delle patologie femminili più complesse e meno comprese: l’endometriosi. In Italia si stima che siano circa 3 milioni le donne che convivono con questa malattia, anche se si pensa che il dato reale sia molto più alto. Non solo dolori mestruali insopportabili: l’endometriosi porta con sé anche infiammazioni durante l’ovulazione, cistiti frequenti, disturbi intestinali, dolori durante i rapporti sessuali, pesantezza al basso ventre e, in circa un terzo dei casi, anche infertilità. A rendere tutto più difficile è il fatto che spesso la diagnosi arriva tardi, e le cure disponibili, seppur necessarie, non sono risolutive. Di fronte a questo scenario, molte donne si trovano a dover convivere con un dolore cronico, quotidiano, che mina la qualità della vita. Ma esistono anche approcci alternativi, complementari, che non sostituiscono le terapie tradizionali ma possono diventare validi alleati. Uno di questi è lo yoga.

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Yoga di giugno: aprire corpo e cuore per accogliere la luce

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Giugno è il mese in cui tutto sembra fiorire. Le giornate si allungano, la luce cambia intensità, e nell’aria si respira quella sensazione di rinnovamento tipica dei cicli naturali che si risvegliano. È il tempo delle decisioni gentili, dei piccoli inizi, di un’energia che ritorna gradualmente dopo il torpore invernale. In questo scenario, lo yoga diventa una pratica perfetta per sintonizzarsi con i ritmi stagionali, e ancora di più, con sé stessi. Tra tutte le forme di yoga, le posizioni di apertura si rivelano particolarmente adatte a questo momento dell’anno. Sono gesti simbolici e profondi, che ci invitano a espandere il petto, liberare il respiro, sciogliere le tensioni e lasciare spazio a una nuova vitalità. Aprire il corpo significa aprire anche la mente, il cuore, e il modo in cui ci poniamo nel mondo. Con il solstizio d’estate alle porte, il passaggio energetico si fa ancora più evidente: è il momento ideale per portare luce dove c’è stato buio, movimento dove c’era stasi, accoglienza dove c’era chiusura. Lo yoga, in questa stagione, non è solo esercizio fisico, ma un vero e proprio rito di rinascita.

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Neurocosmetica: la scienza del benessere tra pelle e psiche

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Lo stress psicologico è noto per avere effetti deleteri sulla pelle, peggiorando problematiche preesistenti o favorendo l’insorgenza di nuove condizioni cutanee. La pelle, in quanto organo più esteso del corpo umano, è profondamente interconnessa con il sistema nervoso, reagendo agli stimoli interni ed esterni in modi che influenzano non solo il suo aspetto, ma anche la salute generale. A fronte di questa stretta connessione tra pelle e psiche, si sta sviluppando un nuovo ramo della cosmetica: la neurocosmetica. Questo approccio innovativo unisce la scienza cosmetica alle neuroscienze, puntando a migliorare non solo l’aspetto esteriore ma anche il benessere emotivo. Le neurocosmetiche, infatti, sono formulate per interagire con il sistema nervoso della pelle, influenzando positivamente i processi fisiologici e riducendo lo stress cutaneo.

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Lo yoga dell’anima

“Anche se la mente non ricorda l’abuso, il corpo ne ha memoria. E di questa memoria noi terapeuti non possiamo dimenticarcene.”
                                                                                                                       Bessel van der Kolk

