Quando il desiderio femminile gioca a nascondino

Il desiderio sessuale garantisce alle coppie una buona qualità di vita e di dialogo, oltre che occasione di svago e di relax. Ma cosa fare quando la libido non si fa sentire? “Riaccendere l’interruttore del desiderio è un compito delicato e il naturopata può fornire validi consigli, ma non prima di aver capito come mai nella donna l’impulso si è spento o non risponde alle sollecitazioni del partner. È innanzitutto fondamentale non occuparsi solo del sintomo, il problema è molto sfaccettato e varia in base, all’età e alle fasi della vita che si sta attraversando”, ci spiega  Alessia Daturi, naturopata presso la Scuola italiana di medicina olistica di Milano. Continua a leggere



Perché abbiamo il senso di colpa

Il senso di colpa è uno dei sentimenti più rari e particolari che si possa osservare in una persona. Non parliamo naturalmente del dispiacere transitorio di quando si pesta un piede a qualcuno per errore, o al tradimento fatto però con cognizione di causa, in cui sì, dispiace, ma d’altra parte lo si è fatto per un motivo che sul momento sembra valido. Questione anche di come gira la sorte. “Il senso di colpa è per esempio difficilissimo da valutare laddove invece la società si propone sistematicamente di valutarne peso e autenticità: nei responsabili di reati. Come è possibile pensare di valutare il senso di colpa di chi è stato arrestato o condannato ? Una volta che un progetto è fallito, certo che la persona ha spazio mentale per sentirsi in colpa, ma in colpa soprattutto di aver sbagliato a scegliere di compiere un gesto che poi lo ha portato ad aver guai con la legge”, ci spiega il Dott. Matteo Pacini, medico chirurgo, Specialista in Psichiatria e docente di Medicina delle Dipendenze presso l’università di Pisa.

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Hpv e tumore del collo dell’utero

L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute (di mani, piedi o viso) e i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV. L’infezione da Papilloma Virus Umano è un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale. Quando il sistema immunitario non riesce a debellare rapidamente il virus, l’Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina. Evitare l’infezione da HPV è importante per prevenire il cancro della cervice uterina. Il tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero) è la terza neoplasia più frequente tra le donne, dopo quelle al seno e al colon-retto. La malattia colpisce il collo dell’utero, ovvero il segmento che pone in collegamento il corpo dell’utero con la vagina.  Il papilloma virus è presente praticamente nel 100 per cento dei tumori della cervice uterina, un cancro che colpisce in Italia 2.300 persone ogni anno e rappresenta il 2 per cento di tutti i nuovi tumori nelle donne. Il carcinoma alla cervice uterina è il primo tumore riconosciuto ad oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come totalmente riconducibile ad una infezione. Il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma può essere di 20-30 anni. Tuttavia, è bene specificare che solo pochissime delle donne con infezione da papilloma virus (molto meno dell’1%) sviluppano un tumore del collo dell’utero. Ciò significa che altri fattori, ancora oggetto di studio, concorrono allo sviluppo della neoplasia.

Ne parliamo con la Dott.ssa Elisa Sipio, medico specialista in Ginecologia e Ostetricia, presso il Santagostino di Milano.

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Yoga, iniziamo l’anno dalle piccole cose

“Lo straordinario accade solo quando inizi a vivere le piccole cose ordinarie”

                                                                                   Osho

Come tradizione e pratica millenaria – si pensa infatti che abbia avuto origine addirittura tra il 3000 e il 1800 avanti Cristo – parlare del semplice “stare bene” è probabilmente riduttivo. Lo yoga non è infatti una formula istantanea per la felicità o la ricetta per la perfetta fisicità. Lo yoga è un viaggio, prima di tutto dentro noi stessi, che ci accompagna verso una nuova e maggiore consapevolezza di noi e di quello che ci circonda. Chi ha la pazienza di avvicinarsi allo yoga e proseguire nell’apprendimento scopre un mondo incredibile che dà all’individuo gli strumenti per vivere meglio. Uno tra tutti è la soppressione della sofferenza. Un concetto difficile da spiegare. Ma alla base della conoscenza dello yoga c’è la ricerca della felicità, che arriva quando si è padroni di noi stessi. È un percorso lungo, ci vogliono anni. Ma che ci porta a una vita diversa. Lo Yoga è un ottimo modo per cominciare l’anno nuovo col piede giusto, indipendentemente da ciò che puoi chiedere a questa magnifica disciplina. Aprire nuove porte e nuove possibilità è sempre una cosa positiva poiché presuppone creatività e azione. E creatività e azione significa Vita.

