Con l’arrivo della primavera dopo un inverno lungo, c’è un senso di rinascita e di nuovi inizi. È un momento di apertura e di accoglienza delle opportunità di rinnovamento che si presentano sul nostro cammino. Purtroppo, non tutti possono godersi appieno la bellezza della natura in questa stagione, perché per molti, porta con sé uno spiacevole svantaggio: le allergie primaverili. Cosa fare allora per prevenire le fastidiose reazioni oculari causate dalle allergie primaverili e dare sollievo ai nostri occhi quando sono già scatenate? La rinite allergica è un altro sintomo comune delle allergie primaverili, caratterizzato da ripetuti attacchi di starnuti lacrimosi, eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie e maggiore sensibilità alla luce. Nei casi più gravi, gli individui possono persino manifestare attacchi di asma a causa del broncospasmo. La situazione diventa più complessa per chi non solo è “allergico alla primavera” ma presenta anche sensibilità multiple ad altri allergeni come gli acari della polvere o il pelo del gatto. In questi casi, i sintomi delle allergie stagionali si intrecciano con quelli delle allergie tutto l’anno, creando una situazione difficile per le persone colpite. I sintomi delle allergie primaverili sono fin troppo familiari a chi ne soffre. Palpebre gonfie e rosse, occhi che lacrimano incessantemente e il prurito insopportabile che li accompagna. Questi sono i segni rivelatori della congiuntivite allergica, una condizione che tende a divampare durante la primavera quando le particelle di polline restano sospese nell’aria. Che si sia allergici alle graminacee, alla parietaria o a qualsiasi altro tipo di polline, la catena delle reazioni infiammatorie rimane la stessa. L’attivazione del sistema immunitario da parte dei microgranuli di polline innesca il rilascio di istamina dai mastociti, che funge da mediatore chimico primario dell’infiammazione. Quando i livelli di istamina nel sangue aumentano, la risposta immuno-infiammatoria si intensifica, portando a congiuntivite, irritazione della congiuntiva degli occhi e dei bordi delle palpebre e altri sintomi classici della pollinosi. Che cosa fare per evitare la fastidiosissima reazione oculare e dare sollievo agli occhi una volta che si è innescata?
Prevenzione
Una delle azioni più efficaci e benefiche da intraprendere è evitare qualsiasi esposizione all’allergene che scatena la sensibilità. Tuttavia, aderire a questo consiglio è spesso difficile, se non impossibile. Sarebbe necessario rimanere in casa durante la bella stagione e tenere le finestre chiuse, ma anche in questo caso l’allergene potrebbe comunque trovare un modo per raggiungerti. Nei casi in cui un individuo sperimenta episodi annuali di bruciore agli occhi, si consiglia di iniziare il trattamento preventivo già a febbraio. In questo modo è possibile mantenere bassi i livelli di istamina. Un metodo semplice prevede l’applicazione di due gocce di un collirio antistaminico su ciascun occhio tre volte al giorno. Questo approccio proattivo aiuta a “prepararsi” adeguatamente e di conseguenza a minimizzare sintomi quali arrossamento, lacrimazione, prurito e bruciore agli occhi.
Rimedi
Queste condizioni sono generalmente curabili solo nella fase acuta, ma sfortunatamente spesso si ripresentano periodicamente e diventano croniche, il che significa che non esiste una cura permanente. La gravità dei sintomi determinerà le opzioni di trattamento, che possono includere l’uso di colliri con proprietà antistaminiche, decongestionanti, stabilizzatori dei mastociti, antinfiammatori e steroidi. In alternativa, gli antistaminici possono essere assunti per via orale. Inoltre, una terapia desensibilizzante specifica nota come “vaccino” può offrire alcuni vantaggi. Si consiglia di farsi consigliare da un medico specialista per trovare la soluzione più efficace al problema.
Quando serve il cortisone
I corticosteroidi sono farmaci che esercitano effetti antinfiammatori e immunosoppressori per combattere i sintomi indotti dalle allergie. Alterando la risposta immunitaria dell’organismo, questi farmaci agiscono rapidamente, rendendoli adatti agli attacchi allergici acuti. Questi farmaci sono molto potenti, anche se usati localmente sotto forma di creme o unguenti, e di conseguenza i pazienti spesso tendono ad abusarne, soprattutto quando ne hanno un disperato bisogno. Le manifestazioni allergiche tipicamente persistono per un periodo prolungato e il ricorso al cortisone secondo necessità fornisce scarsi benefici curativi; sebbene possa alleviare temporaneamente i sintomi, non riesce ad affrontare la malattia di base. Un’altra considerazione significativa riguarda i potenziali effetti collaterali associati a questa categoria di farmaci, un aspetto spesso sottovalutato dai pazienti. Infatti, gli effetti dannosi derivanti dall’uso prolungato di cortisonici topici possono addirittura rivelarsi irreversibili. È fondamentale quindi che il medico valuti attentamente il rapporto tra benefici e rischi alla luce dei potenziali effetti collaterali.
Silvia Trevaini
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