La ricerca scientifica ha dimostrato come integrare il lavoro sul corpo nelle cure mediche tradizionali possa essere estremamente efficace, specialmente nel trattamento di traumi profondi. Uno degli ambiti in cui questa integrazione è stata maggiormente esplorata è nell’aiuto ai veterani di guerra nel superare esperienze traumatiche. Negli Stati Uniti, sono stati avviati studi per comprendere quali approcci possano insegnare a gestire lo stress intenso, tipico del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e del complesso disturbo da stress post-traumatico (C-PTSD). Tra questi approcci, il Trauma Sensitive Yoga (TSY) ha mostrato risultati promettenti. Questa forma di Hatha Yoga si concentra su pratiche delicate che mirano a ripristinare l’equilibrio tra mente e corpo, utilizzando tecniche di respirazione, meditazione e asana (posture) specifiche per affrontare il trauma. Molti sopravvissuti al trauma si trovano a vivere in un corpo che percepiscono come un nemico, e il TSY aiuta a riconnettersi con esso in modo sicuro e consapevole. In collaborazione con uno psicoterapeuta, i percorsi di yoga possono essere personalizzati per lavorare sugli squilibri emotivi, utilizzando movimenti e pose mirati per sciogliere tensioni profonde. Quando viviamo un trauma, tendiamo naturalmente a reprimerlo o a evitarlo. Tuttavia, le emozioni associate si accumulano nel corpo, creando “punti trigger”, ossia aree del corpo bloccate o estremamente sensibili. Attraverso lo yoga, stimolando dolcemente questi punti, il corpo inizia a rilasciare le tensioni accumulate, dando inizio al processo di guarigione. Lo yoga, se praticato con protocolli specifici, è un potente strumento per ristabilire la connessione con sé stessi, portando un senso di sicurezza e pace interiore.

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Lo psoas: il muscolo dei cambiamenti

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Il mese di settembre può essere definito dalla parola “passaggio”, poiché significa molto più di un semplice cambio di stagione. Esso comporta anche una moltitudine di altri cambiamenti. Dopo un periodo di riposo e svago durante l’estate, il nostro stile di vita ritorna alla normalità con la ripresa della scuola, del lavoro e degli studi. Adottiamo un atteggiamento più funzionale nei confronti della vita di tutti i giorni, sapendo che abbiamo davanti a noi un altro anno impegnativo. L’energia del sole di settembre diminuisce, segnalando l’imminente ritiro della natura nell’autunno. Psicologicamente, siamo consapevoli delle improvvise trasformazioni che ci attendono e dobbiamo adattarci e accoglierle. Ciò richiede il mantenimento dell’equilibrio, della stabilità emotiva e della flessibilità per affrontare i cambiamenti senza provare troppa angoscia. I nostri corpi hanno subito questa transizione molte volte in passato, evolvendosi fisicamente e psicologicamente per gestirla. Esiste però un aspetto meno conosciuto che gioca un ruolo significativo in questa capacità psicofisica e funge da sistema di sostegno interno: il muscolo psoas, noto anche come ileopsoas. La funzione e la salute di questo muscolo influiscono notevolmente sul nostro benessere generale, in particolare durante i periodi di cambiamento.

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Respirazione yogica per un effetto anti age

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Gli antichi maestri dello yoga riconoscono da tempo l’importanza della respirazione profonda ed espansiva nel migliorare la salute generale e la vitalità del corpo. È stato scoperto che questo tipo di respirazione, comunemente praticato in varie posizioni yoga, non solo riossigena il corpo, ma combatte anche i segni dell’invecchiamento. I benefici di questa pratica si ottengono al meglio attraverso uno sforzo regolare e costante, con alcune pose che offrono effetti particolarmente profondi. Un recente studio condotto dall’Università di Nuova Delhi si è concentrato sulle posizioni yoga che comportano movimenti di apertura del corpo laterale o all’indietro, suggerendo che potrebbero avere proprietà antietà. È stato dimostrato che queste posizioni, che enfatizzano il movimento del diaframma e l’espansione del respiro, migliorano notevolmente l’ossigenazione in tutto il corpo e riducono la formazione di radicali liberi che contribuiscono all’invecchiamento cellulare. Si raccomanda quindi di incorporare nella routine quotidiana di ognuno esercizi di yoga mirati, volti a rilassare e rafforzare il diaframma. Così facendo, il respiro diventa più profondo e completo, fornendo un maggiore apporto di ossigeno a tutti i tessuti del corpo.

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