Nella quotidianità, durante le nostre giornate spesso frenetiche nei ritmi e al tempo sedentarie per il numero di ore passate davanti al computer o in auto, è interessante ogni tanto fermarsi e dedicare spazio e tempo a piccoli gesti che contribuiscono a mantenere in salute la nostra schiena e a correggere cattive abitudini di postura. Ci ricorderemo cosi di avere un corpo, indipendentemente dal fatto che durante il giorno riusciamo a ritagliare uno spazio specifico per una pratica personale o guidata da un insegnante. Lo Yoga infatti dovrebbe essere presente in tutti gli ambiti della nostra vita, perché  può dare molto di più di un corpo flessibile. Ma vediamo come. Ecco alcuni consigli e curiosità su come migliorare il proprio stile di vita e trovare la felicità grazie allo yoga. Continua a leggere



Prendiamoci cura del nostro intestino

Durante le vacanze di Natale i ritmi di vita cambiano in modo repentino e facilmente adottiamo le tipiche “cattive” abitudini che causano il gonfiore addominale: il mangiare in modo scorretto, unito all’eccessiva sedentarietà, provoca una scarsa e cattiva digestione, che insieme alle sostanze di scarto, determina un accumulo di gas nelle pareti intestinali. Con il risultato di andare incontro a sensazioni di disagio e malessere generale.

Già perché si sa, se sta bene lui, stiamo bene anche noi! Le ricerche più recenti mettono il nostro intestino e i suoi minuscoli abitanti al centro della nostra salute. La sua corretta funzionalità condiziona positivamente il nostro umore, attraverso la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, può aiutarci a stare in forma senza ingrassare, ci aiuta a prevenire le più diverse patologie, dal diabete all’Alzheimer, passando per quelle cardiovascolari. Contrastare gli squilibri intestinali è dunque la prima mossa per favorire il nostro benessere. Anche in presenza di un qualsiasi dolore, che possa essere articolare, muscolare o neurologico, è impossibile pensare di ristabilirsi senza passare per un ripristino dell’armonia e una riduzione delle infiammazioni a livello soprattutto del colon. Oggi siamo arrivati alla comprensione del legame strettissimo della nostra pancia con gli stati infiammatori. Questa zona può diventare un focolaio di infiammazioni in condizioni di stress, ansia depressione o paura (stati d’animo piuttosto diffusi durante questa pandemia, per esempio) e batteri pericolosi possono prendere il sopravvento, o ancora il sistema immunitario può diventare pigro. Ma vediamo insieme alla Dott.ssa Patrizia Bartolini, Biologa Nutrizionista della Casa di Cura San Paolo di Pistoia, cosa causa la pancia gonfia e come spegnere le sue infiammazioni.

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Come smettere di rimandare tutto

Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei buoni propositi per l’anno nuovo e delle strategie più efficaci per realizzarli. Ma come evitare di impedire la loro realizzazione?  Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi: un proverbio di buon senso che non possiamo considerare come un comandamento. A volte, infatti, abbiamo bisogno di prendere tempo, guadagnarlo, prima di decidere qualcosa, e la fretta non aiuta nei momenti in cui bisogna scegliere, dentro o fuori, sì o no. Ma, una cosa è ponderare con la dovuta cautela e un’altra è invece procrastinare sempre e comunque, magari in attesa di eventi che non si verificheranno mai. Rimandare è un comportamento tipicamente umano e molto diffuso. È un meccanismo di difesa della nostra mente che tende a “spostare”, se non può eliminare, un’attività che provoca paura, ansia e difficoltà. Inoltre, decidere e iniziare sono operazioni faticose, che assorbono molte delle nostre risorse mentali. Le conseguenze del procrastinare sono varie, ma di fondo resta il fatto che, in questo modo, tendiamo a non vivere centrati nel presente. Rimandare, oltre che minare la nostra credibilità nei confronti del mondo, è un boomerang per noi stessi. Maturare la consapevolezza che questo aspetto può rappresentare un problema per la nostra felicità è un primo passo importante. La tendenza a procrastinare non in tutti si manifesta allo stesso modo e con la stessa gravità. Inoltre sembra che la procrastinazione non abbia solo a che fare con la gestione del tempo, che è sicuramente importante, ma anche con le emozioni e con la considerazione e la compassione che proviamo verso noi stessi. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta, laureato presso l’Università di Firenze e specializzato presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano.

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