I pesticidi nel piatto

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Uva, peperoni, pere e pesche sono alimenti innegabilmente sani. Tuttavia, vi è la preoccupazione che, insieme alle vitamine, alle fibre e ai minerali benefici, questi alimenti possano contenere anche residui di sostanze chimiche utilizzate per respingere insetti o parassiti o migliorare la fertilità del suolo. Fortunatamente, uno studio condotto su ben 4.313mila campioni ha rivelato che la maggior parte, il 54,81% per l’esattezza, di questi alimenti è priva di residui. Tuttavia, nel 44,19% dei casi sono state trovate tracce di pesticidi. È interessante notare che la frutta risulta essere più contaminata (70,36%) rispetto alla verdura (33,37%). Tra i frutti, le pere sono quelle a più alto rischio di contaminazione, seguite da uva, pesche, more, lamponi e frutti di bosco. Tra le verdure, invece, i peperoni sono quelli più inquinati. Sorprendentemente, anche gli alimenti trasformati come i cereali integrali e il vino possono contenere residui. È importante prestare attenzione anche nel consumo di miele, poiché dei 108 campioni analizzati, il 30,56% conteneva 15 diversi tipi di pesticidi, in particolare glifosato e amitraz, un acaricida utilizzato per combattere la Varroa destructor, un parassita che attacca le api.

I rischi per l’organismo e per l’ambiente

L’esposizione prolungata ai pesticidi può provocare effetti negativi sulla salute. Alcuni tipi di pesticidi, come organofosfati e carbammati, possono avere un impatto sul sistema nervoso. Altri hanno il potenziale di causare tumori o di alterare il sistema endocrino, portando a condizioni come l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica. Uno studio condotto in Spagna su 79.431 individui con diagnosi di gozzo, ipotiroidismo e tiroidite ha rilevato che queste malattie della tiroide erano più diffuse nelle aree in cui venivano utilizzati pesantemente i pesticidi. Inoltre, una ricerca sulle donne sottoposte a riproduzione assistita ha rivelato che coloro che consumavano cibi con alti livelli di residui di pesticidi in più di due porzioni al giorno avevano il 18% in meno di probabilità di portare a termine una gravidanza. I pesticidi non solo rappresentano una minaccia tossica, ma contribuiscono anche all’inquinamento ambientale, che rappresenta un aspetto significativo della crisi ambientale in corso. Quando i pesticidi penetrano nel terreno, contaminano le falde acquifere e l’ambiente circostante. Di conseguenza rappresentano un pericolo per gli animali e gli organismi più piccoli presenti nei corsi d’acqua e negli ecosistemi sotterranei. Il monitoraggio condotto dall’ISPRA ha scoperto fino a 20 sostanze chimiche di sintesi, tra cui insetticidi, erbicidi e fungicidi, nei campi coltivati ​​con l’agricoltura tradizionale. La più notevole di queste sostanze è il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, che ha effetti dannosi sia sugli ecosistemi che sulla salute umana. Un’altra sostanza degna di nota ritrovata era un derivato del glifosato. Delle restanti 18 sostanze, cinque sono state vietate da diversi anni, come il DDT e il suo metabolita DDE, che persistono nei campi da oltre quattro decenni in quantità significative.

Come difendersi

Il primo passo è abbracciare una dieta composta da alimenti biologici. È stato confermato che una parte significativa dei prodotti biologici, nello specifico il 91,1%, è priva di residui nocivi. Un altro approccio efficace è quello di dare priorità all’acquisto di prodotti di provenienza locale ed evitare frutta e verdura importate da paesi stranieri. Questa raccomandazione comprende anche i prodotti tracciati coltivati ​​utilizzando metodi di agricoltura integrata. La preservazione dell’ambiente si basa fortemente sul concetto di “biodiversità”, che rappresenta l’inestimabile e diversificata essenza della natura. La biodiversità funge da sostentamento per l’ecosistema, rappresentando la vera ricchezza della natura. Di conseguenza, l’attuazione continua della strategia di transizione ecologica diventa il fattore chiave per il futuro dell’umanità. L’inquinamento rappresenta una grave minaccia per la natura poiché mina direttamente la biodiversità. L’impatto dannoso dell’inquinamento provoca la perdita di numerose specie animali e vegetali. Pertanto, questi sforzi a lungo termine svolgono un ruolo cruciale nella salvaguardia dell’ambiente, un bene essenziale tutelato anche dalla nostra Costituzione. Inoltre, l’agricoltura biologica, che promuove un approccio agricolo sano, è altrettanto vitale nel lungo termine. L’uso di sostanze chimiche nell’agricoltura convenzionale comporta rischi per la salute umana. Prestando maggiore attenzione a questi aspetti è possibile ripristinare gradualmente e a lungo termine il rapporto fondamentale tra uomo e natura. È imperativo stabilire la nozione di agricoltura sostenibile, in alternativa denominata nutrizione sostenibile. Vari regolamenti e misure si concentrano principalmente sulla conservazione della biodiversità all’interno dei sistemi alimentari e sull’incoraggiamento della transizione verso pratiche agricole più sostenibili.

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Silvia Trevaini

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