Mani: trattamenti contro macchie e rughe

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Le donne italiane, proverbiali “gesticolatrici”, lo hanno ormai imparato: la giovinezza passa (anche) dalle loro mani, protagoniste di ritocchi sempre più frequenti e di nuovi trattamenti estetici ormai ultramirati. Le mani subiscono continue aggressioni che le conduce giorno dopo giorno verso un invecchiamento precoce, già di per sé accelerato dalla loro natura più vulnerabile. Pelle grinzosa e sottile, macchie scure, ossa e vene in vista sono la prova tangibile di questo processo fisiologico, ma non ineluttabile. Quando la situazione sembra sfuggire di mano, infatti, la medicina estetica entra in campo, con soluzioni diverse per ogni tipo di inestetismo. Stringono, afferrano, sollevano, dimostrando una grande forza, ma in realtà le mani sono tra le zone più fragili dell’essere umano. Prova ne è che invecchiano circa cinque volte più velocemente del volto. I principali “effetti collaterali” del cronoaging, cioè del naturale processo di invecchiamento, e del fotoaging, cioè dei danni causati dal sole sono le lentigo solari, cioè le macchie marroni sul dorso; l’aspetto scheletrico legato alla fisiologica perdita di grasso, collagene, elastina e acido ialuronico, che rende la cute sottile come carta velina, incapace di mascherare il reticolo venoso e le ossa. Tanti inestetismi, altrettante soluzioni, dalla più dolce alla più radicale. Ma vediamo i trattamenti più efficaci per le nostre mani.
Per le macchie scure
Lo sgradito souvenir di ripetute esposizioni al sole senza una costante e adeguata protezione è quasi impossibile da nascondere, perché le lentigo solari sono macchie piane, ma piuttosto scure. L’unica è “cancellare” questi antiestetici accumuli di melanina attraverso tre trattamenti d’elezione: la luce pulsata, i laser (o meglio, i laser) e il peeling chimico.
La luce pulsata: si tratta di un fascio di radiazioni con lunghezze d’onda diverse, che colpiscono e distruggono selettivamente la melanina concentrata nelle macchie solari. In pratica, le radiazioni elettromagnetiche veicolate da un apposito manipolo vengono assorbite dalla melanina, generando un forte calore che la distrugge. Dopo aver spalmato sulle mani un gel, il medico imposta i parametri del macchinario a seconda dell’entità del problema e passa il manipolo sul dorso. Al termine della seduta, si applica un po’ di ghiaccio per raffreddare la zona e si torna tranquillamente a casa. All’inizio, le lentigo possono diventare addirittura più scure, reazione del tutto normale, ma nei giorni successivi si formeranno delle crosticine che non vanno rimosse, perché dopo circa tre settimane si staccano.
Il laser: la medicina estetica sfrutta ormai da anni la potenza di questi preziosi strumenti hi-tech per contrastare un lungo elenco di inestetismi. Il lasei Q-Switched emette energia ad alta intensità in un brevissimo lasso di tempo, cioè nanosecondi che va a disintegrare selettivamente gli accumuli di melanina. I laser non ablativi frazionati agiscono colpendo in modo mirato solo alcune microcolonnine di tessuto. Il derma reagisce al danno termico innescando un processo di autoriparazione, che porta alla formazione di tessuto nuovo e sano. Durante questo processo anche la melanina delle macchie viene eliminata. Durante la seduta, il medico si limita a passare il laser sul dorso delle mani: pochi minuti, dopo i quali è possibile tornare alle proprie attività normali.
Il peeling chimico: trattamento soft d’eccellenza per migliorare la compattezza della cute con un immediato effetto ringiovanente, si utilizza anche per “oscurare” le macchie solari. Si applicano sulla zona una serie di sostanze, che favoriscono l’esfoliazione naturale della cute e il relativo rinnovamento cellulare. I peeling chimici utilizzati per le macchie sono generalmente a base di Tca, o acido tricloroacetico a una concentrazione tra il 15 e il 43%. Prima si applica sulle singole macchie il prodotto con la concentrazione più alta, poi su tutto il dorso quello con la concentrazione più bassa per uniformare il risultato. La posa delle sostanze esfolianti dura qualche minuto, poi si sciacquano via e si applica una crema specifica.

Per le rughe
La biorivitalizzazione: se la cute delle mani ha bisogno di una semplice rinfrescata è sufficiente la biorivitalizzazione, cioè l’iniezione nel derma di sostanze mirate, come l’acido polilattico, che stimolano i fibroblasti ad aumentare la produzione naturale di acido ialuronico e collagene, con un effetto ridensificante. Si utilizzano esclusivamente sostanze biocompatibili e riassorbibili, ben tollerate, che non hanno un effetto riempitivo, ma semplicemente biostimolante. Le sostanze rivitalizzanti vengono iniettate attraverso micro-punturine effettuate sul dorso delle mani con aghi sottilissimi, che non scatenano ematomi, ma al limite un leggero arrossamento transitorio e un lieve gonfiore.

Il filler Radiesse: per riconquistare mani di fata, la bacchetta magica si chiama Radiesse, l’unico filler dermico ad aver ricevuto il via libera dell’americana Food and drug administration per “riempire” il dorso delle mani. A restituire volume, turgore e compattezza ci pensa un mix composto per il 70% da una soluzione acquosa in gel e per il 30% da microsfere di idrossiapatite di calcio, sostanza preziosa, che oltre a riempire e a rimpolpare, stimola anche la produzione endogena di collagene ed elastina. Il filler è un trattamento iniettivo, ma si può stare tranquilli sul fronte dolore, perché di solito il medico “addormenta” la zona con un’infiltrazione di anestetico, in modo da scongiurare ogni fastidio. Con una microcannula, si infiltra il filler Radiesse con tecnica retrograda, cioè il gel viene rilasciato mentre l’ago scorre all’indietro verso l’uscita, in modo da garantire una distribuzione uniforme e omogenea del prodotto.
Il lipofilling: va a prelevare il tessuto adiposo dove abbonda e lo trasferisce dove manca. Con un doppio effetto filler, cioè riempitivo, e antiage, perché il grasso autologo è ricco di cellule staminali adulte, in grado di attivare un processo rigenerativo dei tessuti. Il lipofilling è un procedimento rapido e poco invasivo. In anestesia locale, si preleva una piccola quantità di grasso laddove abbonda, con un’incisione minima e una piccola lipoaspirazione. Dopo essere stato depurato e centrifugato, il grasso viene iniettato nel dorso delle mani.

trevaini50Silvia Trevaini

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