Le farine che tengono a bada la glicemia

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In un’ottica di prevenzione del diabete e a maggior ragione se si hanno già livelli di zuccheri alti nel sangue, le scelte a tavola sono importanti. Tra i prodotti da valutare con attenzione vi sono senz’altro le farine, con le quali preparare pane, impasti, primi piatti. La maggior parte, soprattutto quelle raffinate ottenute dal frumento, sono paragonate allo zucchero per l’impatto che hanno sulla glicemia. La farina di tipo 0 è infatti quella in assoluto meno indicata per i diabetici, in quanto ha un elevato indice glicemico poiché composta soprattutto da carboidrati semplici. Gli alimenti con un alto indice glicemico stimolano una maggiore produzione di insulina, ne consegue un aumento degli zuccheri nel sangue, aumento di peso e predispone anche allo sviluppo di malattie metaboliche e diabete. Ma ci sono ottime alternative. Vi sono infatti alcune farine che sono naturalmente a basso indice glicemico (Ig), derivate dai legumi o dalla frutta secca, come le mandorle (ideale per i dolci) oppure sono formulate in modo tale da avere un ricco corredo di fibre e proteine, che frenano l’ingresso degli zuccheri nel sangue. Il consumo abituale di questi prodotti consente di fare scorta di carboidrati complessi, più utili di quelli semplici (presenti nelle farine raffinate) per ridurre il rischio cardiovascolare, oltre che per il mantenimento di un peso corporeo normale e per una migliore funzionalità dell’apparato digerente. È possibile anche sfruttare queste farine per creare mix con quelle più tradizionali e ottenere così miscele meno problematiche per la nostra glicemia. Continua a leggere



Boom di ritocchi tra i giovanissimi

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Sempre più giovani in fila dal chirurgo plastico. Le nuove generazioni, per le quali postare la propria immagine sui social è ormai un’attività quotidiana, spesso mal tollerano anche i piccoli difetti, veri o presunti, della propria immagine. Negli Stati Uniti gli interventi di chirurgia plastica tra gli under 25 hanno avuto una crescita esplosiva negli ultimi anni. E la tendenza sta prendendo piede anche in Italia. Lo chiedono per rendere le labbra più definite, per alzare la punta del naso, per cambiare l’intensità dello sguardo, per correggere la mandibola o il gummy smile, il sorriso gengivale, ma anche contro le rughe che ancora non hanno. Continua a leggere



In forma con la pallavolo

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Secondo i dati diffusi dal CONI, la pallavolo è il terzo sport più praticato in Italia dopo il calcio e il tennis, prima ancora del basket e dell’atletica leggera, ed è il preferito tra le donne di tutte le età. Perché? Perché è uno sport di squadra che aiuta a socializzare, mantiene attiva la mente e stimola la concentrazione, ma soprattutto rassoda tutti i muscoli e brucia calorie.

Giocando a pallavolo a scopo ludico si allenano anche il cuore e i polmoni, così da preservarne l’efficienza. A questi organi, però, non vengono richiesti sforzi particolarmente intensi. Infatti, a brevi momenti in cui si è coinvolti direttamente nel gioco ne seguono altri in cui si aspetta la “risposta” della squadra avversaria; inoltre, tra uno scambio e l’altro c’è la possibilità di riposare. Per questo motivo, se non si hanno particolari problemi di salute e se non si chiedono sforzi eccessivi al proprio fisico, si può giocare a pallavolo anche quando non si è più giovanissimi. Se la si pratica a livello non agonistico, la pallavolo è uno sport che non richiede un impegno fisico notevole. Ciò però non significa che non sia un’attività che comporta benefici per la salute. Fatta con regolarità, tiene in allenamento tutto il corpo e preserva anche l’elasticità delle articolazioni. Inoltre, come le altre attività sportive, anche il volley aiuta a evitare il sovrappeso. L’assenza di contatto fisico fa sì che nella pallavolo si verifichino meno infortuni rispetto ad altri sport anche se a volte ci si può fare comunque male. A essere a rischio sono le articolazioni degli arti inferiori, soprattutto le caviglie e le ginocchia che, atterrando male dopo un salto, possono subire distorsioni. Inoltre, se le si muove in modo scorretto o se le si sollecita troppo, possono infiammarsi. Cerchiamo di capire perché riscuote così tanti consensi. Continua a leggere



Prendersi cura dei capelli dopo l’estate

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Al ritorno dalle vacanze estive si manifesta spesso una caduta capelli di fine estate piuttosto intensa, più normale del solito, che si prolunga per qualche settimana. In alcuni soggetti questa caduta si manifesta un po’ più tardi, con l’inizio della stagione autunnale. Con l’esposizione ai raggi solari (raggi UV) il nostro cuoio capelluto è sottoposto ad uno stress ossidativo superiore rispetto ad altri periodi dell’anno. Il danno indotto dalle radiazioni solari provoca modifiche delle proprietà fisiche del capello. Ovvero una riduzione della resistenza alla tensione, e quindi maggiore caduta di capelli e facilità alla rottura. Per dare una sferzata di energia, riportare la fibra capillare al suo stato ottimale e prevenire la caduta autunnale sono d’aiuto le cure d’urto professionali che la medicina estetica suggerisce in concomitanza ai trattamenti a casa e dal parrucchiere. Continua a leggere



Rimedi per l’ansia da rientro

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Settembre rappresenta per la maggior parte degli italiani il ritorno alla normalità, la ripresa dei ritmi lavorativi. Rappresenta anche il momento dei buoni propositi, per molti è quasi l’inizio dell’anno, non solare, ma delle proprie attività. Talvolta però il rientro nella propria vita quotidiana è traumatico e i benefici della vacanza non riescono a durare a lungo, per alcuni addirittura la sensazione è quella di essere già stanchi e affaticati.  La naturopatia viene in aiuto con alcuni rimedi offerti dalla natura e alcune preziose pratiche. Ne parliamo con Alessia Daturi, naturopata e aromaterapeuta della Scuola italiana di medicina olistica di Milano. Continua a leggere



Tintarella ancora un po’

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Quel velo di abbronzatura dorata che, ogni estate, riscalda la nostra pelle, ci pare una conquista. Che vorremmo durasse per sempre. Invece, capita che al rientro il colorito vada via, anche in poco tempo. Non più di quattro settimane e la pelle torna come prima: è il tempo necessario per il ricambio delle cellule dell’epidermide e della melanina che fanno sparire il tanto adorato colorito. Per far durare l’abbronzatura un po’ più a lungo, bisogna evitare la desquamazione della pelle. Con la giusta dieta alimentare, alcuni trattamenti e la corretta idratazione, la pelle sarà di certo a prova di autunno. Ecco qualche accorgimento che vi consigliamo di seguire per mantenere l’abbronzatura tutto l’anno. Continua a leggere